Giornata Missionaria mondiale 1966
Venerabili Fratelli e diletti Figli.
Il ricordo ancora vivo dell'unanime partecipazione alla Nostra accorata preghiera per la pace, che il 4 ottobre abbiamo rivolto a Dio con illimitata fiducia per l'intercessione della Beata Vergine del Rosario, Ci dà animo di rivolgervi ancora una volta la Nostra parola per una causa intimamente connessa con quella della pace: l'annuncio del Vangelo, cioè dell'amore e della Paternità di Dio, a tutte le creature.
L'imminente Giornata Missionaria Mondiale ce ne offre l'occasione.
È, come di consueto, un invito alla preghiera, allo studio ed al contributo per le necessità delle Missioni cattoliche; invito che riceve anche maggior significato ed efficacia dall'odierna festa della Maternità di Maria Santissima, alla quale affidiamo filialmente la Nostra parola.
Non si può rimanere indifferenti di fronte all'estensione, ai problemi, alle difficoltà della Chiesa Missionaria nel mondo, e a quanti, sacerdoti, religiosi e laici, immensa falange sulle prime linee dell'apostolato, si dedicano con vero eroismo quotidiano alla diffusione della Buona Novella, e alla elevazione spirituale e anche materiale, civile e sociale dei fratelli di altra lingua e di altra civiltà.
Il loro esempio deve spronare l'intera famiglia cattolica a prendere sempre maggiore coscienza del proprio dovere di collaborazione missionaria.
Il Concilio Ecumenico l'ha messo efficacemente in luce: infatti ogni figlio della Chiesa - esso ha detto - è missionario per vocazione battesimale, né potrebbe sottrarsi a questo dovere senza mancare alle esigenze della sua vita soprannaturale; inoltre, nessuno nella Chiesa è tanto piccolo e povero, da non poter portare, secondo la propria condizione, il suo contributo alla costruzione del Regno di Dio sulla terra.
Per questo, abbiamo desiderato anche quest'anno richiamare la vostra attenzione sulla prossima Giornata, e rivolgere a voi tutti, Fratelli e Figli dilettissimi, il Nostro consueto appello.
Esso parte dal Nostro cuore, che è gravato dalle responsabilità per le impressionanti dimensioni del problema missionario, e che trova conforto, oltre che nel sapere da voi condivise le Nostre ansie, nelle promesse della Divina Parola di Cristo, che dice: « Abbiate fiducia in Dio ed anche in Me » ( Gv 14,1 ) …
« Ecco, Io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo » ( Mt 28,20 ).
Consapevoli dunque delle Nostre povere possibilità, ma forti della fiducia in Dio e della presenza di Cristo nella sua Chiesa, desideriamo anzitutto raccogliere la Cristianità in una sola preghiera unanime, solidale e simultanea per l'avvento del Regno di Dio.
Non mai come oggi la Giornata Missionaria Ci presenta all'animo un simile spettacolo di ansia, di preoccupazione, di difficoltà, ma Ci procura altresì motivi di speranza e di gioia.
Da una parte, la volontà salvifica universale di Dio, « che vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano al possesso della verità » ( 1 Tm 2,4 ) per mezzo di Gesù Cristo, fa comprendere tutta la gravità del problema, che la Costituzione dogmatica « Lumen Gentium » ha ricordato con le seguenti parole: « Il Concilio, appoggiandosi sulla Sacra Scrittura e sulla Tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza » ( art. 14 ).
Eppure, si fa sempre più grande il numero di coloro che non hanno alcuna cognizione dell'amore paterno di Dio e dell'opera redentrice di Cristo, anche se resta per loro la speranza di salvezza « nella sincera ricerca di Dio » ( Costit. Dogm. Lumen Gentium 16 ).
Anch'essi furono creati per raggiungere fin da questa terra « l'intima unione con Dio » ( ibid. art. 1 ).
Altro motivo di tristezza per il Nostro cuore paterno sono le crescenti divisioni, gli odi, i contrasti che separano popolo da popolo, in conseguenza di nefaste dottrine razziali, di nazionalismo, di segregazionismo, che alimentano incessanti rancori.
C'è poi l'urgenza sempre più grave - se si vuole davvero che tutto il genere umano costituisca presto l'unico popolo di Dio - di accostare gli uomini ed i popoli tra loro, indirizzando al bene comune quanto ciascuno ha prodotto di buono, di nobile, di giusto, di saggio sul piano naturale, nella formazione delle rispettive culture.
La Chiesa Cattolica non solo desidera conoscerle queste culture per rispettarle, ma anche per arricchirle con i valori soprannaturali della Grazia, inserendosi in esse, vivendo le loro stesse caratteristiche, dilatando l'esempio dell'Apostolo Paolo che si è fatto « debitore ai Greci, ai barbari, ai sapienti e agli ignoranti » ( Rm 1,14 ).
D'altra parte, la Giornata Missionaria ci offre altresì più serene prospettive di luce e di carità; esse ci rendono certi della definitiva vittoria dell'Amore di Dio, che vuole manifestarsi agli uomini per mezzo della carità dei fratelli.
A ben considerare, il programma della Giornata non è che un riassunto della « missione » stessa della Chiesa: rendere visibile per mezzo della carità fraterna l'Amore invisibile del Padre che è nei Cieli.
Ecco dunque che la Giornata si trasforma in una immensa e simultanea presentazione dell'Amore infinito di Dio a tutto il mondo, ricordando ai « figli di Dio », che sono nella sua casa, il dovere della collaborazione col Padre per la salvezza dei fratelli che ne sono fuori ( Constit. de S. Liturgia, art. 2 ).
Ecco la conferma di un ordine misterioso, provvidenziale e misericordioso di Dio che liberamente volle servirsi degli uomini per l'opera della salvezza del mondo.
Ecco lo spettacolo della carità materiale, che in tutto il mondo, per mezzo delle diocesi, delle parrocchie, delle organizzazioni, delle varie iniziative, unisce i cristiani al sacrificio quotidiano, alle fatiche apostoliche, ai meriti dei Missionari.
Ecco che il doveroso soccorso alla fame materiale dei popoli, da Noi stessi già tanto raccomandato, si illumina di luce più nobile nella costruzione di chiese, di scuole e di centri di addestramento, quale contributo alla fame di verità, di amore, di istruzione che li travaglia.
La Giornata Missionaria Mondiale così intesa è la continuazione dello spirito missionario dei primi Cristiani che, stretti « un Cuor solo e un'anima sola » ( At 4,32 ) attorno agli Apostoli, vivificarono con la fede e la carità il mondo pagano.
Sia essa dunque veramente la Giornata della preghiera, della luce, della carità; si accendano in essa numerose vocazioni missionarie, religiose e laiche, per una completa donazione di sé al Regno di Dio.
Noi invochiamo paternamente la benedizione del Signore in primo luogo e con particolare affetto sul Clero locale delle Chiese particolari, sui Missionari e le Missionarie e sulle nuove vocazioni, speranza viva della Chiesa; la invochiamo su di voi, Venerabili Fratelli, riuniti nelle Conferenze Episcopali Nazionali; sul vostro Clero e su i vostri fedeli e su tutte le attività di aiuto missionario, che essi vorranno favorire.
Noi siamo certi che il Nostro appello troverà eco fervente nel cuore di quanti Ci ascoltano.
Non si può, ripetiamo, rimanere indifferenti di fronte ai problemi della Chiesa missionaria; non si può dormire sonni tranquilli, sapendo che molte anime resteranno lontane da Dio solo perché mancano ai missionari quegli aiuti materiali, che un nostro lievissimo sacrificio basterebbe a procurare; non si può godere dei pur mirabili progressi della vita economica e sociale, sapendo che migliaia di sofferenti, di lebbrosi, di denutriti, di affamati, tra cui predominano i bambini innocenti, sono condannati alla morte mancando delle più elementari risorse, che abbondano, invece, per altri.
Il Concilio ha chiamato alla cooperazione missionaria tutti gli uomini di buona volontà: padri, madri, giovani, fanciulli, tutti li ha impegnati in questo dovere, che loro viene dall'essere cristiani, e sul quale saranno un giorno giudicati.
La Nostra voce oggi vi ripete quel grido: non rimanete insensibili!
Offrite la vostra preghiera, il vostro aiuto, il vostro interessamento, dimostrando la vitalità della vostra fede.
È la voce stessa di Cristo, a ricordarci essere fatto a Lui quanto sarà compiuto a favore dei più piccoli tra i fratelli.
E, nel ripeterla, la Nostra voce di suo umile Vicario in terra trema di commozione al pensiero di tanto gravi necessità, ma anche gioisce della rispondenza che essa troverà in tanti cuori buoni e generosi.
Sarà il Signore stesso a ricompensarvi; sarà la Vergine Santa, Madre della Chiesa e Regina delle Missioni, a impetrarvi ogni desiderato dono di grazia.
Essa conforti e avvalori la Nostra Apostolica Benedizione, che a tutti impartiamo di gran cuore, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.