Messaggio Urbi et Orbi di Natale 1960
24 dicembre 1960
Figliuoli e fratelli!
Il sacro rito, compiuto nel tempio, domanda il dono della più solenne benedizione, aperta di qua a tutto il mondo.
Siamo lieti di suggellare cosi la triplice liturgica celebrazione delle Messe di Natale, che ha riempito di intimo gaudio il cuore di tutti i credenti.
Il mistero della Messa è in qualche modo una rinnovazione del mistero di Betlemme, oltre che della Croce.
Verbo Divino, apparve uomo e Salvatore da quando la Madre sua benedetta, adombrata dallo Spirito Santo, lo generò secondo l'annunzio angelico; ed apparendo oggi sotto le sacre specie su tutti gli altari del mondo, vero Dio e vero uomo, misticamente rinnova il prodigio come di una continuata Incarnazione, che sino alla fine dei tempi egli ci dona, cosicché fu chiamato « l'Emmanuele » Dio con noi.
Questa Messa, celebrata dall'umile successore di S. Pietro, viene associata dai sacerdoti della Chiesa nel mondo intero alla stessa benedizione e consacrazione Eucaristica, con cui Gesù poco prima della Passione istituì il Sacramento della sua permanenza reale tra gli uomini, sotto le specie del pane e del vino.
La grande benedizione finale del Papa è da questa loggia suggello della benedizione dei Vescovi e sacerdoti, distribuita a piene mani sopra il mondo intero.
Il Papa la imparte Urbi et Orbi in nome di con cinque speciali intenzioni:
Per i bambini, anzitutto, che sono in questo giorno i più vicini al divino Infante di Betlemme:
per l'innocenza che sorride nei loro occhi:
perchè sono la promessa dell'avvenire, il cui mistero riposa sul Cuore di Cristo, il re glorioso e trionfale dei secoli.
Per i lavoratori, i quali oggi, nell'intimità della famiglia, gustano più a fondo di quella serenità, che i disagi e i sacrifici della vita rendono talora difficile da scoprire e da godere.
Per i sofferenti di ogni età e di ogni ceto sociale, afflitti da malattie del corpo e dello spirito.
Questa intenzione ha speciale riferimento a quanti soffrono « propter iustitiam » ( cfr. Mt 5,10 ) nell'esercizio delle loro libertà fortemente contraddette e contrastate.
La grande benedizione di Dio Noi imploriamo vivamente sopra i più alti responsabili dell'ordine civico, col voto sincero che nel rispetto della verità e della libertà il loro servizio in favore dei popoli riesca di edificazione e di verace e lieto progresso umano e cristiano, individuale e sociale.
Infine il Nostro gesto benedicente va alla intera famiglia della Chiesa universale, sparsa nel mondo, perchè continui ad offrire le sue ricchezze spirituali a tutti gli uomini, spesso smarriti e incerti, a luce e a conforto nella vita presente, a sicurezza di quella futura.
Come frutto di questa grande Benedizione, affidata alla misericordiosa bontà del Salvatore Divino, auguriamo a tutti il rinnovamento del fervore religioso, la tranquillità dell'ordine, la letizia e la pace delle anime, delle famiglie e di tutte le genti umane.
Vi torni gradito, fratelli e figliuoli, questo augurio di Buon Natale con cui amiamo intrecciare il saluto affettuoso, che vi accompagni nel corso del 1961.
Ve lo ripetiamo in vario accento: Buon Natale e felice Anno Nuovo.
Fratelli e figli carissimi.
Letizia e coraggio nel Signore.
Eccovi ora la annunciata confortatrice Benedizione Apostolica.
Di gran cuore la diamo ai presenti a questo rito solenne, ed a quanti, attraverso le ampie vie dell'etere, in devoto raccoglimento, hanno potuto vedere, ascoltare e comprendere.