Messaggio Urbi et Orbi di Natale 1982
25 dicembre 1982
1. "Christus natus est nobis. Venite adoremus".
Venite, adoriamo Colui che nasce eternamente dal Padre:
/ Dio da Dio, Luce da Luce,
/ Dio vero da Dio vero;
/ della stessa sostanza del Padre;
/ Colui, per mezzo del quale "tutte le cose sono state create" ( E Fidei Professione ).
2. Venite, adoriamo il Nato dalla Vergine, il Verbo di Dio,
/ il quale per noi uomini e per la nostra salvezza
/ si è fatto uomo per opera dello Spirito Santo.
/ Eternamente nato dal Padre,
/ nasce nel tempo come Uomo,
/ viene al mondo come bambino
/ nella notte di Betlemme.
3. Tutti gli anni noi veneriamo questa Notte,
/ e il Giorno che giunge dopo di essa
/ è per noi santo.
/ "Venite adoremus".
/ Venite, adoriamo l'Inizio della nostra Redenzione.
/ Poiché egli ci ha redento: ci "ha dato potere
/ di diventare figli di Dio" ( Gv 1,12 ).
4. Redimere vuol dire: ridare contemporaneamente
/ a Dio l'uomo e Dio all'uomo.
/ Redimere vuol dire anche
/ restituire l'uomo a se stesso:
/ questi, infatti, in se stesso non è altro
/ se non immagine e somiglianza di Dio.
/ E appunto per tale motivo egli è uomo.
5. La Redenzione si è compiuta nel tempo.
/ Santo è per noi il giorno, in cui è nato Cristo,
/ l'Inizio della nostra Redenzione.
/ E Santo è per noi il tempo, nel quale
/ si è compiuta la nostra Redenzione
/ per mezzo della croce e della risurrezione di Cristo.
/ Ed è per questo, che desideriamo dedicare particolarmente
/ a Dio il tempo: a Dio dedichiamo in modo speciale
/ l'anno venturo che porta con sé, secondo la data tradizionale,
/ il mille novecento cinquantesimo anniversario
/ della nostra Redenzione.
/ Al pari dell'anno 1933, sarà esso per noi, nuovamente,
/ il Giubileo della nostra Redenzione.
6. Vi prego vivamente, cari fratelli e sorelle
/ affinché già oggi, dalla mangiatoia di Betlemme,
/ guardiate con fede, speranza e carità,
/ a questo Giubileo che si apre davanti a noi
/ come una porta.
/ Potremo forse non entrare in questo santo Tempo,
/ cantando già oggi: "Christus natus est nobis, venite adoremus"?
/ Possiamo forse non intraprendere questo lavoro particolare della Chiesa, come i mietitori che seminano
/ come i mietitori che seminano nelle lacrime,
/ per raccogliere la messe con giubilo? ( cf. Sal 126,5 ).
7. Perciò invito, fin da oggi, tutte le Chiese particolari, invito i Pastori a intraprendere, in comunione fraterna, questa fatica spirituale della Sposa di Cristo: fatica in cui il primo modello è l'amore della Madre partoriente
/ nella notte di Betlemme;
/ vicino a lei c'è la sollecitudine del carpentiere Giuseppe,
/ come anche l'omaggio dei pastori, pellegrini alla stalla del Neonato.
8. Prego pure tutti i nostri fratelli, insieme ai quali
/ aspiriamo all'unità della fede nella Chiesa di Cristo,
/ affinché ci accordino per questo Anno Giubilare la grazia della loro preghiera.
/ Noi vogliamo, conformemente alla tradizione, attingere alle sorgenti del Salvatore ( cf. Is 12,3 ).
/ Noi desideriamo penetrare più profondamente in questa Redenzione,
/ nella quale vi è già una nostra unità.
9. In questo mistero siamo uniti a ogni uomo
/ ed a tutti gli uomini, poiché la Redenzione si è compiuta per tutti,
/ e abbraccia indistintamente tutti;
/ per tutti Dio si è fatto uomo
/ ed è nato nella notte di Betlemme.
/ "Venite, adoremus"!
10. Desideriamo che la luce di questa notte giunga, particolarmente, a coloro che soffrono,
/ ovunque si trovino su questa terra
/ e qualunque sia la loro sventura.
/ Dio assume la sofferenza umana con la nascita di Cristo,
/ nella quale è l'inizio della croce e della glorificazione.