Messaggio Urbi et Orbi Pasquale 1974
14 aprile 1974
Oggi il nostro annuncio è quello della gioia.
A voi, credenti, gioia e pace!
Sappiate gustare nella verità questo giorno felice.
A voi, uomini amici, che sulle soglie della Chiesa piena di canto e di gaudio, osservate con meraviglia e con qualche diffidenza la nostra festa, l'invito cortese e profondo: « venite e vedete » ( Cfr. Mt 28,6 ); forse l'esperienza della nostra vita religiosa, oggi vi può essere argomento di luce.
A voi, che soffrite e che sperimentate la fatica del vivere, rivolgiamo con la voce di Cristo risorto lo stesso invito, ma a voi più specifico, più penetrante: « venite, voi tutti che siete affaticati ed oppressi, e troverete consolazione » ( Cfr. Mt 11,28 ).
Al mondo intero, attento o sordo che sia, nella speranza che la Parola della salvezza ( Cfr. At 13,27 ) sia un giorno seme di vita, noi gridiamo oggi il nostro gaudio vivissimo e paradossale, ma vero: Gesù Cristo è risorto; sì, Egli vive; e vive anche per noi; la pietra del suo sepolcro è rovesciata; un giorno lo sarà anche quella del nostro, e le nostre ceneri riprenderanno, in una metamorfosi oltre la presente nostra natura, forma e vigore.
Miracolo, sì; ma è in questo miracolo della risurrezione della carne che ha la sua meta la nostra fede: « io credo la risurrezione della carne e la vita eterna ».
Questa è la nostra gioia.
È la nostra vittoria ( 1 Gv 5,4; cfr. 1 Cor 15,55 ).
È la nostra salvezza, ora contenuta nella nostra speranza ( Rm 8,24 ); ma fondata sulla realtà della risurrezione di Cristo, e garantita dalla verità della Parola di Dio.
Vittoria sulla morte?
È mai possibile?
Sì, questo è il nostro annuncio pasquale.
Questo è il motivo della nostra gioia, che non ha confini e non ha confronti.
Due cose noi dobbiamo notare, pur nella brevità di questo messaggio pasquale.
Questo messaggio, in primo luogo, sconvolge la nostra mentalità sui valori del tempo presente.
Essi non possono assurgere a valori assoluti per lo spirito umano; essi rimangono relativi alla vita presente, che tutti noi sappiamo effimera e caduca.
Fondare la costruzione della propria esistenza, primamente ed esclusivamente, sopra questi valori significa edificare sulla sabbia ( Cfr. Mt 7,26 ); significa, specialmente per chi fa del piacere e del benessere proprio ed egoistico lo scopo supremo della propria esistenza, ingannare se stesso.
L'edonismo, che diventa il falso vangelo di tanti uomini e donne del nostro tempo, è alla fine la filosofia dell'illusione e della morte.
In secondo luogo, il vangelo della croce, cioè la legge del dovere, del servizio, del dolore, dell'amore, del sacrificio, vangelo che ci ha preparati a questa celebrazione del mistero pasquale, sull'esempio e con la grazia di Cristo, è l'interpretazione sapiente e vera della vita umana; e se anch'essa sfocia sulla morte temporale, essa conserva in sé il seme immortale della rinascita, della risurrezione, della vita eterna.
Perciò noi, alunni della fede, siamo alla scuola della vera felicità.
E perciò oggi, giorno di Pasqua, che è festa dell'avvenuta risurrezione di Cristo, è anche festa preventiva della nostra risurrezione.
Sì, così è.
E voli sul mondo questo messaggio pasquale di vita e di gioia, con la nostra Apostolica Benedizione.