Messaggio Urbi et Orbi Pasquale 1977
10 aprile 1977
A voi, che raccolti in questo foro delle Genti, ch'è Piazza San Pietro, ci ascoltate e ci vedete direttamente,
A voi, che collegati con questa tribuna della Parola di Cristo ne accogliete riverenti l'eco vitale,
A voi, che dispersi nel mondo quasi di sorpresa udite la nostra voce lieta e letificante,
Ecco oggi il saluto beato: « buona Pasqua, buona Pasqua »!
Chi non conosce il senso di questo augurio sorprendente?
Due cose meravigliose esso vi annuncia: la prima vi annuncia che quel Gesù di Nazareth, crocifisso a Gerusalemme sotto Ponzio Pilato, Procuratore della Giudea al tempo di Tiberio, Imperatore Romano, al terzo giorno della sua morte, è risorto, veramente risorto, aprendo alla vita un nuovo sconfinato orizzonte; e così Egli ha testificato di Sé: « Niente paura. Io sono il Principio e la Fine.
Io ero morto, ma ora sono vivo per sempre, ed ho potere sopra la morte e sopra gli inferi » ( Ap 1,17-18 ).
Un nuovo mondo è fondato; un nuovo modo di esistere è inaugurato.
Cristo è risorto, Cristo vive!
La seconda vi annuncia la risurrezione universale: « Cristo non è l'unico risorto, Cristo è primizia; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo » ( 1 Cor 15,20-22 ).
Cristo è pasqua di risurrezione anche per noi ( Cfr. 1 Cor 5,7 ).
La morte non è più il confine della nostra esistenza.
Cristo è la porta ( Gv 10,9 ).
Un'escatologia, cioè una porta d'entrata in un regno che non è consumato dal tempo, è aperta davanti a noi.
Chi è morto in Cristo, in Cristo risorgerà.
La morte corporale non è l'inesorabile fine della nostra esistenza; è il sonno che precede una nuova giornata senza tramonto.
Meraviglia! meraviglia! Sì, ma così è.
Non si cambiano allora anche le valutazioni di tutte le cose presenti?
Se a questa breve, precaria, sofferente esistenza, giudicata secondo la legge dell'orologio universale, il tempo, un'altra successiva vi è coordinata e senza fine, non mutano allora le classifiche dei valori presenti?
cioè non devono essi essere giudicati in funzione di quelli futuri?
E se questi beni futuri sono determinati con il rapporto a quelli presenti, quale responsabilità, quale prezzo acquistano proprio questi valori della nostra quotidiana esistenza!
Rileggete, in omaggio alla Pasqua, le beatitudini evangeliche, e vedrete quale rivalutazione acquistano quelle forme di vita che credevamo inferiori, e quale merito abbia chi a queste stesse forme inferiori ha cercato di portare, anche se temporale, un umano soccorso!
Cristo Risorto è oggi intimamente vicino a ciascuno di noi, credenti e battezzati: Egli ci fa partecipi della sua risurrezione ci dona il suo Spirito, suscita in noi un cuore nuovo, che dovrà rinnovare la nostra vita, il nostro amore, e contribuirà a trasformare la terra.
Oh, grande mistero della risurrezione, oggi in atto in questo mondo, in attesa dell'altro!
Buona Pasqua! buona Pasqua!
Comprendete, Figli e Fratelli, quanto importante sia questo augurio, se esso è riferito alla scala dei valori, che diventa la scala dei doveri, in ordine alla quale noi dobbiamo costruire la nostra esistenza.
Sì, questa può essere la trasformazione ottimistica del nostro modo di concepire la vita.
Questa metamorfosi pasquale noi presentiamo allora non solo come augurio convenzionale e sentimentale, ma come programma orientatore della vita stessa.
La gioventù di oggi, noi crediamo, è particolarmente predisposta a comprendere e ad accogliere questo augurio, pieno di speranza, pieno di energia, ed alla gioventù con intenzionalità stimolante noi lo rivolgiamo: la vita è bella se è nuova, è nuova se è buona, se è saggia, se è forte, in una parola, se è cristiana!
A voi, Giovani specialmente, e poi a tutti sia il nostro augurio: buona Pasqua, buona Pasqua! avvalorato dalla nostra Benedizione Apostolica!