Messaggio Urbi et Orbi Pasquale 1986
30 marzo 1986
1. "Cercate le cose di lassù" ( Col 3,1 ).
È la solennità della Risurrezione del Signore.
Parla Paolo l'apostolo, lui che ha sperimentato, in modo particolare, la potenza del Risorto: "Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù … pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra … la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio" ( Col 3,1-3 ).
2. Il messaggio pasquale è testimonianza.
Rendono testimonianza coloro che hanno trovato la tomba vuota.
Coloro che hanno sperimentato la presenza del Risorto.
"Ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato" ( come le mani di Tommaso incredulo ), "noi lo annunziamo … a voi" ( 1 Gv 1,1.3 ).
3. "Poiché la vita si è fatta visibile, noi l'abbiamo veduta" ( 1 Gv 1,2 ).
Si è fatta visibile, quando tutto sembrava già essere affondato nel buio della morte; quando avevano già rotolato una grande pietra davanti al sepolcro e vi avevano applicato i sigilli, proprio allora si à fatta visibile di nuovo la Vita!
Il messaggio pasquale è una testimonianza ed è una sfida.
Cristo, che per noi è venuto nel mondo e per noi ha subìto la morte di croce, mediante questa morte ci rende la vita; la nostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio ( cf. Col 3,3 ).
4. "Questo è il giorno fatto dal Signore" ( Sal 118,24 ).
Questo giorno riconferma sempre per noi questa verità; Dio non si "rassegna" alla morte dell'uomo.
Cristo è venuto nel mondo per convincerlo di questo, Cristo è morto sulla croce ed è stato deposto nel sepolcro, per rendere testimonianza proprio a questo fatto; Dio non si "rassegna" alla morte dell'uomo!
Egli infatti "non è Dio dei morti, ma dei vivi" ( Mt 22,32 ).
In Cristo la morte è stata sfidata.
Cristo con la sua morte ha vinto la morte.
Ecco il giorno fatto dal Signore.
Questo è il giorno della grande riscossa di Dio: della riscossa contro la morte.
5. L'uomo si rassegna alla morte?
O è invece disposto a farsi partecipe della grande riscossa di Dio?
L'uomo si rassegna alla morte, quando aspira soltanto alle cose della terra, quando cerca quelle soltanto.
La terra sola non nasconde in sé il "fermento" dell'immortalità.
L'uomo si rassegna purtroppo alla morte e non soltanto l'accetta, ma anche l'infligge.
Gli uomini continuamente infliggono la morte agli altri uomini, a uomini spesso sconosciuti, a uomini innocenti, agli uomini non ancora nati.
L'uomo non solo si rassegna alla morte, ma ha fatto di essa non di rado il metodo della sua esistenza sulla terra:
non è forse metodo di morte il metodo della violenza,
il metodo della conquista cruenta del potere,
il metodo della accumulazione egoistica della ricchezza,
il metodo della lotta contro la miseria, che s'alimenta all'odio e alla brama di vendetta,
il metodo dell'intimidazione e del sopruso,
il metodo della tortura e del terrore?
E tuttavia l'uomo, anche se si rassegna alla morte, ne ha terribilmente paura.
6. È disposto l'uomo d'oggi a farsi partecipe della grande riscossa di Dio contro la morte?
Una sfida, più pressante e coinvolgente di tutte, gli si presenta; la grande sfida della pace.
Scegliere la pace significa scegliere la vita.
Costruire la pace significa partecipare, con coraggio e con responsabilità, all'azione del Dio dei viventi.
Dio chiama l'uomo ad opporsi alla morte
là dove essa oggi, in maniera più manifesta, appare come il frutto dell'egoismo, della divisione, della violenza:
nelle regioni insanguinate da guerriglie e da conflitti,
là dove sorgono tentazioni di terrorismo e di rappresaglia,
nelle nazioni ove sono conculcati la dignità della persona, i suoi diritti, e le sue libertà.
In quest'Anno internazionale della pace, ho desiderato invitare gli uomini di tutte le convinzioni religiose, tutti gli uomini di buona volontà, a uno speciale incontro di preghiera per la pace nella città di Assisi.
Sarà l'occasione per riaffermare, di fronte all'uomo impaurito dalle minacce di morte, il nostro impegno per la vittoria della vita.
È la vittoria di Cristo risorto.
7. Ma l'uomo d'oggi è disposto a farsi partecipe della Risurrezione di Cristo?
È disposto a riscoprire la sfida dell'immortalità nascosta nella sua sostanza spirituale?
È disposto a risorgere dai morti insieme con Cristo?
È disposto a morire, insieme con Cristo, al peccato, per risorgere insieme con lui alla Vita?
È disposto ( come dice l'Apostolo ) a pensare "alle cose di lassù", non soltanto a "quelle della terra"?
8. Questo è il giorno fatto per noi dal Signore!
Il giorno di una grande testimonianza e di una grande sfida.
Il giorno della grande risposta di Dio agli incessanti interrogativi dell'uomo.
Interrogativi circa l'uomo, circa la sua origine e il suo destino, circa il senso e la dimensione della sua esistenza.
Questo è il giorno fatto per noi dal Signore, "Cristo, nostra Pasqua, è stato immolato" ( 1 Cor 5,7 ).
Pasqua cioè passaggio:
passaggio di Dio attraverso la storia dell'uomo;
passaggio attraverso l'ineluttabilità della morte umana, che sin dall'inizio e fino alla fine è la porta verso l'eternità;
passaggio attraverso la storia del peccato umano, che è la morte dell'uomo per il cuore di Dio;
passaggio alla Vita in Dio.
Siamo disposti a risorgere costantemente dai morti a questa Vita che è "nascosta con Cristo in Dio"?
Essa è anche la "nostra" vita!
Siamo disposti a cercare la pienezza della "nostra" vita in Cristo crocifisso e risorto?
9. Cristo è risorto in un preciso momento della storia, ma ancora attende di risorgere nella storia di innumerevoli uomini, nella storia dei singoli e in quella dei popoli.
È risurrezione, questa, che suppone la cooperazione dell'uomo, di tutti gli uomini.
Ma è risurrezione nella quale sempre si manifesta un fiotto di quella Vita che proruppe dal sepolcro in un mattino di Pasqua di tanti secoli or sono.
Ovunque un cuore - superando l'egoismo, la violenza, l'odio - si china in un gesto d'amore verso chi è nel bisogno, lì Cristo ancora oggi risorge.
Ovunque nell'impegno fattivo per la giustizia emerge una vera volontà di pace, lì la morte indietreggia e la vita di Cristo si afferma.
Ovunque muore chi ha vissuto credendo, amando, soffrendo, lì la risurrezione di Cristo celebra la sua definitiva vittoria.
10. L'ultima parola di Dio sulla vicenda umana non è la morte, ma la vita; non è la disperazione, ma la speranza.
A questa speranza la Chiesa invita anche gli uomini di oggi.
Ad essi ripete l'annuncio incredibile, eppur vero: Cristo è risorto!
Risorga tutto il mondo con lui! Alleluia!