Messaggio Urbi et Orbi Pasquale 1990
15 aprile 1990
1. La pietra tombale ai piedi del Golgota, rotolata via.
La tomba vuota … "Non è qui".
"È risorto. Non è qui … Andate, dite a Pietro e ai discepoli" …
Eppure, tutta la preoccupazione delle donne mentre al levar del sole andavano al sepolcro, era un'altra: se fossero riuscite a imbalsamare il suo corpo senza vita.
Questo soprattutto desideravano i loro cuori che avevano amato, cuori rimasti fedeli fino alla morte, e oltre i confini della morte.
Avevano desiderato di trovare il corpo morto deposto nella tomba.
"È risorto, non è qui … vi precede in Galilea" ( Mc 16,6-7 ).
2. Simon Pietro e Giovanni trovano nel sepolcro tutto come avevano detto le donne.
Non trovano Lui.
Forse, già allora, erano in grado di ricordarsi di quelle parole: "Io ho vinto il mondo"?
"Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia: io ho vinto il mondo" ( Gv 16,33 ). Sì.
Gli ultimi giorni erano stati il tempo di una terribile tribolazione.
Essi erano rimasti sgomenti di fronte all'arresto al Getsemani, di fronte alla condanna alla croce, di fronte alla morte sul Calvario.
Avevano sperimentato una terribile tribolazione.
Davanti alla tomba vuota pensarono forse: Egli ha vinto il mondo?
3. Il mondo.
Questo mondo, nel quale l'uomo vive, nel quale l'uomo domina, questo mondo alla fine dei conti sembra vincere l'uomo.
Lo vince mediante la morte.
Ma Cristo, che ha vinto la morte, ha vinto il mondo.
"O mors, ero mors tua".
Ha provato la morte, ha accettato la morte, per rivelarsi al di là dell'orizzonte, che grava sull'intera storia dell'uomo.
Egli, con la propria morte, ha fatto morire quella morte, di cui il peccato era stato l'inizio.
Il peccato dell'uomo e il peccato del mondo.
"Il mondo", sotto il soffio della Menzogna originale, divenne nel cuore dell'uomo l'avversario di Dio.
Il mondo, che doveva aprire il cuore dell'uomo a Dio, cominciò a scacciare Dio dal cuore umano.
E benché il tentatore ripeta sin dal principio: "Sarete come Dio" ( Gen 3,5 ), questo mondo non è mai capace di offrire, in fin dei conti, all'uomo niente di più, niente d'altro che la morte.
4. "Io ho vinto il mondo!".
Cristo è forse contro il mondo?
Quando vince la morte, Egli rivela di nuovo all'uomo il mondo; questo mondo, che scaccia Dio dal cuore dell'uomo, viene restituito da Cristo a Dio e all'uomo, come spazio dell'alleanza originaria, che deve essere anche l'alleanza definitiva quando Dio sarà "tutto in tutti" ( 1 Cor 15,28 ).
5. "Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia".
"Il mondo … teatro della storia del genere umano … reca i segni dei suoi sforzi, delle sue sconfitte e delle sue vittorie" ( Gaudium et spes, 9 ).
Il mondo … luogo di tante tribolazioni dell'uomo è "posto sotto la schiavitù del peccato" ( Gaudium et spes, 10 ) e tanto spesso chiama proprio questa schiavitù la sua libertà!
Il mondo, chiamato per amore all'esistenza e in essa conservato dal Creatore, dal Cristo sulla croce liberato con la potenza della sua morte e di nuovo rivelato, con la sua risurrezione, come il Cosmo divino ( Gaudium et spes, 10 ).
6. Uomo del nostro tempo!
Uomo che vivi immerso nel mondo, credendo di padroneggiarlo mentre forse ne sei preda.
Cristo ti libera da ogni schiavitù per lanciarti alla conquista di te, all'amore costruttivo e proteso al bene; amore esigente, che ti fa costruttore, non distruttore del tuo domani, della tua famiglia, del tuo ambiente, della società intera.
7. Uomo del nostro tempo!
Solo Cristo risorto può appagare pienamente la tua insopprimibile aspirazione alla libertà!
Dopo le atrocità di due guerre mondiali e di tutte le guerre che, in questi cinquant'anni, spesso in nome di ideologie atee hanno mietuto vittime e seminato odio in tante Nazioni; dopo gli anni delle dittature che hanno privato l'uomo delle sue libertà fondamentali, si sono riscoperte le vere dimensioni dello spirito, quelle che la Chiesa da sempre promuove rivelando in Cristo la vera statura dell'uomo.
Anche il risveglio di molte democrazie porta oggi al dialogo e alla fiducia tra i popoli; e il mondo comprende di nuovo che l'uomo non può vivere senza Dio!
senza la Verità che, in lui, lo rende libero ( cf. Gv 8,32 ).
8. Uomo del nostro tempo!
Cristo ti libera dall'egoismo per chiamarti alla condivisione e all'impegno alacre e gioioso per gli altri.
Sono stato nel Sahel africano e ho visto la sabbia che sommerge i villaggi, asciuga i pozzi, brucia gli occhi, ischeletrisce i bambini, paralizza le giovani forze, reca disperazione, inedia, malattia e morte.
Morte di fame e di sete.
Uomo di oggi!
Nazioni ricche della civiltà opulenta!
Non siate indifferenti a tanta tragedia; prendete coscienza sempre più viva di aiutare quelle popolazioni che lottano ogni giorno per la sopravvivenza.
Siate convinti che non c'è libertà dove persiste miseria.
Sia l'umana e cristiana solidarietà la sfida che provoca la vostra coscienza affinché quella sabbia ceda poco per volta alla promozione della dignità umana, faccia germogliare il pane per ridare il sorriso, il lavoro, la speranza, il progresso.
Ma, grazie a Dio, ho visto anche volontari, persone singole, associazioni, istituzioni, sacerdoti, religiosi, laici di varie professioni che si impegnano e si sacrificano per il bene dei fratelli non più soli e provati.
Li ringrazio in nome di Cristo crocifisso e risorto!
9. Uomo del nostro tempo!
Cristo ti libera perché ti ama, perché ha dato se stesso per te ( cf. Gal 2,20 ), perché ha vinto per te e per tutti.
Cristo ha restituito il mondo e te a Dio.
Ha restituito Dio a te e al mondo.
Per sempre!
"Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo!".
Con questa totale fiducia nell'amore di Cristo per l'uomo, che vive, spera, soffre e ama a ogni latitudine del globo, saluto ora i vari popoli e nazioni, nelle lingue a loro proprie, augurando a tutti la gioia e la pace di Cristo Risorto.