Messaggio Urbi et Orbi Pasquale
21 aprile 2019
Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua!
Oggi la Chiesa rinnova l'annuncio dei primi discepoli: "Gesù è risorto!".
E di bocca in bocca, da cuore a cuore riecheggia l'invito alla lode: "Alleluia! … Alleluia!".
In questo mattino di Pasqua, giovinezza perenne della Chiesa e dell'intera umanità, vorrei far giungere ad ognuno di voi le parole iniziali della recente Esortazione apostolica dedicata in particolare ai giovani: « Cristo vive.
Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo.
Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita.
Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane [ e a ciascun ] cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!
Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai.
Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c'è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare.
Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza » ( Christus vivit, 1-2 ).
Cari fratelli e sorelle,
questo messaggio è rivolto nello stesso tempo ad ogni persona e al mondo.
La Risurrezione di Cristo è principio di vita nuova per ogni uomo e ogni donna, perché il vero rinnovamento parte sempre dal cuore, dalla coscienza.
Ma la Pasqua è anche l'inizio del mondo nuovo, liberato dalla schiavitù del peccato e della morte: il mondo finalmente aperto al Regno di Dio, Regno di amore, di pace e di fraternità.
Cristo vive e rimane con noi.
Egli mostra la luce del suo volto di Risorto e non abbandona quanti sono nella prova, nel dolore e nel lutto.
Egli, il Vivente, sia speranza per l'amato popolo siriano, vittima di un perdurante conflitto che rischia di trovarci sempre più rassegnati e perfino indifferenti.
È invece il momento di rinnovare l'impegno per una soluzione politica che risponda alle giuste aspirazioni di libertà, pace e giustizia, affronti la crisi umanitaria e favorisca il rientro sicuro degli sfollati, nonché di quanti si sono rifugiati nei Paesi limitrofi, specialmente in Libano e in Giordania.
La Pasqua ci porta a tenere lo sguardo sul Medio Oriente, lacerato da continue divisioni e tensioni.
I cristiani nella regione non manchino di testimoniare con paziente perseveranza il Signore risorto e la vittoria della vita sulla morte.
Un particolare pensiero rivolgo alla popolazione dello Yemen, specialmente ai bambini, stremati dalla fame e dalla guerra.
La luce pasquale illumini tutti i governanti e i popoli del Medio Oriente, a cominciare da Israeliani e Palestinesi, e li sproni ad alleviare tante sofferenze e a perseguire un futuro di pace e di stabilità.
Le armi cessino di insanguinare la Libia, dove persone inermi hanno ripreso a morire in queste ultime settimane e molte famiglie sono costrette a lasciare le proprie case.
Esorto le parti interessate a scegliere il dialogo piuttosto che la sopraffazione, evitando che si riaprano le ferite di un decennio di conflitti ed instabilità politica.
Il Cristo Vivente doni la sua pace a tutto l'amato continente africano, ancora disseminato di tensioni sociali, conflitti e talvolta da violenti estremismi che lasciano insicurezza, distruzione e morte, specialmente in Burkina Faso, Mali, Niger, Nigeria e Camerun.
Il mio pensiero va pure al Sudan, che sta attraversando un momento di incertezza politica e dove auspico che tutte le istanze possano trovare voce e ciascuno adoperarsi per consentire al Paese di trovare la libertà, lo sviluppo e il benessere a cui da lungo tempo aspira.
Il Signore risorto accompagni gli forzi compiuti dalle Autorità civili e religiose del Sud Sudan, sostenute dai frutti del ritiro spirituale tenuto alcuni giorni fa qui in Vaticano.
Possa aprirsi una nuova pagina della storia del Paese, nella quale tutte le componenti politiche, sociali e religiose s'impegnino attivamente per il bene comune e la riconciliazione della Nazione.
In questa Pasqua trovi conforto la popolazione delle regioni orientali dell'Ucraina, che continua a soffrire per il conflitto ancora in corso.
Il Signore incoraggi le iniziative umanitarie e quelle volte a perseguire una pace duratura.
La gioia della Risurrezione riempia i cuori di chi nel continente americano subisce le conseguenze di difficili situazioni politiche ed economiche.
Penso in particolare al popolo venezuelano: a tanta gente priva delle condizioni minime per condurre una vita degna e sicura, a causa di una crisi che perdura e si approfondisce.
Il Signore doni a quanti hanno responsabilità politiche di adoperarsi per porre fine alle ingiustizie sociali, agli abusi e alle violenze e di compiere passi concreti che consentano di sanare le divisioni e offrire alla popolazione gli aiuti di cui necessita.
Il Signore risorto illumini gli sforzi che si stanno compiendo in Nicaragua per trovare al più presto una soluzione pacifica e negoziata a beneficio di tutti i nicaraguensi.
Davanti alle tante sofferenze del nostro tempo, il Signore della vita non ci trovi freddi e indifferenti.
Faccia di noi dei costruttori di ponti, non di muri.
Egli, che ci dona la sua pace, faccia cessare il fragore delle armi, tanto nei contesti di guerra che nelle nostre città, e ispiri i leader delle Nazioni affinché si adoperino per porre fine alla corsa agli armamenti e alla preoccupante diffusione delle armi, specie nei Paesi economicamente più avanzati.
Il Risorto, che ha spalancato le porte del sepolcro, apra i nostri cuori alle necessità dei bisognosi, degli indifesi, dei poveri, dei disoccupati, degli emarginati, di chi bussa alla nostra porta in cerca di pane, di un rifugio e del riconoscimento della sua dignità.
Cari fratelli e sorelle, Cristo vive!
Egli è speranza e giovinezza per ognuno di noi e per il mondo intero.
Lasciamoci rinnovare da Lui!
Buona Pasqua!