Communio et progressio

Indice

Parte terza

Le comunicazioni sociali e l'impegno dei cattolici

101. Il Concilio Vaticano II ha rivolto ai cattolici una vibrata esortazione a tenere ben presenti e ad approfondire i nuovi impegni e doveri che, alla luce dei principii cristiani, loro derivano dal progresso tecnologico degli strumenti della comunicazione.

Come è stato esposto in sintesi nella prima parte, la storia stessa della salvezza mette in evidenza il grande e nobile valore della comunicazione sociale nell'opera creatrice e redentrice di Dio, che l'uomo deve continuare.

Affrontando decisamente il suo impegno in questo settore, la Chiesa è tesa a cogliere i nessi vitali fra la dottrina cattolica e l'intima natura della comunicazione sociale; così essa adempie il divino mandato affidatole di rivolgere a tutto il mondo la sua preoccupazione pastorale per il progresso umano e l'annuncio del Vangelo.

Nella seconda parte di questa Istruzione sono state illustrate le condizioni perché i mezzi della comunicazione possano contribuire efficacemente all'incremento e alla diffusione del progresso umano.

Quale specifico contributo possa essere dato a tale progresso dal mondo cristiano e cattolico, verrà prospettato brevemente in questa terza parte, la quale metterà in evidenza il posto che occupano le comunicazioni sociali nella vita e nell'azione dei cattolici.

Capitolo Primo

Apporto dei cattolici alle comunicazioni sociali

102. Il Popolo di Dio intende dare un efficace contributo alla comunicazione sociale con i moderni strumenti; perché questi siano veramente a servizio dell'umanità, non c'è dubbio che il loro apporto più costruttivo lo si debba collocare nella trasmissione dei valori dello spirito.

La Chiesa, con questo suo spirituale servizio, spera innanzitutto che le leggi fondamentali della comunicazione siano più chiaramente scrutate e più attentamente rispettate, e nello stesso tempo che la dignità della persona, sia del comunicatore che del recettore, venga riconosciuta in tutte le sue dimensioni e trattata con ogni riguardo, perché la comunicazione, per la quale gli uomini divengono prossimi fra di loro, si trasformi davvero in comunione.

103. Perciò i cattolici impegnati nel settore delle comunicazioni, quando danno le loro prestazioni con provata competenza, compiono non soltanto un nobile dovere professionale, ma partecipano anche alla missione dei cristiani nei riguardi del mondo.

Oltre a questa fondamentale testimonianza, che offrono come tecnici e collaboratori in ambienti di lavoro e in organizzazioni aconfessionali, essi cercheranno di far conoscere il punto di vista cattolico in tutti i problemi che richiedono particolare attenzione da parte della società.

Così potranno anch'essi dare un valido aiuto a quanti curano e trasmettono le notizie, perché non trascurino gli avvenimenti religiosi, che interessano il loro pubblico, e diano un congruo risalto all'aspetto religioso degli avvenimenti trasmessi.

É chiaro che la presenza di questi cattolici non deve essere rivolta ad esercitare una pressione ideologica, ma vuole rendere un autentico servizio, che per le sue intrinseche qualità positive sia gradito dai colleghi di professione.

104. I comunicatori cattolici hanno diritto di ricevere dalla Chiesa quell'assistenza pastorale necessaria per un compito così impegnativo e difficile.

105. La Chiesa, riconoscendo l'importanza di questa professione e le difficoltà che l'accompagnano, desidera vivamente di venire a contatto e aprire un dialogo con i comunicatori di qualsiasi opinione religiosa per contribuire alla soluzione degli specifici problemi della professione e giovare nel modo migliore alla società.

106. I Vescovi poi e i sacerdoti, i religiosi e i laici, che in qualche modo rappresentano la Chiesa, si sentano sempre di più impegnati a dare il loro contributo alla stampa e a prendere parte a trasmissioni radiotelevisive e cinematografiche.

É una partecipazione che può produrre dei frutti impensabili e quindi deve essere largamente incoraggiata.

Ma la natura stessa dei mezzi di comunicazione richiede che quanti li utilizzano siano ben preparati tecnicamente e artisticamente.

Spetta poi agli uffici nazionali e alle organizzazioni specializzate dare una tempestiva e completa formazione a quanti già sono impegnati, o stanno per esserlo, in queste forme di comunicazione.

107. La Chiesa ritiene di urgenza immediata offrire l'opportunità di una formazione cristiana agli stessi recettori.

Con questa prestazione essa rende un prezioso servizio anche alla comunicazione sociale, poiché recettori culturalmente più preparati potranno dialogare validamente e nello stesso tempo esigere comunicazioni più elevate ed impegnative.

L'organizzazione scolastica cattolica deve infine affrontare con maggior impegno il suo gravissimo dovere in questo campo; in tutte le scuole si impartisca agli alunni un insegnamento che non formi soltanto dei competenti lettori, ascoltatori o spettatori, ma che dia anche la possibilità di utilizzare attivamente tutte le possibilità di espressione che offrono gli strumenti della comunicazione.

Così i giovani diventeranno a pieno titolo cittadini dell'era delle comunicazioni sociali, che sembra avere preso inizio nel nostro tempo.

108. La trattazione teorica e pratica della comunicazione sociale dovrà trovare posto nell'ambito delle discipline teologiche, particolarmente della morale e della pastorale e, almeno per gli elementi essenziali, anche nei testi catechistici.

Tanto meglio questo potrà realizzarsi quanto maggiore sarà l'impegno degli stessi teologi per una ricerca più approfondita circa i principii esposti nella prima parte di questa Istruzione.

109. I genitori e gli educatori, i sacerdoti e i dirigenti delle associazioni cattoliche non esitino a indirizzare verso una delle professioni della comunicazione sociale quei giovani che dimostrino di avere una spiccata inclinazione e siano provvisti delle necessarie qualità intellettuali.

Per preparare coscientemente questi giovani e per aiutare i candidati migliori, occorrono dei mezzi finanziari e delle borse di studio.

É molto importante aiutare i Vescovi dei paesi in via di sviluppo e mettere a loro disposizione finanziamenti per la formazione tecnicoculturale degli aspiranti con la possibilità di istruirsi ed esercitarsi nell'uso dei mezzi di comunicazione, nel loro stesso paese.

110. Nell'ambito delle rispettive responsabilità è necessario che i Vescovi e i sacerdoti, i religiosi e le religiose, come pure le associazioni di laici, si impegnino a collaborare alla specifica formazione cristiana in questo settore, non trascurando il contesto sociale;

si tengano continuamente aggiornati acquistando una certa confidenza anche nell'uso diretto degli strumenti stessi;

cerchino di incontrarsi con i comunicatori per approfondire i problemi posti dalla comunicazione sociale e per un fecondo scambio di idee e di esperienze.

111. Chiamati ad inserirsi nella vita moderna e ad esercitare in essa un efficace apostolato, i futuri sacerdoti, i religiosi e le religiose, nel periodo della loro formazione, nei seminari e istituti, dovranno rendersi conto dell'enorme influsso dei mezzi di comunicazione sulla società e nello stesso tempo conoscerne il funzionamento tecnico.

Questa conoscenza deve considerarsi parte integrale della loro formazione e condizione indispensabile per un servizio pastorale efficace nella odierna società, sempre più condizionata dall'uso di questi mezzi.1

Inoltre tanto i sacerdoti che i religiosi e le religiose dovrebbero saper seguire attentamente il sorgere della sensibilità e dell'opinione pubblica per sintonizzarsi con il modo di reagire della gente di oggi, giacché l'annuncio della Parola di Dio deve essere rivolto ai nostri contemporanei e le comunicazioni sociali offrono un validissimo contributo a tale annuncio.

Gli alunni, poi, che dimostrano inclinazione e doti particolari in questo campo, vengano indirizzati ad una formazione superiore.

112. Le recensioni critiche delle trasmissioni radiotelevisive, delle pellicole cinematografiche, dei rotocalchi possono offrire un valido aiuto per la formazione culturale e religiosa come pure per un'oculata scelta, particolarmente da parte delle famiglie, nell'uso dei mezzi di comunicazione.

In questo campo devono essere particolarmente seguiti i giudizi veramente autorevoli, che vengono dati nelle diverse regioni, per incarico dei Vescovi, da particolari organismi circa l'importanza, l'utilità, la moralità e la valutazione cristiana dei film, delle trasmissioni radiotelevisive e delle produzioni a stampa.

113. Le Università cattoliche infine e gli altri istituti similari renderanno sempre più viva la loro formazione culturale, completandola con l'approfondimento scientifico e l'opera di ricerca nei riguardi della comunicazione sociale.

Procureranno quindi di collezionare tutti gli studi compiuti in materia, di offrire gli strumenti per la ulteriore ricerca, e curare una larga diffusione dei risultati conseguiti, a servizio della cultura cristiana.

Per realizzare questo programma sarà necessario trovare aiuti finanziari e collaborare con altre istituzioni culturali.

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1 Cf Sacra Congr. Ed. Cattolica, Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis
Vedi particolarmente il par. 4 e il num. 68