Direttorio Catechistico Generale |
53 Questo grande mistero di Cristo, Capo e Signore dell'universo, "si è manifestato nella carne" agli uomini.
L'uomo Cristo Gesù, che dimorò tra noi, lavorando con mani d'uomo, pensando con mente d'uomo, agendo con volontà d'uomo, amando con cuore d'uomo, è veramente il Verbo e il Figlio di Dio, che con l'incarnazione si è unito in un certo senso a ogni uomo.
La catechesi deve predicare Gesù nella sua esistenza concreta e nel suo messaggio, e cioè deve introdurre gli uomini nella mirabile pienezza della sua umanità perché possano riconoscere il mistero della sua divinità.
In realtà Gesù, pur vivendo in singolare e assidua intimità di preghiera con il Padre, manifestò sempre una profonda solidarietà con gli uomini.
Con la sua bontà ha abbracciato tutti, giusti e peccatori, poveri e ricchi, connazionali e stranieri; se dimostrò preferenze, queste furono per i sofferenti, i poveri, gli umili.
Ebbe per la persona umana un rispetto e un interesse quali nessuno, prima di lui, aveva manifestato.
La catechesi deve pure costantemente difendere e corroborare la fede nella divinità di Gesù Cristo, affinché non venga accolto soltanto per la sua pur mirabile vita umana, ma venga riconosciuto per la testimonianza delle sue parole e delle sue opere come "unigenito Figlio di Dio", "Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre".
La retta interpretazione del mistero dell'incarnazione è progressivamente cresciuta nella tradizione cristiana: attraverso un'assidua ricerca sulla fede i padri e i concili si sono adoperati per precisare i concetti, per approfondire le caratteristiche del mistero di Cristo e i suoi misteriosi rapporti col Padre celeste e con gli uomini.
Inoltre fu la vita cristiana a testimoniare nei secoli la verità di questo mistero.
La comunione di Dio con gli uomini, raggiungibile in Cristo, divenne per l'umanità fonte di gioia e di inesauribile speranza.
In Cristo è presente tutta la pienezza della divinità; in lui si manifesta l'amore di Dio per gli uomini.
S. Ignazio scriveva ai cristiani di Efeso: "Uno solo è il medico, carnale e spirituale, genito e ingenito, essendo Dio in carne, vita vera nella morte, nato da Maria e da Dio, prima impassibile e poi passibile, Gesù Cristo signore nostro".
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