Aspetti della formazione spirituale nei seminari

Indice

1. Il Cristo, Parola di Dio

Silenzio interiore

É necessario che il candidato al sacerdozio sia reso capace di ascoltare e di comprendere la Parola, il « Verbo » di Dio.

Non è necessario insistere qui sul bisogno evidente - per i cristiani e per i non cristiani - del silenzio interiore: si pensi ai gruppi che si formano, ai « Centri » che si creano, alle ricerche spesso disordinate di un contatto con coloro che si crede siano detentori di un « segreto » a questo riguardo, all'interesse per le formule più o meno ispirate dall'Asia …

Lasciamo da parte ogni descrizione dettagliata di queste ricerche di silenzio e ogni tentativo di giudizio.

Ci limiteremo a costatarne il bisogno, per trarne le conseguenze per quanto concerne i nostri futuri sacerdoti.

Essi dovranno possedere l'esperienza del silenzio interiore, averne acquisito il senso autentico ed essere capaci di comunicarlo.

É importante innanzi tutto che i sacerdoti abbiano un'idea esatta di questo silenzio: devono sapere in che cosa consiste.

Certamente nessuno lo confonderà con un semplice silenzio esteriore dal quale è, come diremo, in una certa misura inseparabile.

Ma vi sono confusioni più gravi.

Ne esistono intorno a noi: molti vi sono esposti, quando si rivolgono alle mistiche asiatiche o ad altre mistiche.

La mistica cristiana a nient'altro tende che a fare incontrare il Cristo, a favorire un'intimità interiore e un vero costante dialogo con Lui.

L'autentico silenzio interiore, quello di cui parla così bene S. Giovanni della Croce, ha nel Cristo la sua sorgente e il suo termine.

É il frutto della fede viva e della carità.

É abbandono e dipendenza nei riguardi di Dio e, di per sé, è « distinto dal sentimento e dallo straordinario » ( s. Luigi - M. Grignion di Montfort ).

É un atteggiamento profondo dell'anima che attende tutto da Dio e che è totalmente rivolta a Dio.

Non è legato in modo essenziale a determinate posizioni del corpo, e tanto meno ad una manifestazione interiore e sensibile dello Spirito Santo.

Ora è questo che bisogna far scoprire e accettare al futuro sacerdote, mettendolo alla scuola di maestri spirituali sicuri e della Chiesa nella sua preghiera ufficiale.

L'arte della preghiera

Per ottenere questo silenzio interiore è necessario adoperare i mezzi.

Si tratta di un'educazione lenta e difficile, poiché libera l'uomo dagli impulsi dei meccanismi interiori e dalle sollecitazioni del mondo.

Senza avere la pretesa di giudicare in modo superficiale i metodi qua e là proposti, diciamo che nella nostra formazione bisogna non confidare nei « mezzi sbrigativi » che promettono troppo e troppo presto; sviano dalla meta e creano falsi bisogni, con l'illusione di risultati quasi automatici e ingannevoli: un certo calore umano scambiato per un benessere spirituale; una violenza fatta al corpo, che non fa altro che svuotare l'anima; una musica allettante …

La scuola della fede è laboriosa, ed è proprio di questo che si tratta.

I veri mezzi sono: la frequenza di autentici maestri, la preghiera coltivata con pazienza e soprattutto la preghiera ufficiale della Chiesa, pienamente e profondamente partecipata.

Bisogna aggiungere la presenza e il consiglio di una guida, compito specifico del futuro sacerdote.

Inoltre non bisogna separare questo aspetto della vita di fede - veramente fondamentale - da tutti gli altri aspetti di una formazione che accetti la regola di una fede viva, operante per mezzo della carità.

I maestri spirituali

I « maestri spirituali », grazie a Dio, non sono mai mancati nella Chiesa.

La loro riconosciuta santità personale e la prodigiosa fecondità della loro azione costituiscono per noi un invito e un incoraggiamento.

Essi sono dei « santi » che hanno formato generazioni di santi.

Il loro nome è nel ricordo di tutti, ma quanti futuri sacerdoti li avranno frequentati prima di lasciare il seminario?

Quanti avranno potuto acquisire con il loro contatto il senso di un autentico clima spirituale, il gusto di Dio e di questo silenzio interiore, che non inganna e che rende sensibili alle « note false »?

Ogni seminario, su questo punto, deve avere un programma e deve abituare gli alunni a leggere e a gustare i grandi autori spirituali, i veri « classici ».

Queste letture non sono certo esclusive, ma devono essere preminenti, e restano indispensabili.

Insegnare a pregare

In questo contesto, bisogna insegnare a pregare, ad accettare gli inizi laboriosi e deludenti della preghiera, senza timore di dare regole, di adottare umilmente un metodo e di seguirne l'attuazione pratica.

Se non si ritiene possibile e più proficua in un determinato contesto la preghiera in comune, è necessario almeno determinare rigorosamente il tempo della preghiera personale e assicurarsi che lo si mantenga fedelmente.

Si deve far evitare le preparazioni astratte, far preferire, a tutto, il Vangelo, richiamare instancabilmente il fine: « cercare il Cristo »; « aspettarsi tutto da Lui solo »; non prendere una bella idea per un buon risultato; « imparare ciò che si sa »; « approfondirsi, non arricchirsi » …

Tutto questo si traduce nelle più svariate linee: dal semplice ascolto alla domanda; dall'adorazione muta alla lode …

Ecco quello a cui la guida deve senza sosta richiamare, perché il discepolo non si smarrisca e apprezzi correttamente i suoi progressi.

La preghiera della Chiesa

Ma niente è più importante e decisivo di una partecipazione sempre più profonda e completa alla preghiera della Chiesa, prima di tutto alla celebrazione eucaristica e alla liturgia della Parola, che la introduce - e lo richiameremo -, ma anche alla « liturgia delle Ore ».

La preghiera della Chiesa si nutre della preghiera dei Salmi.

In essi la Chiesa riceve da Dio stesso le parole « ispirate »: esse sono come lo « stampo » in cui essa cola i pensieri e i sentimenti umani.

É lo Spirito Santo che per mezzo dei Salmi suggerisce le parole e forma il cuore.

É così che Gesù pregava; la sua Passione ne è una testimonianza.

É così che Maria pregava, come ne è chiaro esempio il suo « Magnificat ».

Non c'è preghiera più capace di creare a poco a poco il silenzio interiore che si cerca, quello vero che viene da Dio, di quella che è semplicemente, intelligentemente e nello stesso tempo perfettamente cantata, sia in privato sia, quando e possibile, in comunità.

Il silenzio esteriore

Non è che il silenzio esteriore sia a tale scopo insignificante o inutile.

Quando esiste il silenzio interiore, esso richiede il silenzio esteriore, lo ricerca e lo procura.

E a sua volta il silenzio esteriore si pone al servizio dell'altro.

É necessario ad un seminario, che vuole preparare esperti maestri di preghiera, il silenzio esteriore: un regolamento dovrà provvedervi fin dall'inizio.

Ma se non si vede da dove proviene e a che cosa vuole condurre un simile silenzio, non potrà che essere insignificante e male accettato.

Al contrario, quando il silenzio interiore si approfondisce, l'esigenza del silenzio esteriore si fa sempre più pressante e rigorosa.

Non vi è alcun dubbio che in un seminario nel quale non esiste il silenzio esteriore, anche il silenzio spirituale è assente.

Il clima generale

Appare chiaro che questa iniziazione suppone varie condizioni.

Ma come sottrarsi ad esse senza venir meno a un dovere?

L'abbiamo già detto, l'educazione alla preghiera non può essere separata dall' educazione generale.

Essa non può rimanere un compartimento stagno, ma deve unirsi ad una vita di carità vicendevole, ad una ricerca del Cristo mediante lo studio e mediante il servizio per il regno di Dio presente o futuro nella Chiesa, benché l'educazione alla preghiera esiga i suoi mezzi specifici.

Ma, soprattutto la formazione al silenzio interiore deve essere l'oggetto di un'intesa costante da parte dei responsabili del seminario; tutti vi hanno la loro parte specifica: il rettore, il direttore spirituale e ciascuno dei professori.

Se questa catena si spezza, non si ha formazione; se ciascuno non ne assume la responsabilità in coscienza e in pratica, se non si è disposti a farne oggetto di riflessione comune e permanente, i migliori mezzi, per mancanza di ambiente portante, perdono il loro valore.

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