Guida per i Catechisti |
La CEP sente il bisogno di esprimere un riconoscimento grato e pubblico ai Vescovi, ai sacerdoti e alle comunità dei fedeli per la cura attenta che hanno dimostrato verso i catechisti.
Questo loro atteggiamento è una garanzia per l'annuncio missionario e per la maturazione delle giovani Chiese.
I catechisti, infatti, sono apostoli di frontiera, senza dei quali "Chiese ora fiorenti non sarebbero state edificate" e in più sono una delle componenti essenziali della comunità, radicati in essa in forza del Battesimo, della Confermazione e della loro vocazione, con il diritto e il dovere di poter crescere in pienezza e operare con responsabilità.
È significativo che Giovanni Paolo II, nella Lettera Enciclica Redemptoris Missio, faccia questo apprezzamento sui catechisti nei territori di missione: "Tra i laici che diventano evangelizzatori si trovano in prima fila i catechisti. ( … )
Anche col moltiplicarsi dei servizi ecclesiali ed extra-ecclesiali il ministero dei catechisti rimane sempre necessario ed ha particolari caratteristiche".
Queste espressioni confermano quanto lo stesso Sommo Pontefice aveva affermato nell'Esortazione Apostolica Catechesi Tradendae: "Sono i catechisti in terra di missione coloro che meritano, in modo del tutto speciale, questo titolo di 'catechisti'".
Ai catechisti si può applicare con verità la parola del Signore: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni" ( Mt 28,19 ), perché essi "legittimamente attendono al ministero della Parola".
I catechisti siano valorizzati nell'organizzazione della comunità ecclesiale.
Sarà molto utile che sia garantita una loro presenza significativa negli organismi di comunione e partecipazione apostolica, quali ad esempio i consigli pastorali diocesani e parrocchiali.
Non si dimentichi che il numero dei catechisti è in continuo aumento e che dal loro attuale impegno molto dipende la qualità delle future comunità cristiane.
Esistono situazioni nella società moderna che richiedono la presenza dei catechisti, perché sono laici che vivono le situazioni secolari e le possono illuminare con la luce del Vangelo, operando dall'interno della società.
Oggi nel contesto della teologia del laicato i catechisti occupano necessariamente un posto di rilievo.
Tutte queste considerazioni incidono sull'urgenza di potenziare i catechisti quanto al numero con una adeguata promozione vocazionale, e soprattutto quanto alla qualità, con un'attenta e globale programmazione formativa.
I Vescovi, come primi "responsabili della catechesi", sono anche i primi responsabili dei catechisti.
Il Magistero contemporaneo e la legislazione rinnovata della Chiesa insistono sopra questa responsabilità originaria dei Vescovi legata al loro ruolo di successori degli Apostoli sia come Collegio che come Pastori nelle Chiese particolari.
La CEP raccomanda ai singoli Vescovi e alle Conferenze Episcopali di continuare con ogni energia e, quando occorre, di potenziare la loro cura in favore dei catechisti, tenendo conto di tutti gli aspetti che li riguardano: dallo stabilire i criteri per la scelta, al promuovere i programmi e le strutture di formazione, all'uso dei mezzi proporzionati per il sostentamento, ecc.
I Vescovi curino personalmente i catechisti, instaurando un rapporto profondo e possibilmente individuale con essi.
Nel caso che ciò non sia fattibile, potrebbe essere utile nominare un apposito vicario episcopale.
Forte della propria esperienza, la CEP indica anche alcuni ambiti preferenziali di intervento, quali:
- Coscientizzare la comunità diocesana e quelle parrocchiali, con speciale attenzione ai presbiteri, circa l'importanza e il ruolo dei catechisti.
- Fare o rinnovare i Direttori catechistici per quelle parti che interessano la figura e la formazione del catechista, a livello di nazione o diocesi, di modo che ci sia chiarezza e unità nell'applicare alla situazione locale le rispettive indicazioni del Direttorio Catechistico Generale, dell'Esortazione Apostolica Catechesi Tradendae e quelle della presente Guida per i catechisti.
- Garantire un minimo di attrezzature per la preparazione specifica dei catechisti, a livello diocesano e parrocchiale, di modo che nessuno sia immesso nel suo compito senza esservi preparato; inoltre fondare o potenziare scuole o centri appositi.
- Puntare sulla creazione dei quadri in ogni diocesi e parrocchia, cioè di quei gruppi di catechisti ben formati nei centri e con adeguata esperienza, i quali, come si è già detto, in collaborazione con il Vescovo e i sacerdoti, possano farsi carico della formazione e dell'accompagnamento di altri catechisti volontari, ed essere posti nei punti chiave per l'attuazione dei programmi catechistici.
- Sovvenire, con un'oculata programmazione economica e coinvolgendo la comunità, alle necessità collegate con la formazione, l'attività e la vita dei catechisti.
Oltre a questi ambiti prioritari di intervento, giova ripetere che il modo eminente e globale con il quale i Vescovi possono attuare la responsabilità verso i catechisti è manifestare il loro amore paterno con un costante interessamento e con incontri di persona.
I presbiteri, particolarmente i parroci, come educatori nella fede e collaboratori immediati del Vescovo, hanno un ruolo immediato e insostituibile nella promozione del catechista.
Essi che, come pastori, devono riconoscere, promuovere e coordinare i vari carismi all'interno della comunità, seguano in modo particolare i catechisti, che condividono con loro la fatica dell'annuncio.
Li considerino e accettino come persone responsabili del ministero loro affidato e non come meri esecutori di programmi prestabiliti.
Ne promuovano il dinamismo e la creatività.
Educhino inoltre la comunità a responsabilizzarsi nella catechesi, accogliendo i catechisti, collaborando con essi e sostenendoli economicamente, tenendo conto se hanno una famiglia a carico.
In questa speciale ottica, risulta decisiva l'educazione del clero, a partire dai seminari, perché sia in grado di apprezzare, favorire e valorizzare convenientemente il catechista, come figura eminente di apostolo e suo speciale collaboratore nella vigna del Signore.
La preparazione dei catechisti è generalmente affidata a persone qualificate sia nei centri che nelle parrocchie.
Questi formatori hanno un ruolo di forte responsabilità e rendono un contributo prezioso alla Chiesa.
Siano, dunque, consapevoli della loro vocazione e del valore del compito che sono chiamati a svolgere.
Quando una persona accetta il mandato di formare i catechisti si consideri l'espressione concreta della cura dei Pastori e si impegni a seguire le loro direttive.
Così pure sappia vivere la dimensione ecclesiale di questo mandato, realizzandolo in spirito comunitario e seguendo programmi d'insieme.
Come si è già ricordato sopra, il formatore dei catechisti sia fornito di doti spirituali, morali e pedagogiche.
In particolare abbia una intensa vita cristiana, di modo che possa educare soprattutto con la propria testimonianza.
Stia vicino ai catechisti, trasmettendo loro fervore ed entusiasmo.
Ogni diocesi faccia il possibile per avere un gruppo di formatori di catechisti, composto possibilmente da sacerdoti, religiosi, suore e laici, che possano essere inviati nelle parrocchie a preparare gli aspiranti, in comunità e individualmente.
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