Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo XVI - La commemorazione di tutti i fedeli defunti

395. La Chiesa offre il sacrificio eucaristico e la propria intercessione per i defunti non soltanto nelle loro esequie e nell'anniversario della morte, ma anche nella commemorazione che celebra ogni anno per tutti i suoi figli che si sono addormentati in Cristo e si preoccupa di aiutarli presso Dio con validi suffragi, perché possano giungere alla comunione dei santi del cielo.

In questo modo, poiché tutti i fedeli sono uniti in Cristo, mentre impetra un aiuto spirituale per i defunti, offre ai viventi consolazione di speranza.254

396. Nel celebrare questa commemorazione il vescovo si preoccupi di favorire in ogni modo la speranza nella vita eterna, in modo tuttavia che non sembri né ignorare né disattendere il modo di pensare o di comportarsi da parte degli uomini della sua diocesi circa i defunti.

Si tratti quindi di tradizioni familiari o di consuetudini locali, accolga volentieri quanto vi riscontra di buono.

Se poi qualche particolare risultasse in contrasto con i principi cristiani, cerchi di trasformarlo in modo che le esequie celebrate per i defunti esprimano la fede pasquale e dimostrino uno spirito in piena linea con il vangelo.255

397. In questo giorno non si orni l'altare con fiori, mentre il suono dell'organo e degli altri strumenti è permesso soltanto per sostenere il canto.256

398. Conviene che nella commemorazione di tutti i fedeli defunti il vescovo, nei luoghi in cui i fedeli si riuniscono in questo giorno, secondo la consuetudine locale, in chiesa o nello stesso cimitero, celebri la messa con il popolo e partecipi con la sua Chiesa ai consueti suffragi per i defunti.

399. Nel cimitero o nelle chiese in cui sono sepolti corpi di defunti, o all'ingresso della cappella funeraria o presso il sepolcro dei vescovi, alla messa può seguire l'aspersione e l'incensazione dei sepolcri, come è descritto più sotto.

4000. Terminata l'orazione dopo la comunione, il vescovo riceve la mitra semplice ed egli stesso oppure un diacono o un concelebrante o un altro ministro capace introduce brevemente i fedeli al rito dell'aspersione per i definiti.

401. Mentre si esegue un canto adatto, preso dal Rito delle esequie,257 il vescovo con mitra e pastorale si avvicina ai loculi dei defunti e, dopo aver consegnato il pastorale, li asperge e li incensa.

Quindi, deposta la mitra, proclama un'orazione adatta fra quelle proposte nel Rito delle esequie,258 e si fa il congedo nel modo solito.

402. Il vescovo può compiere questo rito anche al di fuori della messa, portando il piviale di colore violaceo e la mitra semplice.

In questo caso la benedizione dei tumuli segue una liturgia della parola, che è celebrata secondo il modo previsto nel Rito delle esequie.259

403. Il rito dell'aspersione e dell'incensazione dei sepolcri, descritto più sopra ai nn. 399-402, non si può mai compiere quando non sono presenti i corpi dei defunti.

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254 Cf. Rituale Romano, Rito delle esequie, n. 1
255 Cf. ibidem, n. 2
256 Cf. S. Congregazione dei riti, Istruzione Musìcam sacram, 5 marzo 1967, n. 66
257 Cf. Rituale Romano, Rito delle esequie, nn. 145-166; 187-191
258 Cf. ibidem, nn. 170-176
259 Cf. ibidem, n. 45