Cerimoniale dei Vescovi |
821. È molto opportuno che il vescovo, in quanto annunciatore della fede e ministro della consolazione, presieda, secondo la possibilità, i funerali che si svolgono con grande presenza di popolo, soprattutto quando si tratta di un vescovo di un presbitero defunto.
822. Per celebrare il funerale siano fatti questi preparativi:
a) in sacrestia o nel luogo più adatto:
- le vesti sacre di colore destinato al funerale;
- per il vescovo: la veste bianca, la stola, la croce pettorale, il piviale per la processione e la celebrazione della parola Dio, la casula per la messa, la mitra semplice, il bastone pastorale;
- per i concelebranti: le vesti per la messa;
- per i diaconi: le vesti bianche, le stole ( dalmatiche );
- per gli altri ministri: le vesti bianche o altre vesti legittimamente approvate.
b) in casa del defunto:
- il Rituale Romano;
- la croce da portare in processione ed i candelabri;
- il contenitore dell'acqua benedetta con l'aspersorio;
- Il turibolo con la navicella dell'incenso ed il cucchiaio.
c) In presbiterio:
- ciò che è richiesto per la celebrazione della Messa o per la celebrazione della Parola di Dio.
d) Presso il luogo dove viene deposto il feretro:
- il cero pasquale;
- ciò che è richiesto per il rito della raccomandazione, se non è stato portato nella processione dalla casa del defunto.
823. Nella celebrazione del funerale non vi sia alcuna menzione di persone o situazioni private tanto nella cerimonia quanto nella processione esterna, eccetto la distinzione che deriva dall'ufficio liturgico e dall'ordine sacro ed eccetto gli onori dovuti alle autorità civili a norma delle leggi liturgiche.
Si deve lodevolmente mantenere la consuetudine di deporre il defunto in quella posizione che gli fu abituale nell'assemblea liturgica, cioè il ministro ordinato con il volto rivolto al popolo, il laico con il volto rivolto all'altare.
824. Nella celebrazione del funerale sia assolutamente mantenuta una nobile semplicità.
Il feretro è dunque lodevolmente posto sopra il pavimento e vicino al feretro è collocato il cero pasquale.
Sopra il feretro viene posto il Vangelo, oppure il libro delle Sacre Scritture oppure la croce.
Se il defunto è un ministro ordinato, si possono deporre le insegne del suo ordine, secondo la tradizione locale.
L'altare non sia ornato di fiori.
Il suono dell'organo e degli altri strumenti è permesso solo per accompagnare i canti.
825. Soprattutto quando un altro ( vescovo ) svolge il funerale di un vescovo, tenuto conto delle consuetudini locali e delle ragioni di opportunità, è preferibile il primo tipo di funerale previsto nel Rituale Romano, il quale è composto da tre stazioni, cioè in casa del defunto, in chiesa e nel cimitero, con due processioni intermedie.
Questo nel caso in cui un vescovo presieda lodevolmente anche la stazione in casa del defunto e la prima processione.
Qualora il vescovo non si rechi personalmente alla casa del defunto e sia comunque necessario fare questa stazione, sia celebrata da uno dei presbiteri cui compete ciò; il vescovo aspetti in chiesa alla cattedra o in sacrestia.
826. Nel caso in cui il vescovo presiede la stazione in casa del defunto e la processione verso la chiesa, indossa nel luogo più adatto la veste bianca, la stola, la croce pettorale, il piviale del colore del funerale e prende la mitra semplice e il bastone pastorale.
I concelebranti, qualora siano presenti alla messa, fin dall'inizio indossano le vesti richieste.
I diaconi ed i ministri indossano le proprie vesti.
827. In casa del defunto il vescovo saluta con umanità i presenti, esprimendo loro la consolazione della fede.
Poi viene detto un salmo adatto in forma responsoriale secondo l'opportunità.
Quindi il vescovo, lasciati il pastorale e la mitra, aggiunge un'orazione adatta fra quelle che sono indicate nel Rituale Romano.140
828. Se il trasporto del defunto alla chiesa avviene in processione, secondo l'uso per primo cammina il turiferario con il turibolo fumante, poi il ministro con la croce in mezzo a due accoliti che portano i candelabri, quindi i chierici ed i diaconi, che indossano la veste talare e la sopra il pelliceo, i presbiteri, vestiti del loro proprio abito corale, quindi i concelebranti, qualora siano presenti, ed il vescovo con la mitra ed il pastorale accompagnato da due diaconi, quindi i ministranti destinati al libro ed al pastorale che precedono il feretro.
Frattanto si cantano salmi o altri canti adatti secondo la norma del Rituale Romano.141
829. Se non viene fatta la stazione alla casa del defunto, il vescovo oppure uno fra i presbiteri alla porta della chiesa svolge tutto come sopra indicato nella casa del defunto.
830. All'ingresso in chiesa e all'inizio della messa, secondo l'uso, sia fatto un solo canto, come nel messale; tuttavia, qualora una speciale ragione pastorale lo richieda, si può aggiungere uno fra i responsori che sono indicati nel Rituale Romano.142
831. Dopo che è arrivato all'altare, il vescovo depone il pastorale e la mitra, compie un gesto di venerazione all'altare e, secondo l'opportunità, ( lo ) incensa e si dirige alla sede dove lascia il piviale ed indossa la casula.
Qualora ciò sembri più opportuno, il vescovo può lasciare il piviale e prendere la casula dopo essere arrivato all'altare e prima di venerarlo.
Nel frattempo il defunto è deposto nel luogo adatto davanti all'altare nella posizione a lui dovuta, come detto sopra al n. 823.
832. La messa funebre è celebrata al modo consueto di tutte le messe.
Nella seconda e terza preghiera eucaristica siano aggiunte le intercessioni proprie.
833. Dopo aver detto l'orazione dopo la comunione, anche qualora non abbia celebrato il vescovo, o, se non ha avuto luogo il sacrificio eucaristico, dopo la conclusione della liturgia della Parola, il vescovo, indossata la casula ( se è stata celebrata la messa ) o il piviale ( se è stata celebrata la liturgia della Parola ), prende la mitra, il pastorale e si dirige verso il feretro, dove, stando rivolto al popolo, avendo presso di sé un diacono e i ministri con l'acqua benedetta e l'incenso, compie il rito dell'estrema raccomandazione e saluto.143
Se il sepolcro si trova nella stessa chiesa, questo rito si svolge opportunamente al sepolcro.
Poi avviene la processione e frattanto vengono fatti i canti come nel Rituale Romano.144
834. Poi il vescovo stando di fronte al feretro, deposti pastorale e mitra, pronuncia l'invito Debitum humani corporis ( Dovuto del corpo umano ) o un altro invito simile.
Tutti per un po' di tempo pregano in silenzio, poi il vescovo asperge ed incensa il corpo.
Nel frattempo si canta venite santi di Dio o un altro responsorio come indicato nel Rituale Romano.
L'aspersione e l'incensazione possono avvenire anche dopo il canto.
In fine il vescovo dice l'orazione nelle tue mani o un'altra adatta.145
835. Se il corpo viene portato dalla chiesa al cimitero, il vescovo aspetta alla cattedra mentre il corpo viene portato via dalla chiesa, oppure ritorna subito in sacrestia.
Qualora il vescovo accompagni di persona in processione il funerale, allora la processione avviene come nella prima stazione e si possono cantare salmi e antifone, fra quelli che si trovano nel Rituale Romano.146
836. Dopo essere arrivato al cimitero, il vescovo, se è il caso, benedice il sepolcro dopo aver deposto il pastorale e la mitra, e dopo aver detto l'orazione che si trova nel Rituale Romano, qualora ci sia l'abitudine, asperge con l'acqua benedetta e poi incensa la tomba ed il corpo del defunto.147
837. La tumulazione avviene subito a alla fine del rito, secondo al consuetudine locale.
Mentre il corpo è deposto nel sepolcro, o in un altro momento opportuno, il vescovo può dire l'ammonizione poiché piacque, che si trova nel Rituale Romano.148
838. Poi il vescovo può dire la preghiera dei fedeli che si conclude con l'orazione fac quaesumus Domine ( fa', ti preghiamo, o Signore ), dicendo lui l'ammonizione, mentre un diacono pronuncia le intenzioni, o un'altra quelle che sono proposte nel Rituale Romano.
In fine si aggiunge il versetto l'eterno riposo e si può fare qualche canto, secondo le abitudini locali.149
839. Se il vescovo non celebra personalmente, presieda la liturgia della parola dalla cattedra mantenendo il piviale.
Egli fa lo stesso se, non essendo svolto il sacrificio eucaristico, si svolge la liturgia della parola come indicato nel Rituale Romano.
Nello svolgere i funerali di bambini o di adulti secondo altre forme previste nel Rituale Romano, il vescovo si comporta nel modo sopra descritto, adottate le opportune variazioni.
Indice |
140 | Cf. Rituale Romano, Rito delle esequie, nn. 33-34; 167-169 |
141 | Cf. ibidem, n. 35 |
142 | Cf. ibidem, nn. 37 e 47; 187-191 |
143 | Cf. ibidem, n. 46 |
144 | Cf. ibidem, nn. 50; 166 |
145 | Cf. ibidem, nn. 16-48; 183-192 |
146 | Cf. ibidem, nn. 52; 157 |
147 | Cf. ibidem, nn. 53; 193-195 |
148 | Cf. ibidem, n. 55 |
149 | Cf. ibidem, nn. 56; 196-199 |