1 febbraio 1986
Delhi ( India )
Cari amici.
1. La mia visita in India è un pellegrinaggio di buona volontà e di pace, ed è la realizzazione del desiderio di conoscere personalmente l'anima stessa del vostro paese.
È più che giusto che questo pellegrinaggio abbia inizio qui, al Raj Ghat, dedicato alla memoria dell'illustre Mahatma Gandhi, padre della Nazione e "apostolo della non-violenza".
La figura del Mahatma Gandhi e il significato dell'opera alla quale consacrò la sua vita sono penetrati nella coscienza degli uomini.
Nelle sue celebri parole il Pandit Jawaharlal Nehru espresse la convinzione del mondo intero: "La luce che ha brillato in questo paese non è stata una luce come le altre" ( Pandit Jawaharlal Nehru, Homage to Mahatma Ganghi, New Delhi 1948, pp. 9-10 ).
Due giorni fa cadeva il 38° anniversario della sua morte.
Lui che era vissuto per la non-violenza sembrò sconfitto dalla violenza.
Per un breve momento sembrò che la luce si fosse spenta.
Ma i suoi insegnamenti e l'esempio della sua vita continuano a vivere nella mente e nel cuore di milioni di uomini e di donne.
E così è stato detto: "La luce si è spenta nella nostra vita, e vi è oscurità dappertutto, e non so cosa dirvi e come dirlo …
La luce si è spenta, dicevo; ma sbagliavo.
Perché la luce che ha brillato in questo paese non era una luce come le altre.
La luce che ha illuminato questo paese in questi molti anni continuerà ad illuminarlo per tanti anni ancora …" ( Pandit Jawaharlal Nehru, Homage to Mahatma Ganghi, New Delhi 1948, pp. 9-10 ).
Sì, la luce rifulge ancora, e il retaggio del Mahatma Gandhi continua a parlarci.
E oggi sono venuto qui, pellegrino di pace, a rendere omaggio al Mahatma Gandhi, eroe dell'umanità.
2. Da questo luogo, che è legato per sempre alla memoria di questo uomo straordinario, voglio esprimere al popolo dell'India e del mondo la mia profonda convinzione che la pace e la giustizia, delle quali la società contemporanea ha tanto bisogno, saranno conseguite soltanto seguendo la via che era l'essenza stessa del suo insegnamento: il primato dello spirito e la Satyagraha, la "verità-forza", che vince senza violenza attraverso il dinamismo intrinseco nell'azione giusta ( cf. Ioannis Pauli PP. II Epistula Apostolica ad Iuvenes, Internationali vertente Anno Iuventuti dicato, adn. 41, die 31 mar. 1985 ).
La potenza della verità ci porta a riconoscere con il Mahatma Gandhi la dignità, l'uguaglianza e la solidarietà fraterna di tutti gli esseri umani, e ci incita a rifiutare ogni forma di discriminazione.
Ci fa vedere ancora una volta la necessità della reciproca comprensione, dell'accettazione e della collaborazione tra gruppi religiosi nella società pluralista dell'India moderna e in tutto il mondo.
3. I tradizionali problemi della miseria, della fame e della malattia, non sono stati ancora estirpati dal nostro mondo.
Anzi, sotto certi aspetti, sono più virulenti che mai.
Inoltre sono sorte anche nuove fonti di tensione e di preoccupazione.
L'esistenza di sterminati arsenali di armi di distruzione di massa sono per tutti noi motivo di grave e giustificata inquietudine.
L'ineguaglianza dello sviluppo favorisce alcuni e precipita altri in una situazione di inestricabile dipendenza.
In queste condizioni la pace è fragile e l'ingiustizia abbonda.
Da questo luogo, che in un certo senso appartiene alla storia dell'intera famiglia umana, voglio riaffermare tuttavia la mia convinzione che, con l'aiuto di Dio, la costruzione di un mondo migliore, nella pace e nella giustizia, è alla portata degli esseri umani.
Ma i capi dei popoli, e tutti gli uomini e donne di buona volontà, devono credere e agire in base alla convinzione che la soluzione si trova nel cuore dell'uomo: "La pace nasce da un cuore nuovo" ( cf. Ioannis Pauli PP. II Nuntius ob diem ad pacem fovendam dicatum, 1984, 3, die 8 dec. 1983 ).
Il Mahatma Gandhi ci manifesta il suo cuore mentre ripete oggi a coloro che ascoltano: "La legge dell'amore governa il mondo …
La verità trionfa sulla menzogna.
L'amore vince contro l'odio …" ( Mahatma Gandhi, Young India, 23 oct. 1924 ).
4. In questo luogo, mentre meditiamo sulla figura di quest'uomo così segnato dalla sua nobile devozione a Dio e dal suo rispetto per ogni essere vivente, voglio ricordare anche quelle parole di Gesù riportate nelle Scritture cristiane, con le quali il Mahatma aveva una grande familiarità e in cui trovava la conferma dei pensieri che gli venivano dal profondo del cuore:
"Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi e il regno dei cieli" ( Mt 5,3-10 ).
Possano queste parole insieme ad altre espressioni nei libri sacri delle grandi tradizioni religiose presenti sul fecondo suolo dell'India essere fonte d'ispirazione per tutti i popoli e per i loro capi, nella ricerca di giustizia tra i popoli e di pace tra tutte le nazioni del mondo.
Il Mahatma Gandhi insegnava che se tutti gli uomini e le donne, quali che siano le differenze tra loro, aderiranno alla verità, nel rispetto della peculiare dignità di ogni essere umano, sarà possibile realizzare un nuovo ordine del mondo, una civiltà fondata sull'amore.
Oggi lo udiamo ancora scongiurare il mondo: "Vincete l'odio con l'amore, la menzogna con la verità, la violenza con la sofferenza" ( Selections from Gandhi, ed. Nirmal Kumar Bose, Navajivan Publishing House, Ahmadabad 1948, p. 184 ).
Voglia Iddio guidarci e benedirci mentre ci sforziamo di camminare insieme, la mano nella mano, e costruire insieme un mondo di pace!