Egregii tui
La cortese lettera che tu Ci hai inviato, sulla fine del maggio u.s., Ci ha dato una nuova prova del tuo zelo per il pubblico bene.
Da essa, infatti, abbiamo appreso la tua risoluzione, adottata d'accordo con eminenti cattolici del Belgio e stranieri, di riunire a Liegi, nel prossimo settembre, un secondo Congresso, simile a quello dello scorso anno, per studiare le questioni che riguardano la condizione e i bisogni della società umana.
Siccome i risultati da voi allora ottenuti meritarono gli elogi di uomini di valore, e siccome altri gravi argomenti restano da trattare in proposito, Noi approviamo vivamente la vostra risoluzione, e accompagniamo i vostri lavori con i Nostri voti.
Infatti Ci rendiamo conto che le questioni che si trattano nelle vostre riunioni, non solo sono degne che in esse si applichino gli ingegni di uomini sapienti, ma devono anche attirare in modo speciale l'attenzione e la sollecitudine dei cattolici, che la carità di Cristo spinge a contribuire secondo le proprie forze alla salvezza comune, ma principalmente a recare aiuto e sollievo a quella classe d'uomini che sono costretti a sopportare una vita povera nella fatica del lavoro quotidiano.
Si tratta anzitutto di scoprire quali sono i mezzi e la via idonei – tenuto conto delle circostanze locali – per alleggerire i mali che gravano sugli operai e per allontanare i pericoli che il loro numero e la loro misera condizione creano alla stabilità dei governi e alla tranquillità dei cittadini.
Affinché tale incontro non risulti infruttuoso, occorre che si applichino premurosamente e sollecitamente quei rimedi che si saranno riconosciuti più idonei a scongiurare questo doppio male.
Ora, questi rimedi non possono essere perfettamente conosciuti e non possono essere applicati con amore e con zelo se non da coloro i quali apprezzano la sovrana importanza dei soccorsi che fornisce la religione cristiana, e sono rischiarati dalla sua luce celeste e fortificati dalla sua forza divina.
Poiché non dubitiamo che siete animati da tutti questi sentimenti, abbiamo la ferma speranza che le vostre deliberazioni ed i vostri lavori produrranno frutti salutari ed abbondanti.
Proseguite dunque con coraggio e con fiducia l'opera intrapresa: lo spirito del Signore assista le vostre adunanze, illumini le vostre menti con la sua sapienza e unisca le vostre volontà nella concordia.
Come pegno di questi divini favori, ricevete la Benedizione Apostolica che impartiamo con tutta l'effusione del Nostro cuore a te, Venerabile Fratello, e a tutti i Nostri carissimi figli che prenderanno parte ai lavori del prossimo Congresso.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 30 luglio 1887, anno decimo del Nostro Pontificato.
Leone XIII