Concilio Laterano V |
Con questa bolla viene respinta la dottrina, imbevuta di averroismo, che non si possa dimostrare l'immortalità dell'anima umana con la ragione, ma debba essere creduta.
Questa dottrina era sostenuta soprattutto da Pietro Pomponazzi nel trattato ( terminato nel sett. 1516 ) De immortalitate animae.
Ora, ... il seminatore di zizzania, l'antico nemico del genere umano, ( Mt 13,25 ) ha osato seminare e moltiplicare nel campo del Signore alcuni errori estremamente perniciosi, che i fedeli hanno sempre respinto, soprattutto sulla natura dell'anima razionale, secondo cui essa sarebbe mortale o unica in tutti gli uomini.
Poiché alcuni, che si dedicano alla filosofia con leggerezza, sostengono che questa proposizione è vera, almeno secondo la filosofia, desiderando prendere gli opportuni provvedimenti contro questo flagello, con il consenso di questo santo concilio, condanniamo e riproviamo tutti quelli che affermano che l'anima intellettiva è mortale o che è unica in tutti gli uomini, o quelli che avanzano dei dubbi a questo proposito: essa infatti, non solo è veramente, per sé ed essenzialmente, la forma del corpo umano, come si legge in un canone del nostro predecessore papa Clemente V, di felice memoria, pubblicato nel concilio generale di Vienne,2 ma è anche immortale, e, data la moltitudine dei corpi nei quali è infusa individualmente, essa può essere, deve essere ed è moltiplicata. ...
Poiché il vero non può contraddire il vero, definiamo falsa ogni asserzione contraria alla verità della fede illuminata dall'alto3 e proibiamo rigorosamente di insegnare una diversa dottrina.
Stabiliamo che tutti i seguaci di tali errori sono da evitarsi e da punirsi come seminatori di dannosissime eresie, come odiosi e abominevoli eretici e infedeli e gente che cerca di scalzare la fede cattolica.
Indice |
2 | DS 902 |
3 | DS 3017 |