Gaudium et spes |
Unità di anima e di corpo, l'uomo sintetizza in sé, per la stessa sua condizione corporale, gli elementi del mondo materiale, così che questi attraverso di lui toccano il loro vertice e prendono voce per lodare in libertà il Creatore. ( Dn 3,57-90 )
Non è lecito dunque disprezzare la vita corporale dell'uomo.
Al contrario, questi è tenuto a considerare buono e degno di onore il proprio corpo, appunto perché creato da Dio e destinato alla risurrezione nell'ultimo giorno.
E tuttavia, ferito dal peccato, l'uomo sperimenta le ribellioni del corpo.
Perciò è la dignità stessa dell'uomo che postula che egli glorifichi Dio nel proprio corpo ( 1 Cor 6,13-20 ) e che non permetta che esso si renda schiavo delle perverse inclinazioni del cuore.
L'uomo, in verità, non sbaglia a riconoscersi superiore alle cose corporali e a considerarsi più che soltanto una particella della natura o un elemento anonimo della città umana.
Infatti, nella sua interiorità, egli trascende l'universo delle cose: in quelle profondità egli torna, quando fa ritorno a se stesso, là dove lo aspetta quel Dio che scruta i cuori (1 Re 16,7; Ger 17,10 ) là dove sotto lo sguardo di Dio egli decide del suo destino.
Perciò, riconoscendo di avere un'anima spirituale e immortale, non si lascia illudere da una creazione immaginaria che si spiegherebbe solamente mediante le condizioni fisiche e sociali, ma invece va a toccare in profondo la verità stessa delle cose.
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