Presbyterorum ordinis

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Rapporti dei presbiteri con gli altri

9 I presbiteri e i laici

I sacerdoti del Nuovo Testamento, anche se in virtù del sacramento dell'ordine svolgono la funzione eccelsa e insopprimibile di padre e di maestro nel popolo di Dio e per il popolo di Dio, sono tuttavia discepoli del Signore, come gli altri fedeli, chiamati alla partecipazione del suo regno per la grazia di Dio. ( 1 Ts 2,12; Col 1,13 )

In mezzo a tutti coloro che sono stati rigenerati con le acque del battesimo, i presbiteri sono fratelli ( Mt 23,8 ) membra dello stesso e unico corpo di Cristo, la cui edificazione è compito di tutti. ( Ef 4,7.16 )51

Perciò i presbiteri nello svolgimento della propria funzione di presiedere la comunità devono agire in modo tale che, non mirando ai propri interessi ma solo al servizio di Gesù Cristo ( Fil 2,1 )52 uniscano i loro sforzi a quelli dei fedeli laici, comportandosi in mezzo a loro come il Maestro il quale fra gli uomini « non venne ad essere servito, ma a servire e a dar la propria vita per la redenzione della moltitudine » ( Mt 20,28 ).

I presbiteri devono riconoscere e promuovere sinceramente la dignità dei laici, nonché il loro ruolo specifico nell'ambito della missione della Chiesa.

Abbiano inoltre il massimo rispetto per la giusta libertà che spetta a tutti nella città terrestre.

Siano pronti ad ascoltare il parere dei laici, tenendo conto con interesse fraterno delle loro aspirazioni e giovandosi della loro esperienza e competenza nei diversi campi dell'attività umana, in modo da poter assieme riconoscere i segni dei tempi.

Provando gli spiriti per sapere se sono da Dio, ( 1 Gv 4,1 ) essi devono scoprire con senso di fede i carismi, sia umili che eccelsi, che sotto molteplici forme sono concessi ai laici, devono riconoscerli con gioia e fomentarli con diligenza.

Dei doni di Dio che si trovano abbondantemente tra i fedeli, meritano speciale attenzione quelli che spingono non pochi a una vita spirituale più profonda.

Allo stesso modo, non esitino ad affidare ai laici degli incarichi al servizio della Chiesa, lasciando loro libertà d'azione e un conveniente margine di autonomia, anzi invitandoli opportunamente a intraprendere con piena libertà anche delle iniziative per proprio conto.55

Infine, i presbiteri si trovano in mezzo ai laici per condurre tutti all'unità della carità, « amandosi l'un l'altro con la carità fraterna, prevenendosi a vicenda nella deferenza » ( Rm 12,10 ).

A loro spetta quindi di armonizzare le diverse mentalità in modo che nessuno, nella comunità dei fedeli, possa sentirsi estraneo.

Essi sono i difensori del bene comune, che tutelano in nome del vescovo, e sono allo stesso tempo strenui assertori della verità, evitando che i fedeli siano sconvolti da qualsiasi vento di dottrina. ( Ef 4,14 )

In modo speciale devono aver cura di quanti hanno abbandonato la frequenza dei sacramenti o forse addirittura la fede, e come buoni pastori non devono tralasciare di andare alla loro ricerca.

Avendo presenti le disposizioni sull'ecumenismo57 non trascurino i fratelli che non godono della piena comunione ecclesiastica con noi.

Devono infine considerare come oggetto della propria cura quanti non conoscono Cristo loro salvatore.

I fedeli, dal canto loro, abbiano coscienza del debito che hanno nei confronti dei presbiteri, e li trattino perciò con amore filiale, come loro pastori e padri; condividendo le loro preoccupazioni, si sforzino, per quanto è possibile, di essere loro di aiuto con la preghiera e con l'azione, in modo che essi possano superare più agevolmente le eventuali difficoltà e assolvere con maggiore efficacia i propri compiti.58

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51 « Opus est deinde, ut ea re quod hominum pastores, patres et magistri esse cupimus, idcirco eorum fratres agamus »: Paolo VI, Enc. Ecclesiam suam, 6 agosto 1964
52 Cost. Apost. VIII, 1, 20: « Quin etiam neque apiscopus in diaconos vel presbyteros se extollat neque presbyteri in plebem; ex utrisque enim coetus composito exstat »: ed. F.X. Funk I, p. 467
55 Lumen gentium 37
57 Unitatis redintegratio
58 Lumen gentium 37