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Col cuore e l'anima allietata dall'amor santo di Dio, bontà infinita, trascorsi un anno,
e colla grazia divina continuavo le mie pratiche religiose.
Una mattina nella chiesa di San Dalmazzo, ero ansioso di ricevere la S. Comunione,
e appena l'ebbi ricevuta, sento il buon Gesù dirmi:
" Tra Me e te, in avvenire, ci sarà una grande intimità ".
A questo tratto della misericordia di Dio andavo meditando, nella mia semplicità, dentro di me:
" Come è possibile che un Dio voglia abbassarsi con me poveretto peccatore? ";
eppure si vedrà in appresso quanto sia grande la bontà e la misericordia di Dio verso di noi poveri mortali.
Col trascorrere dei giorni la grazia del Signore operava sempre maggiormente in me, indegno di così gran favore,
e infondeva nel mio povero cuore tanta dolcezza da farmi dimenticare le amarezze della vita.
Per quanto mi deliziassi nel servire la Santa Messa, che suscitava pure in me le sante memorie delle cose eterne,
un giorno tratto dolcemente ai piedi del grande Crocifisso, scolpito in legno, nel coro della chiesa di San Dalmazzo,
là solo col mio Gesù e inebriata la mente nei gaudi del paradiso,
mi scioglievo tutto in lacrime né sapevo come allontanarmi dalla Croce.
In quel momento il buon Gesù Crocifisso mi disse: " Va' a servire la Santa Messa, non farti aspettare ".
Non era ancora passato un minuto che si presentò P. Cozzi, dicendomi di andare subito a servire la S. Messa,
e mi fece come un dolce rimprovero del mio ritardo.
Questo mi bastò per essere sempre persuaso che la premura nel servire il Signore,
nel sacrificare in ciò un po' di tempo è dolce e santa cosa:
il buon Gesù non tarda anche su questa terra a dar grazie e dolcezze ineffabili ai suoi figli che lo amano,
lo servono e lo temono.
Nel vedermi da Dio favorito, mi risolvetti di rimettermi interamente in Gesù Crocifisso,
anima e corpo, perché solo in Dio si trova la sorgente di ogni virtù.
Il demonio però non stava inoperoso e si mise a farmi guerra spietata.
Io tutto acceso di amore santo di Dio, risolsi, come già dissi, di darmi interamente a Lui,
mettendo risolutamente sotto i piedi il rispetto umano, le derisioni, le beffe degli uomini,
pensando che non sono essi che mi devono giudicare in punto di morte, ma Dio solo.
[ -Segretario 3.3- ]
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