D 173

13 Ottobre 1908

Mattina - Adorazione al S. Crocifisso

1 Per quanto sia, non potranno mai anche le persone pie comprendere ciò che avviene

in un'anima quando è unita in colloquio con Dio.

2 Dopo la Santa Comunione

Maria SS.: "Figlio, vogliamo far di te molte cose:

io sono il tuo braccio destro e il mio figlio Gesù è il tuo tutto."

3 Maria SS.: "Cosa ci hai fatto, Leopoldo, che tanto t'amiamo?"

- Dolce Mamma, prima di tutto, perché tu sei la Mamma del mio Paradiso:

Gesù; in secondo luogo per il tuo Cuor materno m' hai cibato molto delle misericordie Divine e molto,

ancora, hai avuto pietà della mia miseria.

4 Questa terra mi diviene sempre più dura:

io vorrei volarmene felicemente in seno a Dio, mio Gesù dolcissimo, ma sono troppo peccatore:

il mio Gesù non mi vuole ancora!

5 Dolce Mamma, prega il Padre nostro che è in Cielo, supplica colla tua nobilissima voce,

Tu Immacolata Vergine, dal celeste Padre eletta;

se Tu vuoi che l'opera sia messa sotto la tua protezione,

ci hai da ottenere la salvezza di tutto il mondo mediante la tua pienezza di grazia e la tua santità,

più eccelsa di quella di tutte le creature uscite dalle mani di Dio.

Vuoi negarci questo favore?

fallo, o Vergine Santissima; ricordati che siamo tutti figli tuoi comprati col Divin Sangue del Figlio tuo;

e per la tua infinita misericordia sei la nostra corredentrice.

Duecento circa sono le pagine scritte di nascosto o di notte le quali rivelano la bontà,

la carità che Dio ha verso i poveri peccatori, ma l'amore che porta Dio alle anime che amano Gesù,

non si può descrivere;

non si può indovinare per la sua immensità;

e quando il pio lettore leggerà queste umili pagine,

suggerite dalla carità di Dio, vedrà sempre più splendidamente gli oracoli di nostra santa fede,

conservata immacolata per tanti secoli dal Santo Pastore

che tiene le sacre redini consegnate da Gesù Cristo al suo Vicario in terra,

il quale solo al mondo ci guida sapientemente, splendidamente, come il sole,

secondo la mente di Dio Altissimo, a confusione dei figli ribelli,

che vorrebbero strappare dal cuore del pio credente il tesoro più prezioso, inestimabile, quello della nostra santa fede.

Allontanate, o Signore, come la peste, colla vostra potenza questo errore di deformi, che tentano rapirci il Paradiso.

Noi vogliamo Te, o Signore, noi vogliamo il nostro Gesù Crocifisso,

noi vogliamo la fede dei primi Cristiani, dei martiri delle Catacombe!

[ -Segretario 19.5- ]

Sei tu o mio Dio, che mi fai scrivere;

si compia, o mio Dio, la tua misericordia infinita al povero fra Leopoldo. (La sera del giorno 12 ottobre 1908)

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