|
Ieri sera, assorto in Dio, credevo che fossero le 11 e mezza,
mi venne voglia di bere un bicchiere d'acqua, prima che giungesse la mezzanotte,
che Santa Madre Chiesa proibisce di prendere qualsiasi cosa se ci si deve cibare la mattina del pane degli Angeli;
intanto mi viene il desiderio, dopo di aver bevuto, d'accertarmi dell'ora.
Ohime! invece delle undici e mezza erano le dodici e mezza!
io provai tanto disgusto, che avrei sofferto volentieri di continuo la sete,
purché avessi potuto cibarmi del mio Paradiso, Gesù Sacramentato.
Disgustato, andavo rammaricandomi dell'accaduto, dicendo che avrei piuttosto perduto tutto il mondo,
ma non lasciare la Santa Comunione!
Non lasciar di ricevere il mio Gesù, il mio tesoro, la mia dolce misericordia, il mio paradiso, il mio Dio, il mio tutto!
Il mio Salvatore, Redentore nostro, venne in mio aiuto e sento dirmi:
"Leopoldo, va pure a ricevermi nella Santa Comunione: ti do Io il permesso!"
Stetti un momento sopra un pensiero e, poi, pensavo ancor fra me: Temo d'abusare troppo della bontà di Dio!
Passai il rimanente della notte col mio Crocifisso.
All'avemaria, ore 5 e tre quarti, prima di scendere le scale,
il mio Angelo Custode m'inviò alla cella del mio Padre Spirituale, P. Filippo Poletti;
gli raccontai l'accaduto e mi consigliò a fare la Santa Comunione.
Ah, per me passai veramente, in quell'ora, momenti di paradiso;
che solo un'anima innamorata della misericordia di Dio può comprendere il gaudio,
il tesoro inestimabile che è il ricevere Gesù!
Indice |