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Il vero religioso non deve mai dimenticare i suoi doveri:
non basta, ma deve considerare il convento come un luogo beato in terra,
in cui Gesù Cristo per sua infinita misericordia ci lasciò il Santissimo Sacramento;
luogo più che mai prediletto da Dio,
là dove più da vicino e più adatto per esporre i nostri bisogni ed è più facile sentire la sua voce dolcissima,
dove la bontà divina più volte versa sopra l'anima nostra abbondanti grazie e consolazioni,
da morir gloriosamente e profondamente sopra l'amatissimo suo Cuore.
E là in questo giardino delizioso terrestre e anche celeste un buon religioso più volte il giorno
deve portarsi là dov'è il fonte di vita, di grazie senza misura;
e se il religioso è fievole, noncurante di tanto tesoro, non sarà mai un buon religioso, un religioso esemplare.
Ma se il religioso non mette le sue compiacenze ai piedi del Sacro Tabernacolo, anticamera del Paradiso,
colla preghiera, dove volete che attinga tanta forza e tanto esempio, l'amore e la preghiera al Sommo bene di tutti i beni?
e questo valga pure per tutti i cattolici del mondo.
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