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1 Io partii per Cuneo per aiuto, secondo la mia povera capacità,
nelle faccende dl convento per ubbedienza del mio amato Superiore che tanto mi favorì in quell'occasione
delle preziose feste del quattrocentesimo anniversario della beatificazione del beato Angelo Carletti da Chivasso.
Anzi il molto Reverendo Padre Luigi Borgialli, nostro attuale ministro provinciale, mi disse :
"Siete stato ben fortunato: fra tutti i fratelli della Provincia siete l'unico che avete assistito
alla ricognizione del Beato nostro Carletti da Chivasso":
Sapendo che per ubbidienza dovevo portarmi nel Convento della Madonna degli Angeli in Cuneo per le dette feste,
m'accingo con santo ardore a fare un giglio di fiori artificiali, che m'ingegno di fare il meglio possibile,
per portarlo al mio amabile protettore e confratello in cielo da deporre accanto alla preziosa urna
come omaggio e decoro al mio beato e vero amico di Dio.
Appena giunto, il mio primo passo fu di andare a salutare Gesù Sacramentato, mentre vedo Padre Filippo,
anima bella e pia, tutto del Signore. Dopo d'averlo ossequiato gli dissi:
"Non sapevo come presentarmi al Beato Angelo, ho pensato di portargli un giglio";
lui mi disse: "Ha fatto molto bene; sappia, fra Leopoldo, che quando fu scoperta la cassa del Beato,
gli fu trovato un giglio nato di fresco in segno della sua verginità!"
2 Quanto fu il mio giubilo a tale notizia! così ho indovinato il gusto del mio Beato;
sì, dico mio, perché n'ho mille ragioni;
ha da sapere il lettor mio che da tredici anni che feci una malattia di polmonite fierissima,
come dissi antecedentemente, questa mi lasciò colla guarigione l'imperfezione del batticuore di tanto in tanto.
Quando mi sorprendeva, mi durava abbastanza, lasciandomi una spossatezza per cinque
o sei giorni e non potevo più lavorare a mio agio.
Quando mi portai ben vicino al Beato, feci breve preghiera e gli dissi semplicemente:
"Mio caro confratello in paradiso, se tu vuoi che lavori, per il che son venuto,
ottienimi da Dio che non mi venga male al cuore, almeno fin quando son qui in Cuneo;
dopo, se il buon Gesù vuole che porti con lui la croce, quando sarò a Torino sia pure!
l'abbraccio e me la stringo al petto". Così mi concedeva il mio buon Gesù:
questo disturbo mi prese ben quattro volte, ma appena invocato il Suo prezioso nome, dicendo:
"Beato Angelo, ricordati anche di me!", come per incanto subito cessò;
per tutto il tempo che fui a Cuneo, nulla di questo male ebbi a soffrire.
Oggi, 24 maggio, giorno di Maria Ausiliatrice, mi prese di nuovo; solo alla sua dolcissima invocazione:
"Beato Angelo, ricordati di me!" e si ripeté la medesima cosa, cioè fu troncato ogni malanno!
3 - Caro beato Angelo, non ti lascio più; sarai unito al Confratello San Pasquale:
mi assisterete in vita e in morte per la misericordia di Dio:
oh! quanto è la potenza dei Santi presso Dio, per intercessione dei Santi s'ottengono grazie per noi poveri mortali!
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