Diario dei colloqui con Fra Leopoldo |
Sono giunto a Torino il 19 alle ore 19,30 e provai un senso vivissimo di piacere nel ritrovarmi nella città a me tanto cara.
Mi portai subito da Fratello Leopoldo dove trovai ad attendermi Cambiaghi giunto qualche ora prima.
La mia gioia è completa.
Fra Leopoldo tutto felice mi abbraccia e mi bacia ripetutamente, e nei suoi occhi c'è tanta gioia.
Mi offre con tanta premura due volte il caffè, si informa di tutto e di tutti, disponendo anche per avere l'alloggio presso una famiglia.
Ha vivissimo desiderio di intrattenerci come noi di rimanere, ma desideriamo visitare il Santuario della Consolata perché l'ora è tarda e prendere un po' di cibo.
Impossibile dire il piacere di trovarmi insieme a Cambiaghi ai piedi della Vergine nel Santuario più caro al mio cuore.
È tutto un popolo, malgrado l'ora tarda, che prega, canta, implora.
Più volte ho pianto di consolazione.
Poi con Cambiaghi abbiamo passeggiato per raccontarci tante cose.
Al mattino del 20 ci portiamo per tempo al Santuario per la Santa Comunione.
Lo spettacolo è commovente.
È dall'una che si distribuiscono le Comunioni.
Celebra Sua Eminenza il Cardinale che lo rivedo volentieri.
La Chiesa è talmente stipata da far fatica.
Andiamo all'Altare maggiore al nostro antico solito posto, e mi trovo vicino ai Missionari della Consolata che ci salutano con sincero piacere.
Rimaniamo due ore in preghiera ed ho rivisto tanti giovani ai quali il mio ricordo non li aveva lasciati senza conoscerli.
Ho pregato, ho pianto di gioia dinanzi a tanta fede e non potrei spiegarmi come mi senta felice in quel Santuario.
Visitiamo poi subito Fra Leopoldo.
Egli già ci aspettava.
Da ogni sua parola traspare un affetto grandissimo.
Rimaniamo presso di lui due ore.
Ha molto desiderio di parlarci.
Mi spiace non ricordare quanto mi ha esposto considerato il movimento di questi giorni di permanenza.
Mi parlò della volontà del Signore espressa perché siano ormai palesi le sue opere.
Soltanto ora, mi dice Fra Leopoldo, capisco tutto quello che non riuscivo prima, dove il Signore volesse arrivare.
Il Signore vuole che si istituisca, per ora in Torino, una "Casa di carità Arti e Mestieri" e questa sarà un'opera talmente grandiosa che contribuirà a salvare la società.
Fra Leopoldo ne parla con semplicità ma con calore francescano.
Egli, che non ha nessuna cultura, e lo dice con tanta umiltà, non avrebbe nemmeno potuto concepire un disegno così vasto senza la volontà del Signore.
Si tratta di istituire questi immensi laboratori in tutti i generi di arti e mestieri, adottando gli ultimi sistemi di lavorazione con macchine, arredati bene, sotto la direzione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, nei quali verrebbe insegnato, oltre la parte tecnica, un insegnamento profondamente religioso unito alla Divozione del Santo Crocifisso.
Il Signore mi ha detto, dice Fra Leopoldo, che per i poveri sarà gratis, e quelli che possono pagheranno qualche cosa.
Fra Leopoldo mi ripete come ora solo capisce la preparazione del Signore, ed io ricordo che nelle mie visite precedenti il francescano mi spiegò, come il Santo Crocifisso desiderasse che la divozione uscisse dall'Ordine francescano per essere diretto dai Fratelli delle Scuole Cristiane, e come questa nuova istituzione sia attinente allo spirito dei Fratelli delle Scuole Cristiane.
Fra Leopoldo insiste sulla necessità di questa opera, e come si sia espresso chiaramente che i ricchi devono aiutare, altrimenti si scaveranno la fossa.
Egli chiama questa la prima opera dell'albero magistrale e come il Signore gli abbia detto che egli doveva essere il sole per illuminare.
Ha in sé una fiducia ed una calma ammirabile.
Quando mi parla del Comitato costituitosi per studiare il da farsi, e come la relazione importa una spesa di 17.000.000 ( diciassette milioni ) io faccio una esclamazione e chiedo come sarà possibile, ma egli senza nemmeno alterare la voce, dice che i soldi verranno, perché il Signore lo vuole.
Si procederà gradatamente.
Per ora, si comincerà da poco.
Intanto sono sorte delle difficoltà.
Vi sono persone nobili e ricche che si sono poste all'opera, ma il Municipio per ora non vuol cedere Santa Croce, con annesso i locali dove dovrà sorgere l'opera, ma Fra Leopoldo mi sembra convinto che sorgerà in quella località.
Ne parla con una dolcezza tale che incanta.
Egli è soddisfatto quando io ammiro incondizionatamente il progetto, come idea veramente moderna, adatta per la società.
Vedi, mi dice, molti non credono a queste cose, a queste voci, ma voi che sapete tutto ed avete fede, non mettete in dubbio.
Anche dei Sacerdoti e Religiosi mancano di fede.
Mi dice che in questi giorni, dovendo parlare in Municipio l'Ingegnere, disse a Fra Leopoldo di pregare il Signore per avere una ragione da addurre, e che il Santo Crocifisso ha risposto: "Per salvare l'Italia".
All'Ingegnere sembrò poco, ma è molto. Recatosi il Prof. Teodoreto col Direttore, dal Cardinale ( poiché per ora non era possibile effettuare trattative col Municipio per Santa Croce ) si informò dell'idea progettata, e ne fu entusiasta.
Per ora si comprerà la Chiesa di Santa Pelagia con annesso fabbricato, che è finita con il n° 21, la casa dei Fratelli, e poi gradatamente si svolgerà, come ha fatto Don Bosco e Cottolengo.
Il Signore, dice Fra Leopoldo, mi ha fatto vedere che sorgerà un'altra Opera simile, vicino alla Chiesa dei Francescani agli Angeli, e quella sarà così grandiosa da prendere tutta Torino.
Poi si spargerà nel mondo.
Il Signore ha prevenuto Fra Leopoldo che i Fratelli delle Scuole Cristiane, una volta istituita l'opera, saranno presi di mira per il gran bene che faranno e dovranno subire delle vere lotte.
Io domando se questa istituzione assorbirà quell'altra del Santuario con la casa per i giovani della Pia Unione che vivono come religiosi nel mondo, ed egli mi dice di no, che quella verrà dopo.
Parla anche di un Ordine Crociato, dietro mia interrogazione, ma su questo non ha ancora l'idea precisa.
Fra Leopoldo mi dice che sta ordinando tutte le rivelazioni del Signore, e che avrà molto da lavorare.
Pochi mesi fa era stato gravissimo, ma il Signore gli aveva detto che non era l'ora sua.
Fra Leopoldo sorride un po' e poi mi dice: "Vivrò forse ancora due anni", e poi con la sua semplicità che invade, mi dice che egli è contento di morire, perché il Signore sarà tanto glorificato dopo la sua morte.
Viene un giovane nostro conoscente della Pia Unione, un santo giovane, a comunicare a Fra Leopoldo che era morta la sorella di 24 anni.
Ha una fede ed una rassegnazione cristiana che commuove.
Pochi minuti dopo viene il Fratello Teodoreto.
Il piacere di rivederlo è immenso e di rivederlo insieme a Fra Leopoldo è grandissimo.
Si parla della divozione, della Pia Unione, dei miei Esploratori che Fra Leopoldo ammira ed encomia, del sig. Ammiraglio, del bene che fa.
Io rivolgo diverse domande per il sig. Ammiraglio.
La prima è che il dubbio sorto che gli iscritti al Partito Popolare possono far parte della Pia Unione.
Fra Leopoldo ha aperto tanto d'occhi non afferrando tale domanda, ed il Prof. Teodoreto, lodando lo spirito del sig. Ammiraglio, mi ha confermato non esservi nessuna difficoltà, poiché i giovani della Pia Unione sono iscritti al Partito.
Però è bene che il lavoro per il Partito, per conferenze e propaganda, non li distolga dal Catechismo domenicale e dalle loro pratiche, ma che per il resto non c'era ragione di vietarlo.
Fra Leopoldo invece, è un ammiratore del Partito, perché dice che il Papa è contento e lo benedice, e che è quello che farà del bene, perché impedirà delle leggi dannose alla Chiesa ed al bene, come invece sono avvenute nel periodo che non abbiamo partecipato alla vita politica.
Fra Leopoldo non vede nessuna difficoltà.
Il Prof. Teodoreto, sorridendo perché io affermavo così la mia convinzione, dichiarandomi un entusiasta, diceva che anche nei giovani ve ne era qualcuno, e sorrideva, un po' spinto.
Il colloquio si protrae ancora in modo edificante e noi rimaniamo ancora, dopo che il Prof. Teodoreto si è congedato, con Fra Leopoldo il quale è contento del bene che si fa con gli Esploratori ed è entusiasta che si faccia del bene.
Ricorderà i miei giovani e pregherà per loro.
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