Un apostolo di Gesù Crocifisso |
Adempiuti tutti i suoi doveri filiali verso la madre defunta, Luigi Musso poteva finalmente soddisfare al suoi desideri di entrare in un Ordine Religioso.
Che il desiderio lo avesse sempre avuto lo confessa lui stesso alla madre moribonda: « Fin da fanciullo ho sempre agognato questo stato così sublime; soprattutto le mie speranze sono fondate sulla protezione di Maria SS. Madre del mio Gesù Crocifisso ».
Le circostanze di famiglia, come abbiamo visto, non gli permisero di realizzare questo suo desiderio prima della morte della mamma e da ragazzo non gli sarebbe stato possibile per la soppressione degli Ordini religiosi.
Adesso era completamente libero da ogni ostacolo.
Con parecchi Ordini Religiosi egli ebbe relazioni intime, nel diversi tempi della sua vita.
Verso i Barnabiti ebbe venerazione speciale, perché è presso la loro Chiesa di S. Dalmazzo in Torino che provò consolazioni straordinarie nello spirito e per la prima volta sentì la voce del Crocifisso.
Inoltre là trovò un sapiente maestro di anime nel P. Cozzi, nelle mani del quale mise per molti anni la direzione della sua coscienza.
Conosceva bene anche i Camillini, presso i quali a Casale prestò servizio per più di un anno e, morta la mamma, presso la casa loro di S. Giuseppe.
Vi si trovava molto bene ed era stimato assai e ben voluto da tutti i Religiosi, specialmente dal Superiore, P. Patrucco
Questi anzi sperava di annoverarlo per sempre tra i suoi nello stato di Fratello Converso.
Relazioni così intime e durature non ebbe con altri Ordini, benché ne abbia conosciuto parecchi durante il suo lavoro di apostolato a Vercelll, Casale e Torino.
A Casale, come fu detto, fece conoscenza col Francescani nel Convento di S. Antonio Abate, ma non è possibile conoscere quando sia in lui nata la vocazione di seguire le orme di S. Francesco.
Nel suo diario nulla egli svela al riguardo.
Narra subito che, dopo la morte della madre « la Provvidenza lo portò a Torino » e che qui giunto si recò dal Superiori dei Francescani a S. Antonio, via S. Quintino, e chiese di essere accettato.
Certo è ( lo abbiamo già fatto osservare ) che le sue aspirazioni ascetiche e devozionali, i suoi ideali, lo stesso suo carattere umile, modesto, semplice, ilare, armonizzavano ottimamente con lo spirito e l'ambiente Francescano.
Guardando alle sue manifestazioni di pietà e di devozione a Gesù Crocifisso, al SS. Sacramento, a Maria SS., fin da quando era ancor fanciullo, al suo apostolato tra il popolo, che conduce a far ristorare delle chiese abbandonate, al suo amore ai poveri più bisognosi, agli infermi, si può dire che egli seguisse già la vita francescana, nell'imitazione del Santo Fondatore prima ancora di abbracciarla.
La vestizione
Anche senza saperlo Luigi Musso fu sempre francescano.
Fu per così dire naturale a lui, quando poté finalmente realizzare i suoi santi propositi di servire Dio in un Ordine Religioso, la scelta dell'Istituto.
Non fu l'amicizia con qualche Religioso, né il legame con un Direttore di spirito e altri motivi più o meno umani.
Se mai questi motivi esistevano in favore di altri Ordini.
Fu veramente la voce di Dio, che come lo aveva guidato sapientemente fino allora nel mondo, lo chiamò tra i figli del Poverello di Assisi.
Quando si presentò al Ministro Provinciale di quel tempo, p. Luigi M. Borgialli, da poco eletto a quell'ufficio, il Musso non fu immediatamente accettato.
La cucina del convento di S. Tommaso
Gli fu detto di tornare più tardi ed egli vi ritornò e fu ammesso tra i postulanti laici, in qualità di Terziario.
Durante l'attesa, ossia da quando da Casale venne a Torino, aveva continuato il suo ufficio di cuoco presso i PP. Camillini della casa di S, Giuseppe.
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