Un apostolo di Gesù Crocifisso |
Fu per F. Leopoldo una grande gioia quando ricevette la notizia che i Superiori lo ammettevano all'anno della prova per la emissione del S. Voti.
La desiderava da tempo quella notizia e non è a dire con quale fervore fece gli esercizi spirituali che precedono la vestizione dell'abito serafico.
Finalmente le sue aspirazioni si avveravano realmente.
Avrebbe dovuto trascorrere l'anno della prova nel convento di Belmonte presso Valperga Canavese, nel Santuario così antico, devoto e frequentato del Canavese, ove da secoli è la casa di noviziato della Provincia Francescana del Piemonte; ma per un privilegio speciale si ottenne che lo potesse compiere in quello di S. Tommaso.
Le ragioni erano di semplice necessità di servizio quindi di convenienza puramente umana; ma considerato quanto si manifestò nella vita del servo di Dio, bisogna ammettere che fu volontà della Divina Provvidenza, la quale lo destinava a missioni particolari che solo stando dov'era poteva compiere senza troppi ostacoli.
Chi ebbe la fortuna ( oggi la dobbiamo chiamare così ) di compiere il rito della vestizione religiosa di F. Leopoldo fu il P. Vincenzo Vallaroe, Curato di S. Tommaso e allora anche Definitore Provinciale.
Egli era stato a ciò delegato dal Ministro Prov. P. Lodovico Bertana.
La cerimonia avvenne il 1 aprile 1905.
Come Maestro di Noviziato gli fu assegnato per qualche mese lo stesso P. Vallaro e poi il P. Stefano Panizzini, allora Vice-curato e che sarà poi uno del testi nel processo di Beatificazione.
Al novizio di 55 anni e provetto, anche in santità ben poco ebbe da insegnare il Maestro venticinquenne; ebbe tutt'al più da poter constatare meglio la sodezza delle virtù, per poter poi renderne la dovuta testimonianza al tempo opportuno.
Poté ammirare con quanta umiltà, ossequio, docilità, ubbidienza accettava le istruzioni del giovane maestro.
Continuò come prima nel suo ufficio di cuoco e a creare fiori finti con la sua non comune arte.
Nulla di speciale in quell'anno di prova; tutte le formalità furono osservate e senza alcun contrasto arrivò il giorno del S. Voti.
Quell'anno però fu per lui, come egli stesso scrive, « per protezione di Maria SS. un anno di ritiro, di preghiere e di meditazione ».
Con suo giubilo, facilmente immaginabile, F. Leopoldo Maria pronunziò i suoi voti temporanei nelle mani del Ministro Provinciale, P. Lodovico Bertana il 6 aprile 1906 e sarà ancora lo stesso Provinciale che lo ammetterà alla professione dei voti solenni e perpetui il 26 aprile 1909.17
A questa data F. Leopoldo era già sulla via delle comunicazioni divine e della familiare amicizia col Crocifisso e la sua SS. Madre.
Si era preparato con un fervore grande a quella data che segna per il Religioso un patto eterno con Dio.
Consegnò alle pagine del Diario i suoi sentimenti a questo riguardo.
Al principio di aprile, scrive di essersi sfogato cosi con Maria SS. : « Mamma santissima, non ne posso più, tanto desideroso di scrivere a mio fratello che definitivamente si prenda la casa e la terra che da anni gli ho lasciato godere.
La Regola comanda di rinunciare a tutto, e ciò è per me il gaudio anticipato.
Così sarò libero dalle molestie della roba del mondo e respirerò aria molto libera e potrò amare più da vicino il mio caro Gesù e la sua SS. Madre ».
E Maria SS. il 5 aprile gli risponde: « Svincolati dal tuoi parenti affinché sia compiuto il tuo e mio desiderio di rendere strettamente e doppiamente sacra l'unione tra me, il mio Divin Figlio e te ».
Il 17 aprile cominciò la novena in onore di Maria SS. sotto il titolo del Buon Consiglio, che coincideva con il giorno della sua Professione solenne.
« Quello sarà il giorno più bello della mia vita, scrive nel diario, facendo lo per grazia di Dio, la mia Professione solenne.
Degnati, Vergine Santissima, di prendermi sotto il tuo manto ed essermi Consigliera sapientissima per tutto il tempo di mia vita ».
La Madonna di Fr. Leopoldo Maria
Alla vigilia della professione, 25 aprile, egli chiede a Nostra Signora un « pensiero » per il giorno seguente e sente questa risposta: « Domani, Mamma del Buon Consiglio ti otterrà l'anima bianca come il giglio e per il giorno tuo della solenne professione avrai il dono dell'orazione ».18
Qualunque interpretazione si voglia dare al diario di F. Leopoldo, certo è che le sue parole esprimono nel miglior modo possibile con ardenti accenti di fede, con sentimenti nobilissimi l'entusiasmo che lo invadeva al pensiero del grande atto della sua consacrazione a Dio.
In quel giorni, nei quali egli faceva gli esercizi spirituali comandati dalle leggi, non vede, non sente che la grandezza dell'atto sublime, che lo distacca dalla terra, anche dai parenti e gli fa intravedere le inenarrabili bellezze e dolcezze dell'anima che si sposa con Dio, vestita del candore del giglio e innalzata alla potenza dell'orazione.
La gioia sua continua nei giorni seguenti.
Si sente diventato grande, perché più vicino a Dio e scrive nel diario il 14 maggio che Maria SS. gli fa un dono promessogli per la recita del Rosario privato con farlo « sposo del SS. Crocifisso », cosicché l'anima sua rimanga per sempre unita al suo Divin Figlio.
F. Leopoldo è dunque conscio della portata dei voti fatti, ne sente e ne gusta tutto il sapore celeste, ne misura tutta l'altezza e dignità che la fede e l'amore svelano alle anime privilegiate ed elette.
Fin da quel tempo F. Leopoldo si manifesta un mistico provetto.
Indice |
17 | Il P. Lodovico Bertana uomo di preghiera, di pietà e di vita esemplare fu Ministro Provinciale dal 1903 al 1910.
Morì nel convento di S. Tommaso il 12-XII-1917, molto compianto dai suoi Religiosi. Era Guardiano di S. Tommaso
quando morì. - F. Leopoldo ebbe sempre per il P. Lodovico Bertana grande venerazione non solo come suo
superiore, ma come religioso perfetto. Ecco quanto si trova notato nel Diario del Servo di Dio.
- Al 2 marzo 1918: Il Signore gli dice: « Modellati su queste due anime e mi
indicava il mio P. Guardiano, P. Lodovico Bertana e ... » qui nomina un'altra persona. Il
30 aprile 1919: Mentre stavo in adorazione al SS. Crocifisso nelle mie povere preci ricordai il mio buon superiore il P. Lodovico Bertana, anima serafica, che spiccò il volo verso la patria il giorno 12 dicembre 1917 ... Prima che ( il P. Bertana ) ci lasciasse domandai la sua santa benedizione e ( siccome ) a stento alzava la sacra destra per benedirci, lo aiutai e mi raccomandai che dal bei paradiso si ricordasse di me e di tutta la comunità religiosa. Con voce chiara disse: Sta tranquillo voglio proprio raccomandarti al Signore e fu veramente di parola ». E spiega il perché. Quella sera del 29 aprile F. Leopoldo aveva chiesto al Signore se per il P. Bertana dovesse recitare il De Profundis o il Gloria Patri e aveva avuto questa risposta: « Egli ti ha raccomandato ( a me ) e tu ogni volta che passerai davanti alla sua porta ( della camera che occupava da vivo ) saluterai: Sia lodato Gesù Cristo! « Ogni volta che vado in cella sono obbligato passare vicino alla ( detta ) porta. P. Lodovico era un santo ». |
18 | Nel diario di F. Leopoldo, troviamo registrato alla sera di quel giorno 26 aprile: « Nel Santuario ( cioè nella cappella di N. S. del S. Cuore ) ai piedi di Gesù sacramentato: - Nella mia professione solenne - sia dolce ricordo perenne - di quel Gesù in Sacramento - lo ravviso ogni momento. - Nella mia solenne professione - sia in dolce e santa unione - il ricordo in tutte le ore - sia sempre teco, o mio Signore. In quegli anni e anche più tardi, come diremo, F. Leopoldo ama esprimere l'entusiasmo che lo invade, con poesie, composte nel modo che gli permetteva la sua quasi nulla cultura letteraria. - Il giorno dopo la sua professione, insieme con altre strofe, che riporteremo altrove, vi è anche questa rivolta a Maria SS. : « Tu, o Vergine Santa del Buon Consiglio, - che ami l'alma bianca come il giglio - Tu rammentati, o Madre bella - ancor l'alma mia falla come quella. Restò devoto per tutta la vita della Madonna del buon Consiglio, perché nella, festa di lei sotto questo titolo, egli aveva professato solennemente. |