Un apostolo di Gesù Crocifisso |
Raccolgo in questo capitolo alcuni fatti straordinari attribuiti a F. Leopoldo mentre era ancor in vita.
Essi sono attestati da testimonianze e documenti al di sopra di ogni sospetto.
Sono soprattutto predizioni di cose future, che non si possono spiegare naturalmente e che suppongono doni speciali concessi da Dio ai suoi santi.
Non sono certo questi doni che formano la santità, ma la manifestano e, fuori di casi eccezionali, la confermano.
La più importante sua profezia è certamente quella che riguarda la fondazione della Pia Unione del SS mo Crocifisso e di Maria Immacolata.
Oggi essa è un fatto compiuto e proprio in quest'anno ebbe l'approvazione pontificia definitiva.49
A F. Leopoldo fu rivelata fin dal 1908 come risulta dal suo diario.
Il 29 agosto di quell'anno scrisse queste parole: « L'Ordine che sorgerà sia coltivato prima di tutto colla pietà, colla ( reciproca ) assistenza e umiltà coll'attività e modestia e grande carità fraterna; unito a Gesù Crocifisso portare la croce con gaudio ».
Il 17 gennaio del 1912 ritorna su ciò e nota le parole che gli detta Maria SS. e cioè: « L'Opera che verrà sarà mondiale, abbondanti frutti darà l'opera magistrale »; e ancora il 19 gennaio dello stesso anno sempre da parte di Maria SS. : « È specialmente questo tesoro che io voglio, il buon esempio, quando l'Opera sarà completa ».
Più chiaramente ancora il 22 maggio di detto anno: « Io sono la Protettrice dell'Ordine, Opera della SS.ma Adorazione e tu sei il Maestro ».
Il 7 gennaio del 1913 sempre sullo stesso soggetto scrive le parole che gli fa sentire la Madonna: « Lo Spirito Santo discenderà sull'Opera. Avranno le più elette benedizioni.
Copiosissimi saranno i frutti che darà. Il mondo si trasformerà. La carità fiorirà ».
Confrontando avesti detti con quanto abbiamo narrato intorno all'origine e sviluppo dell'Unione del SS. Crocifisso ognuno può vedere come tutto si sia avverato e continui ad avverarsi.
Fa osservare Fratel Teodoreto che « tali predizioni furono avverate per la massima parte, nell'opera dì persone ignare delle medesime ».50
Lo stesso Fratel Teodoreto narra nel suo libro le seguenti predizioni del Servo di Dio.
« Nel 1914, scoppiata la guerra tra la Germania e la Francia i Fratelli delle Scuole Cristiane residenti a Rivalta Torinese con più di cento minorenni, tutti francesi, erano in grande perplessità perché separati dal propri superiori bloccati nel Belgio; essi non sapevano se rimanere in Italia o ritornare in Francia.
I Fratelli di Torino si rivolsero a F. Leopoldo, il quale dopo aver pregato, rispose prima a voce e poi per iscritto: « Carissimo Fratello Teodoreto ( 12 agosto 1914 ).
Pregai il SS. Crocifisso secondo il suo desiderio: Gesù disse che la risposta è quella già data nel momento in cui lei venne da me, cioè la guerra tra l'Italia e la Francia non verrà; ma riguardo ai giovani francesi mi fa premura di rispondere subito ( me lo disse due volte di affrettare, perché i giovani Maestri sono sconfortati ), mi disse di far loro coraggio e soggiunse: Io li nascondo nel mio Divin Cuore ».
I Fratelli Francesi col giovani loro affidati restarono a Rivalta e per riconoscenza cominciarono a propagare la devozione a Gesù Crocifisso nella loro patria ».51
In modo dunque non dubbio e con parole chiarissime il Servo di Dio annunzio che la guerra tra la Francia e l'Italia non sarebbe avvenuta e ciò in tempo in cui nessuno sapeva duale decisione avrebbe preso l'Italia nel conflitto mondiale.
Tutti conoscono le vicende di quel giorni.52
Narra ancora Fratel Teodoreto: « In principio di agosto del 1918 usci un decreto che richiamava cinque classi anziane sotto le armi.
I Superiori delle Scuole Cristiane, fatto lo spoglio dei soggetti che avrebbero dovuto presentarsi alle armi, si videro nel pericolo di dover chiudere molte case.
Era prossima l'apertura delle scuole e occorreva risolversi presto per avvisare le rispettive autorità locali.
Si rivolsero a F. Leopoldo perché pregasse il Signore di illuminarli su quello che dovevano fare.
F. Leopoldo pregò e rispose in data 18 agosto: « Pregai nel Santuario di nostra Signora dinanzi a Gesù Sacramentato e posi lo scritto accanto alla porticina del Tabernacolo; ebbi da Gesù Sacramentato questo detto: La guerra sta per finire, sistemino le loro Case.
Il 4 novembre cessarono le ostilità.53
Il grand'uff. Achille Cavallotti che come abbiamo altrove accennato fu amico, ammiratore, difensore di F. Leopoldo, narra le seguenti profezie di lui.
Alcuni giorni prima che il mondo avesse notizia della malattia che condusse alla tomba Pio X, andato a visitare, come era solito, in S. Tommaso F. Leopoldo, questi assai mesto gli disse che il Papa era ammalato grave e che non sarebbe più guarito.
Riferì il colloquio al Card. Richelmy, che senza mostrare alcun segno di credere o no, gli disse che notizie non erano giunte e che ad ogni modo si pregasse per il Papa.
Il giorno dopo ritornò dal Servo di Dio e si parlò di nuovo dello stesso argomento.
Cavallotti fece osservare a F. Leopoldo che né dai giornali né da altre fonti si aveva notizia della malattia del Papa e del resto poteva anche non esser grave, ma questi replicò che era malattia grave e che sarebbe morto.
Il giorno stesso i giornali della sera annunziavano che il Papa era ammalato, alcuni giorni dopo che la malattia si era aggravata e poi avvenne l'annunzio della morte.
Vista avverata la profezia sulla morte di Pio X, il Cavallotti interrogò F. Leopoldo se sapeva chi ne sarebbe il successore ed ecco la sua risposta: « Sarà un Cardinale che è devoto della Consolata e che ha parenti a Torino ».
Il pensiero suo corse subito al Cardinale Richelmy e lo disse al Servo di Dio, ma questi lo assicurò che non si trattava di lui, ma di un altro, ripetendo quanto aveva detto, e aggiungendo che la prima benedizione del nuovo Papa sarebbe stata per i Torinesi, figli della Consolata.
Anche questa volta il Card. Richelmy, udita la relazione non diede alcun segno di credere o no, ma capì a chi volesse alludere F. Leopoldo, come disse poi dopo il conclave allo stesso Cavallotti.
Si sa che contro l'aspettativa di tutti venne eletto il Card. Della Chiesa, Benedetto XV e si sa pure che aveva parenti a Torino, il barone Gianotti ad esempio, che era devotissimo della Consolata; ma non tutti forse sanno che la prima benedizione fu proprio per i Torinesi, perché il primo ad ossequiare il neoeletto fu il Richelmy, che gli era vicino di trono nel conclave.
E nel dare la benedizione, dice Cavallotti, disse appunto che era per i Torinesi, figli della Consolata, di cui egli era devoto.
Un particolare che riguarda la sua persona, narra ancora Cavallotti, e cioè che F. Leopoldo gli aveva detto che il Card. Richelmy lo avrebbe scelto come accompagnatore al conclave, cosa che egli non poté sapere se non alla vigilia della partenza, perché il Cardinale aveva voluto conservare su ciò un segreto ermetico.54
Per il 31 maggio del 1914, giorno di Pentecoste, Fratel Teodoreto aveva fissato per i giovani dell'Unione del SS. Crocifisso un ritiro spirituale nella Villa S. Giuseppe a Pessinetto nella Valle di Lanzo, a 40 chilometri da Torino.
Ma ecco che appena stabilito il giorno incominciò un periodo di piogge dirotte, e insistenti, tanto che tutti dubitavano che si potesse tare il ritiro.
Il problema importava difficoltà perché dovevasi portare a Pessinetto il necessario per la giornata.
Il giovedì antecedente la domenica continuava piovere e allora Fratel Teodoreto si portò da F. Leopoldo esponendogli il progetto che aveva ideato, che importava di dover per l'occasione far preparare a Pessinetto la cappella, la cucina, i letti ecc. e raccomandandogli di pregare altrimenti il ritiro era impossibile a causa della pioggia.
Il giorno seguente venerdì di mattino mentre il Servo di Dio pregava secondo la raccomandazione di F. Teodoreto, la Madonna gli disse: « Cesseranno le piogge e avranno una bella giornata ».
Intanto piovve ancora tutto quel giorno e anche il sabato fino alle ore 12.
Ma secondo la parola del Servo di Dio, quando i giovani catechisti si erano portati alla stazione per la partenza, fissata alle ore 16 di sabato, videro i primi raggi di sole far capolino tra le nuvole diradate.
La domenica fu bellissima giornata, che premiò la loro fede e la loro pietà.55
Sono poi molti quelli che attestano di aver avuto da F. Leopoldo assicurazioni di eventi futuri riguardanti la loro persona o quelle di esseri cari.
Si ricordi quello che ho già narrato sulla guarigione veramente miracolosa del mio fratello.
Un altro fatto lo si può leggere nei suoi particolari nel Bollettino dei Catechisti: « L'Amore a Gesù Crocifisso » nel numero magglo-agosto del 1946 e che è eloquentissimo, sia per provare questo suo carisma, sia per la sua sicura direzione spirituale delle anime.
Specialmente durante la guerra mondiale del 1915-18, sono senza numero quelli che chiesero a lui preghiere, consigli, assicurazioni sui loro cari chiamati alle armi.
A tutti rispondeva secondo quanto il Signore o la Madonna gli rivelavano e molti ebbero la gioia di sentirsi assicurati prima dalle sue parole e poi dagli eventi da lui predetti.
Il Signore che gli aveva rivelato cose che riguardavano altri, gli fece anche la grande grazia di fargli conoscere in anticipo il tempo della sua morte.
Verso la fine dell'estate del 1921 egli andò a Terruggia sua patria.
Volle visitare tutti i parenti e amici.
La sua cugina Cavallone Angiola narrò più volte a me e ad altri che in quell'occasione F. Leopoldo le manifestò che era l'ultima volta che la visitava e che l'anno prossimo non sarebbe più tornato perché morto.
« Lo vidi più del solito delicato nel parlare, diceva la Cavallone, più affettuoso come uno che saluta alla partenza per un paese lontano e ebbi la certezza e il dolore di non vederlo più, perché sapevo che era un santo ».
Mi mostrava dove si era seduto quell'ultima volta.
Non nascose neppure ad altri la sua prossima fine; si raccomandava alle preghiere di tutti, dava consigli e finiva sempre di dire che non sarebbe più tornato a Terruggia.
Non era mesto, anzi parlava della sua prossima morte come di cosa desiderata e aspettata con impazienza.
In quello stesso anno 1921 scrisse a D. Carlo Gadda, allora chierico del Seminario d'Aosta, gli auguri per la tonsura che stava per prendere e gli univa nella lettera quelli per l'ordinazione futura, perché « allora sarebbe stato morto ».
Al catechista rag. Giovanni Cesone disse, ancor più precisando il tempo della morte: « Quando mi ammalerò in modo da mettermi a letto, sarà per morire ».
Ad un'altra persona pure disse chiaramente: « Quest'anno ( 1921 ) è l'ultimo per me, perché il Signore mi chiama in Paradiso ».
Questi doni che Dio concesse al suo servo ci assicurano a qual grado sublime di santità era giunto l'umilissimo cuoco di S. Tommaso.
In quegli ultimi mesi della sua vita se egli si sentì abbandonato e anche offeso dagli uomini, si trovò più vicino a Dio che gli mostrava la gloria ormai vicinissima.
Indice |
49 | Riconosciuta anche come Ente Giuridico dal Governo Italiano con decreto del 23 agosto 1946, n. 245, il quale autorizzava l'Unione stessa ad accettare il legato disposto per testamento dalla Sig.na Bice Boggio di s. m. per lo sviluppo dell'opera. |
50 | Opera cit., pag. 253. - Riguardo all'Unione dei Catechisti, vi è ancora una profezia di F. Leopoldo che per delicatezza verso terzi non vili è permesso svelare nei suoi particolari, ma che basterebbe da sola a convincere che il Servo di Dio ebbe il dono di leggere nel futuro. Egli intorno all'approvazione definitiva dell'Unione da parte dell'autorità ecclesiastica predisse ad una persona una circostanza tale che parve incredibile. A parte che allora nessuno pensava a fondare una nuova Congregazione Religiosa propriamente detta e solo il Servo di Dio l'annunziava come voluta da Dio ai suoi intimi, la circostanza predetta era tale che per avverarsi si richiedeva, direi, un miracolo. Eppure tutto avvenne come disse, contro ogni previsione umana. Quando si potrà narrare ogni cosa, anche nei minuti particolari potremo avere una novella prova dei carismi concessi da Dio al suo Servo. |
51 | 0p. cit., pag. 253 |
52 | La predizione di F. Leopoldo è del principio di
agosto del 1914, appena scoppiata la guerra tra la Germania e la Francia, mentre l'Italia non vi entrò se non nel maggio dell'anno seguente. Nell'agosto del 1914 nessuno sapeva quale decisione avrebbe preso e molti credevano che finisse di affiancarsi alla Germania e Austria con le quali era alleata. |
53 | Op. cit., p. 254. |
54 | Quanto narro mi è stato comunicato dal detto illustre signore, con autorizzazione di pubblicarlo. Egli mi assicura anche che di questa profezia di Leopoldo fu edotto Benedetto XV, il quale in seguito, nelle diverse visite concesse a lui chiedeva notizie del povero cuoco di S. Tommaso e si faceva narrare episodi della sua vita. La facilità e anche il modo non ordinario con cui concesse le indulgenze alla Devozione del SS. Crocifisso sono dovuti alle ottime referenze che con altri gli faceva Cavallotti, il quale del resto fu teste importante nel processo del Servo di Dio, come uno di quelli che lo hanno lungamente frequentato e conosciuto intimamente il detto signore mi assicura anche che fu F. Leopoldo che ispirò l'idea di offrire a Benedetto XV una statua d'argento della Consolata. L'idea così caldeggiata dal Servo di Dio fu attuata dal Card. Richelmy, il quale incaricò Mons. Angelo Bartolomasi, suo Ausiliare e lo stesso Cavallotti a consegnarla nelle anguste mani di S. Santità. Il dono fu graditissimo. |
55 | V. op. cit., pag. 141-142. |