Segretario del Crocifisso |
Mentre il Servo di Dio si elevava di giorno in giorno nell'amore del suo Signore e nella pratica delle virtù,
non dimenticava la vecchia madre rimasta a Terruggia e per essa si imponeva i sacrifici economici
suggeritigli dal grande affetto che le portava, come attesta la seguente lettera:
« Carissima mamma,
Oggi, domenica, ho ricevuto la tua lettera. Mi fa piacere che tu stia bene; io pure sto benissimo.
Ti spedisco la somma di lire sessanta, tutto quello che io posseggo te lo mando.
Ti auguro buone feste e buon capo d'anno. Ho tanto lavoro che non posso neanche dilungarmi nello scrivere.
Mi professo tuo figlio Luigi " ».
Questo tenero e filiale amore che manifestava col distacco così pronto dai beni della terra,
s'accompagnava in Luigi con un totale abbandono nella Divina Provvidenza, come accenna un suo amico.
" Essendo intimo amico di famiglia, mi ricordo che qualche volta il discorso di Luigi cadeva
sul come si sarebbe trovato dopo la morte della mamma, e nel manifestare queste sue preoccupazioni,
se pure erano cose che lo rattristavano, alzava gli occhi al cielo ed il suo volto si rasserenava
e ripigliava il solito aspetto sorridente, rassegnato e abbandonato completamente a qualunque volere di Dio ".1
" Qualche anno dopo, 1895, Luigi fece venire a Torino la sua buona mamma
per farla curare d'una malattia e d'una piaga che aveva in una gamba.
Prese in affitto un quartierino in via Garibaldi n. 26, in fondo alla corte, al 4° piano (casa Martini).
Veniva a trovarli un suo fratello che pure ho conosciuto e così continuò la nostra buona e cara amicizia.
Quella buona mamma la conobbi bene, era degna mamma di suo figlio.
Andavo a trovarla, quella buona signora, e benché sofferente, era paziente, calma, rassegnata alla volontà di Dio,
e dello stesso carattere allegro del suo santo Luigi, che abitò con la mamma per un paio d'anni ".2
Indice |
1 | Giuseppe Necco |
2 | Cav. Luigi Vacca da Torino |