Vita di Antonio |
1. Antonio, come se fosse ispirato da Dio, amò quel luogo.
Era il posto indicatogli da chi gli aveva parlato sulla riva del fiume.
2. All’inizio ricevette dei pani dai suoi compagni di viaggio e restò solo sul monte; nessun’altro stava con lui.
Ormai considerava quel posto come casa sua.
3. I saraceni stessi, vedendo lo zelo di Antonio, passavano di proposito per quella via ed erano contenti di potergli portare dei pani;
4. dalle palme ricava un povero e frugale sostentamento.
Poi, quando i fratelli vennero a conoscenza del luogo, come figli che si ricordano del padre, provvidero a mandargli dei viveri;
5. ma Antonio, vedendo che alcuni dovevano affrontare fatiche e disagi per procurargli il pane, volle risparmiare anche questa fatica ai monaci.
Rifletté e chiese ad alcuni di quelli che venivano a trovarlo di portargli una zappa, una scure e un po’ di frumento.
6. Quando gli portarono queste cose, esplorò i dintorni della montagna e, trovato un piccolo campo adatto alla coltivazione, cominciò a lavorarlo e, dato che il fiume gli forniva acqua in abbondanza per irrigarlo, cominciò a seminare.
Così fece ogni anno e in questo modo si procurò il pane, ben contento di non infastidire nessuno e di non essere di peso agli altri in nulla.
7. In seguito, vedendo che altri ancora venivano da lui, si mise a coltivare anche alcun ortaggi perché chi veniva a trovarlo ricevesse qualche conforto dopo la fatica di quel difficile cammino.
8. All’inizio le bestie del deserto, che veniva per l’acqua, danneggiavano spesso le sue sementi e le sue colture,
9. ma Antonio prese dolcemente una di queste bestie e a tutte disse: « Perché mi fate del male mentre io non ve ne faccio?
Andatevene e nel nome del Signore non avvicinatevi mai più a questo posto ».
E da quel momento, come spaventate dal suo ordine, non si avvicinarono più.
1. Antonio, dunque, viveva solo nella parte interna della montagna, tutto intento alla preghiera e alla ascesi.
I fratelli che andavano a trovarlo gli chiesero il permesso di recarsi da lui ogni mese a portargli olive, legumi e olio, perché ormai era anziano.
2. Quante lotte sostenne, mentre viveva su quella montagna, e non contro la carne e il sangue, come sta scritto, ma contro i demoni suoi avversari, abbiamo saputo da quanti si recavano a trovarlo.
3. Anche là udivano molti rumori e molte voci e dei colpi di armi e di notte vedevano la montagna riempirsi di scintille e contemplavano Antonio che pareva lottare contro esseri visibili e pregava contro di loro.
4. Infondeva coraggio a quanti venivano a trovarlo e intanto combatteva piegando le ginocchia e pregando il Signore.
5. Ed era cosa veramente degna di meraviglia che, standosene solo in quel deserto, non avesse timore dei demoni che lo assalivano né provasse paura per la ferocia delle belve, dei quadrupedi e dei serpenti che erano numerosissimi in quella zona.
Veramente, come sta scritto, confidava nel Signore come il monte Sion e custodiva il suo cuore nella pace senza lasciarsi turbare.
Per questo i demoni fuggivano e le bestie selvagge, come sta scritto, vivevano in pace con lui.
1. Il diavolo osservava Antonio, come dice Davide nel salmo, e digrignava i denti contro di lui.
Ma Antonio era consolato dal Salvatore e non pativa danno dalle astuzie e dalle molteplici insidie del demonio.
2. Una notte, mentre vegliava, il diavolo mandò contro di lui delle belve e quasi tutte le iene che abitavano nel deserto uscirono dalle loro tane e lo circondavano.
Antonio era là in mezzo.
3. Spalancarono la bocca e ciascuna minacciava di morderlo, ma egli comprese l’inganno del Nemico e disse a tutte le fiere: « Se avete ricevuto potere su di me, sono pronto a farmi divorare da voi, ma se siete state mandate dai demoni, non indugiate, andatevene perché io sono servo di Cristo ».
Così disse Antonio e le belve fuggirono come fustigate dalle sue parole.
1. Pochi giorni dopo, mentre lavorava – gli premeva anche il lavoro – un tale si presentò alla porta e tirò la corda con la quale stava lavorando.
Antonio, infatti, intrecciava ceste e le dava a quelli che venivano a trovarlo in cambio di quanto gli portavano.
2. Si alzò e vide una bestia simile a un uomo fino alle cosce e simile a un asino nelle gambe e nei piedi.
Antonio si limitò a fare il segno di croce e disse: « Sono servo di Cristo. Se sei stato inviato contro di me, eccomi ».
3. Ma la bestia se ne fuggì via con i suoi demoni con tanta furia che cadde e morì.
La morte della bestia era la disfatta dei demoni.
Facevano di tutto per cacciarlo dal deserto, ma non ci riuscirono.
1. Una volta i monaci lo pregarono di scendere presso di loro per un po’ di tempo e di andare a trovarli e a vedere i luoghi dove dimoravano; Antonio, dunque, si mise in viaggio con i monaci che erano venuti a trovarlo.
Un cammello portava il pane e l’acqua.
2. Tutto quel deserto, infatti, è privo di acqua e non si trova assolutamente acqua da bere se non su quella sola montagna dove abitava Antonio; è là che avevano attinto l’acqua.
Ma per via l’acqua venne a mancare; faceva molto caldo e rischiavano tutti di morire.
3. Nei dintorni non trovarono acqua e ormai non riuscivano più a camminare; si gettarono a terra e, in preda alla disperazione, lasciarono andare anche il cammello.
4. L’anziano, vedendo che erano in pericolo di vita, profondamente afflitto e desolato, si allontanò un poco da loro, si inginocchiò, tese le mani e si mise a pregare.
Subito il Signore fece sgorgare l’acqua là dove Antonio si era fermato a pregare.
5. Così tutti bevvero e si rianimarono, riempirono gli otri, cercarono il cammello e lo trovarono; per caso la corda si era impigliata in una pietra e così era rimasto fermo.
Lo riportarono, lo fecero bere, caricarono su di lui gli otri e ripresero incolumi il cammino.
6. Quando giunse alle dimore dei solitari fuori dalla montagna, tutti lo abbracciavano considerandolo come loro padre e Antonio, come se avesse portato delle provviste per loro dalla montagna, li accoglieva con il dono ospitale delle sue parole e li rendeva partecipi di quello che aveva imparato.
7. E di nuovo sui monti vi era gioia e desiderio ardente di progredire e consolazione al vedere ciascuno la fede degli altri.
8. Anche Antonio gioiva vedendo che i monaci erano pieni di zelo e che la sorella era rimasta vergine e che anch’essa guidava altre vergini.
1. Alcuni giorni dopo ritornò sulla montagna; molti, da allora, andavano da lui; osavano venire sul monte anche altri afflitti da malattie.
2. A tutti i monaci che venivano a trovarlo raccomandava costantemente di avere fede nel Signore, di amarlo, di tenersi lontani dai pensieri impuri e dai piaceri della carne e, come sta scritto nel libro dei Proverbi, di non lasciarsi ingannare dalla sazietà del ventre,
3. di fuggire la vanagloria, di pregare incessantemente, di recitare prima e dopo il sonno, d’imprimere nel loro cuore i precetti delle Scritture, di ricordare le opere dei santi affinché l’anima, ricordando i comandamenti, si regolasse sul loro zelo.
4. Ma soprattutto consigliava di meditare costantemente le parole dell’Apostolo: Non tramonti il sole sulla vostra ira.
5. Pensava che queste parole dovessero essere riferite ugualmente a ogni comandamento così che il sole non abbia a tramontare non solo sull’ira, ma neppure su un altro peccato.
È bello e necessario che non ci condanni né il sole per un peccato commesso durante il giorno, né la luna per un peccato o anche solo per un pensiero della notte.
6. Per ottenere questo è bene ascoltare e custodire le parole dell’Apostolo che dice: Esaminate voi stessi, giudicate voi stessi.
7. Ogni giorno ciascuno si chieda conto delle azioni compiute durante il giorno e durante la notte; se ha peccato, desista dal male; se non ha peccato, non si inorgoglisca, ma perseveri ne bene, non sia negligente; non condanni il prossimo, né giustifichi se stesso finché non venga il Signore che scruta le cose nascoste, come ha detto il beato apostolo Paolo.
8. Spesso a noi stessi sfugge quello che facciamo, non ce ne rendiamo conto, ma il Signore conosce ogni cosa.
Lasciamo dunque a lui il giudizio e abbiamo compassione gli uno degli altri, portiamo i pesi gli uno degli altri, esaminiamo noi stessi e sforziamoci di compiere quello che ancora ci manca.
9. Osserviamo anche quest’altra precauzione per essere sicuri di non peccare: ciascuno annoti e scriva le azioni e i moti dell’anima, come se dovessimo farli conoscere gli uni agli altri;
10. state certi che, per la vergogna di essere conosciuti, smetteremo di peccare e di nutrire nel cuore pensieri malvagi.
11. Chi desidera essere visto peccare?
Chi, dopo aver peccato, non preferisce mentire pur di rimanere nascosto?
Come, dunque, non compiremmo atti impuri sotto gli occhi degli altri, così se scriviamo i nostri pensieri come se dovessimo rivelarceli a vicenda, ci custodiremo attentamente dai pensieri impuri per la vergogna che altri vengano a conoscerli.
12. Lo scrivere, dunque, sarà per noi come lo sguardo dei nostri compagni di ascesi e così, poiché nello scrivere arrossiremo come se fossimo visti, non avremo più pensieri malvagi.
13. Regolando così la nostra vita potremo assoggettare il nostro corpo, piacere al Signore e calpestare le insidie del Nemico.
1. Questi precetti dava a quelli che venivano a trovarlo.
Aveva compassione di quelli che soffrivano e pregava con loro; spesso, in molti casi, il Signore lo ascoltava.
Eppure Antonio non si inorgogliva quando veniva esaudito, né mormorava quando non veniva esaudito, ma ringraziava sempre il Signore ed esortava chi soffriva ad avere coraggio e a riconoscere che la guarigione non poteva assolutamente venire né da lui, né dagli uomini, ma soltanto da Dio che opera quando vuole e per chi vuole.
2. E quelli che soffrivano accoglievano come una medicina le parole dell’anziano e imparavano anch’essi a non scoraggiarsi e a essere pazienti; quelli che venivano guariti imparavano a ringraziare non Antonio, ma soltanto il Signore.
1. Un tale di nome Frontone, membro del palazzo imperiale, era gravemente malato; si mordeva la lingua e stava per perdere la vista.
Salì sul monte e supplicava Antonio di pregare per lui.
2. Antonio pregò e poi disse a Frontone: « Va’, guarirai ».
Quello insisteva e rimase là alcuni giorni, ma Antonio continuava a dirgli: « Non potrai guarire se resterai qui.
Va’, quando sarai arrivato in Egitto, vedrai il miracolo che si compirà in te ».
3. Frontone gli credette e partì.
Come vide l’Egitto, il suo male cessò e riebbe la salute conformemente a quello che Antonio aveva detto e appreso dal Salvatore nelle sue preghiere.
1. Una giovane donna di Busiride di Tripoli era afflitta da una malattia molto grave e penosa.
Le lacrime, il muco del naso e gli umori che colavano dalle orecchie, come cadevano in terra, si trasformavano in vermi.
Era paralizzata e aveva un difetto agli occhi.
2. I suoi genitori, come vennero a sapere che alcuni monaci si recavano da Antonio, avendo fede nel Signore che guarì l’emorroissa, chiesero di poterli accompagnare insieme con la loro figlia.
3. Quelli acconsentirono.
I genitori rimasero con la ragazza fuori dalla montagna, presso Pafnuzio, confessore monaco, mentre i monaci entrarono; stavano per parlare ad Antonio della ragazza, quando egli li prevenne e descrisse la malattia della fanciulla e come avesse fato il viaggio con loro.
4. Poi, quando lo pregarono di lasciar venire anche i genitori e la fanciulla sul monte, non lo permise, ma disse: « Andate e, se non è già morta, troverete la fanciulla guarita.
Non è in mio potere operare guarigioni sì che essa debba venire da me, misero uomo; guarire è opera del Salvatore che fa misericordia in ogni luogo a quelli che lo invocano.
5. Il Signore ha prestato orecchio alle sue preghiere e nel suo amore per gli uomini mi ha rivelato che avrebbe guarito la malattia della fanciulla laggiù ».
Avvenne dunque il miracolo; i monaci andarono e trovarono i genitori pieni di gioia e la fanciulla ormai guarita.
1. Due fratelli si recavano da lui, ma per via venne loro a mancare l’acqua; l’uno morì, l’altro era in pericolo di vita.
Non aveva ormai più la forza di camminare e giaceva anche lui a terra aspettando la morte.
2. Antonio, che se ne stava sul monte, chiamò due monaci che in quel momento si trovavano là e li spinse a partire in fretta dicendo loro: « Prendete una brocca d’acqua e correte per la strada che va in Egitto.
3. Stavano venendo in due qui: uno è già morto, l’altro morirà presto se non vi affrettate.
Mi è stato rivelato ora, mentre stavo pregando ».
4. I monaci andarono, dunque, e trovarono l’uno morto e seppellito; e rianimarono l’altro con l’acqua e lo accompagnarono dall’anziano.
La distanza era di un giorno di cammino.
5. E se qualcuno si chiedesse perché Antonio non parlò prima che l’altro morisse, non chiederebbe rettamente.
Giudicare se quello doveva morire, infatti, non spettava ad Antonio, ma a Dio che così decise per l’uno e rivelò ad Antonio la situazione dell’altro.
6. Di Antonio soltanto questo bisogna ammirare: mentre stava sul monte, il suo cuore vegliava e il Signore gli rivelava quel che accadeva lontano da lui.
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