Cantico spirituale Manoscritto B

Indice

1 - Lo Sposo continua a parlare dimostrando la sua gioia per il bene conseguito dalla sposa per mezzo della solitudine in cui ha scelto di vivere, che è una pace stabile e un bene inestimabile.

Quando un'anima giunge a confermarsi nella quiete dell'unico e solitario amore dello Sposo, come ha fatto questa di cui si parla, si stabilisce tanto amorosamente in Dio e Dio in lei, che non ha più bisogno di altri mezzi e maestri che la guidino a Lui, poiché Egli è ormai sua guida e sua luce, compiendo in lei quanto promette in Osea ( Os 2,14 ): La condurrò nella solitudine e lì parlerò al suo cuore.

Con tali parole vuol fare capire che nella solitudine Egli si comunica e unisce all'anima, poiché parlare al cuore vuol dire renderle soddisfatto il cuore il quale non si appaga con cosa inferiore a Dio.

Perciò lo Sposo dice:

Strofa 35

Nel deserto viveva,

e nel deserto ha fatto già il suo nido,

nel deserto la guida

da solo il suo Diletto,

nel deserto anch'ei d'amor ferito.

Spiegazione

2 - In questa strofa lo Sposo dice due cose.

La prima è quella di lodare la solitudine in cui l'anima ha voluto vivere.

Afferma che essa le è servita di mezzo per trovare l'Amato e godere di Lui, lontana da ogni pena e fatica del passato.

Infatti, poiché ella ha voluto mantenersi nella solitudine di ogni gusto, conforto e aiuto creato per giungere alla compagnia con il Diletto, ha meritato di entrare in possesso della solitudine pacifica, in cui ora riposa lontana da ogni molestia.

La seconda è che, avendo voluto rimanere lontana da ogni cosa creata per amore del suo Sposo, Lui stesso, innamorato di lei a causa di questa solitudine, se ne è preso cura, sollevandola sulle braccia, pascendola in sé di tutti i beni, e guidandone lo spirito verso le profondità di Dio.

Non solo dice di essere la sua guida, ma soggiunge di farlo da se solo, senza servirsi di intermediari, né di Angeli né di uomini, né di forme né di immagini perché l'anima così solitaria gode vera libertà di spirito e non è legata a nessuno di questi mezzi.

Dice il verso:

Nel deserto viveva.

3 - La tortorella suddetta, cioè l'anima, viveva nella solitudine prima di incontrarsi con l'Amato in questo stato di unione.

L'anima che desidera Dio, in nessuna cosa trova conforto e compagnia; anzi, finché non lo trova, tutto le è causa di maggior solitudine.

E nel deserto ha fatto già il suo nido.

4 - La solitudine in cui viveva consisteva nel volere essere priva per amore dello Sposo di tutti i beni del mondo, secondo quanto si è detto della tortorella, sforzandosi di divenire perfetta, acquistando la perfetta solitudine in cui si giunge all'unione con il Verbo e quindi al completo refrigerio e riposo, come viene qui significato dalla parola nido, che significa quiete e riposo.

E così è come se dicesse: nella solitudine in cui prima viveva, esercitandosi con travagli ed angustie, poiché non era perfetta, ha posto ora il suo riposo e il suo refrigerio, avendolo acquistato perfettamente in Dio.

Perciò parlando spiritualmente David dice: Infatti il passero ha trovato per sé la casa, e la tortora il nido dove allevare i suoi piccoli ( Sal 84,4 ) cioè, ha trovato in Dio un luogo dove soddisfare i suoi appetiti e le sue potenze.

Nel deserto la guida.

5 - Vale a dire: in questa solitudine di tutte le cose in cui se ne sta sola con Dio, Egli la guida, la muove e la innalza a cose divine; ne eleva l'intelletto a conoscenze divine, perché è solo e nudo da altre nozioni opposte e peregrine, muove liberamente la volontà all'amore di Dio, perché è ormai sola e libera da altri affetti, riempie la memoria di divine nozioni, poiché anch'essa è sola e vuota di altre immaginazioni e fantasie.

Appena l'anima libera queste potenze vuotandole di tutto ciò che è terreno e dall'attaccamento a ciò che è celeste, lasciandole sole, Dio immediatamente le impiega in quello che è invisibile e divino.

È Lui che allora la guida in questo deserto, avvenendo quanto S. Paolo dice dei perfetti: Qui spiritu Dei aguntur, etc. ( Rm 8,14 ) - Sono mossi dallo Spirito di Dio, che equivale a dire: Nel deserto la guida

da solo il suo Diletto,

6 - ossia, non solo la guida nella solitudine sua, ma è Lui stesso da sé, che opera in lei senza alcun intermediario.

È proprio di questa unione dell'anima con Dio ne matrimonio spirituale che il Signore agisca e si comunichi a lei da sé, senza intervento di Angeli, come per il passato, e senza servirsi della capacità naturale.

I sensi esterni ed interni, tutte le creature e l'anima stessa possono fare molto poco per ricevere le grandi grazie soprannaturali che Dio le elargisce in questo stato.

Queste esulano dalla capacità, dall'opera naturale e dalla diligenza dell'anima: Egli le compie da solo in lei.

Ciò accade perché la trova sola e quindi non vuole darle altra compagnia, non affidandola ad altri che a Se solo.

Inoltre, avendo l'anima abbandonato tutto ed essendo passata attraverso tutti i mezzi per ascendere a Dio sopra tutte le cose, è conveniente che Egli da sé ne diventi la guida e il mezzo per condurla a sé.

Poiché l'anima è salita sopra tutto in solitudine di ogni cosa, niente le giova né le serve per salire se non il Verbo suo Sposo il quale ne è così innamorato che da sé vuoi farle queste grazie.

Quindi dice subito:

nel deserto anch'ei d'amor ferito,

7 - cioè della sposa.

Infatti lo Sposo, oltre ad amare grandemente la solitudine dell'anima, molto di più è ferito dall'amore di lei perché essa, ferita a sua volta dall'amore di Lui, ha voluto rimanere sola da tutte le cose.

E così Egli non l'ha voluta lasciare sola ma, ferito da lei per la solitudine in cui essa si trova per amore di Lui, vedendo che non trova soddisfazione in nessuna altra cosa, la guida da se stesso, traendola e assorbendola in sé, il che non avrebbe fatto se non l'avesse trovata in solitudine spirituale.

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