Salita del Monte Carmelo |
Di essa si tratta nella seconda strofa.
Al buio e più sicura, per la segreta scala, travestita, oh, sorte fortunata!,
al buio e ben celata, stando la mia casa al sonno abbandonata.
1. In questa seconda strofa l'anima canta la sorte fortunata che le è toccata nel liberare lo spirito da ogni imperfezione e da ogni brama di appropriarsi dei beni spirituali.
La sua sorte è stata tanto più felice in quanto ha incontrato maggiori difficoltà per addormentare la casa nella parte spirituale ed entrare in questa oscurità interiore, che è privazione spirituale di ogni cosa, tanto sensitiva che immateriale, appoggiandosi solo alla pura fede e per mezzo di essa salire fino a Dio.
La fede viene qui chiamata segreta scala, perché tutti i suoi gradini o articoli di fede che essa contiene sono segreti e nascosti tanto ai sensi quanto all'intelletto.
L'anima, dunque, all'oscuro di ogni luce naturale dei sensi e dell'intelletto, oltrepassa i limiti della sua natura e ragione per salire questa divina scala della fede; attraverso questa giunge a penetrare fin nelle profondità di Dio.
L'anima dice che procedeva travestita, perché, salendo per mezzo della fede, il suo costume, la veste e il portamento umano si erano cambiati in divino travestimento.
Tale trasformazione le consentiva di non essere riconosciuta né trattenuta dalle realtà temporali né da quelle della ragione e nemmeno dal demonio, poiché nulla di tutto questo può danneggiare chi cammina nella fede.
Ma c'è di più.
L'anima è talmente protetta, nascosta e al sicuro da tutti gli inganni del demonio da poter camminare veramente – come dice in questo verso – al buio e ben celata, cioè senza essere vista dal demonio, per il quale la luce della fede è densa tenebra.
Possiamo, dunque, affermare che l'anima che procede alla luce della fede avanza al riparo e nascosta agli occhi del demonio, come si vedrà più chiaramente in seguito.
2. Essa afferma, perciò, di essere uscita al buio e più sicura.
Chi ha la fortuna di poter camminare tra le oscurità della fede e, come un cieco, assume questa per guida, si libera da tutte le rappresentazioni naturali e dai ragionamenti spirituali, procedendo molto sicuro, come già ho detto.
L'anima aggiunge che entrò in questa notte dello spirito, stando la sua casa al sonno abbandonata.
Ciò vuol dire che quando l'anima giunge all'unione con Dio, ha messo a tacere la sua parte spirituale e razionale: le sue potenze naturali sono inattive, sopiti gli impeti e le ansie dei sensi nella parte spirituale.
Per questo motivo, qui non dice che uscì con ansie, come nella prima notte dei sensi, perché, per entrare in essa e spogliarsi di ciò che appartiene ai sensi, occorreva che avesse sperimentato ansie di amore sensibile per poterne uscire; invece, per placare definitivamente la casa dello spirito, si richiede di consolidare nella pura fede le sue potenze, le sue attrattive e tutti gli appetiti spirituali.
Fatto questo, l'anima si unisce all'Amato in un'unione piena di semplicità, purezza, amore e somiglianza.
3. Occorre notare che nella prima strofa, parlando della parte sensitiva, l'anima dice che uscì in una notte oscura: mentre qui, ove si tratta della parte spirituale, afferma che uscì al buio, perché le tenebre dello spirito sono più dense, proprio come il buio è tenebra più profonda dell'oscurità della notte.
Difatti, per quanto fonda possa essere una notte, tuttavia si scorge qualcosa, mentre al buio non si vede nulla.
Così nella notte dei sensi c'è ancora qualche luce, perché operano, senza essere accecati, l'intelletto e la ragione.
Nella notte dello spirito, ossia nella fede, invece, vi è totale privazione di luce sia nell'intelletto che nei sensi.
Per questo motivo l'anima afferma che camminava al buio e più sicura, cosa che non faceva nell'altra notte.
Quanto meno essa si affida alle sue capacità naturali, tanto più avanza sicura, perché procede nella fede.
Ciò è quanto verrà esposto diffusamente in questo libro II.
Sarà, perciò, necessario che il devoto lettore ponga attenzione, perché in esso dirò cose molto importanti circa il vero spirito.
E sebbene queste verità presentino qualche difficoltà a essere comprese, tuttavia esse sono collegate così bene tra loro che la conoscenza di una parte apre alla comprensione delle altre, in modo che si possa capire tutto molto bene.
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