Salita del Monte Carmelo |
1. Parlando del primo genere di conoscenze, cioè quelle naturali, ho proposto una dottrina che si applica alle conoscenze immaginarie naturali.
Ora è opportuno continuare la trattazione anche a proposito di altre rappresentazioni e conoscenze che la memoria conserva in sé e che sono soprannaturali, come le visioni, le rivelazioni, le locuzioni e i sentimenti che ci vengono per via soprannaturale.
Quando tali fenomeni si verificano nell'anima, abitualmente lasciano impressa nella memoria o nella fantasia un'immagine, una forma, una figura, una conoscenza, che talvolta è molto viva ed efficace.
A tale riguardo occorre evitare che tali fenomeni ingombrino la memoria e le siano di ostacolo per l'unione con Dio nella purezza e nella perfezione della speranza.
2. Voglio dire che, per raggiungere questo bene, l'anima non deve mai concentrarsi in queste conoscenze chiare e distinte, pervenutele per via soprannaturale, al fine di conservarne la forma, la figura o l'immagine.
Dobbiamo, del resto, lasciarci sempre guidare dal seguente principio: quanto più l'anima si attacca a qualche conoscenza naturale o soprannaturale chiara e distinta, tanto minore sarà la sua capacità e disposizione a entrare nell'abisso della fede, dove tutto il resto viene assorbito.
Infatti, come ho detto, nessuna forma o conoscenza soprannaturale che possa presentarsi alla memoria è Dio; di conseguenza l'anima, per andare a Dio, deve disfarsi di tutte le conoscenze o immagini per unirsi a Dio nella speranza.
Ogni possesso, infatti, è contro la speranza, perché, come dice san Paolo, ciò che uno già vede, come potrebbe ancora sperarlo? ( Rm 8,24 ).
Pertanto, quanto più la memoria si spoglia, tanto più cresce nella speranza; di conseguenza, quanto più ha speranza, tanto più si unisce a Dio.
Relativamente a Dio, infatti, più l'anima spera in lui, più ottiene; quindi la sua speranza cresce in proporzione della sua rinuncia alle cose.
Quando si sarà completamente spogliata, allora potrà godere del possesso di Dio ed essere unita a lui.
Ci sono, però, molti che non vogliono privarsi della dolcezza e del piacere che la memoria procura loro attraverso le conoscenze.
Per questo motivo non arrivano al sommo possesso e alla piena dolcezza di Dio, perché colui che non rinuncia a tutto ciò che possiede, non può essere discepolo di Cristo ( Lc 14,33 ).
Indice |