Le Mansioni o Castello Interiore |
- Prosegue sul medesimo argomento, e dice che Dio eleva l'anima anche in altro modo, mediante il volo di spirito
- Motivi per i quali occorre aver coraggio
- Spiega qualche cosa di quest'altra grazia, esprimendosi in modo piacevole
- Capitolo assai utile
1 - Ecco un'altra specie di rapimento che io chiamo volo di spirito: sostanzialmente è un tutt'uno, ma agisce sull'anima in modo assai diverso.
Si sente un movimento di anima così impetuoso da sembrare che lo spirito ci venga rapito, e ciò con tale velocità e così d'improvviso da sentirne, specialmente da principio, non poca paura.
Per questo vi ho detto che chi riceve queste grazie ha bisogno non solo di gran coraggio, ma di fede, di fiducia e di pieno abbandono a quello che il Signore vorrà da lui.
Credete che sia di poco sgomento per una persona pienamente in se stessa, sentirsi portar via l'anima, e alle volte anche il corpo, come di alcuni abbiam letto, senza sapere chi li porti, dove e come li porti, giacché quando questo improvviso movimento comincia, non si è ancora sicuri che sia da Dio?
2 - Vi è forse qualche mezzo per resistere? No.
Anzi, so da una persona che a voler resistere è peggio.
Siccome l'anima si è rimessa tante volte e tanto sinceramente nelle mani di Dio offrendosi a Lui con risoluta volontà, sembra che Dio le voglia far vedere che ormai non è più padrona di sé, e la rapisce con movimento evidente e impetuoso.
Perciò quella persona aveva stabilito d'imitare la pagliuzza attratta dall'ambra, come forse avrete visto, e abbandonarsi nelle mani di Colui che è tanto potente, vedendo anch'ella che allora il partito più saggio è fare di necessità virtù.
Ho detto una paglia, ed è così.
Con la stessa facilità con cui un gigante solleva una paglia, il nostro grande e valoroso Gigante rapisce lo spirito.
3 - Il bacino di quella fontana di cui abbiamo parlato - non ricordo bene se nelle Quarte Mansioni - prima si riempiva con soavità e piacevolezza, senza alcun movimento.
Ora invece quel gran Dio che ritiene le sorgenti delle acque e non permette al mare di oltrepassare i suoi confini, sembra che ne dischiuda le vene alimentatrici, per cui un'onda potente si solleva con impeto e porta in alto la navicella dell'anima.
E a quel modo che tutti gli sforzi del pilota e di coloro che governano la nave non possono fare che questa si fermi dove vogliono quando le onde la investono con furia, così non può fermarsi dove vuole l'interiore dell'anima, né fare che i sensi e le potenze si sottraggano all'impulso di chi li muove.
Del corpo, non se ne fa alcun caso.
4 - Vi confesso, sorelle, che scrivendo queste cose mi sento tutta trasecolare per l'eccelsa potenza che il nostro gran Re e Imperatore mi manifesta.
E che sarà per chi ne farà l'esperienza?
Se, come si svela a queste anime, Egli si svelasse ai più perversi del mondo, sono convinta che più nessuno l'offenderebbe, non per amore, per il gran terrore che se n'avrebbe.
Assai ben gravi son quindi gli obblighi di coloro che per vie così sublimi sono stati istruiti a far di tutto per non offendere Iddio!
Voi, sorelle, che ricevete queste o altre simili grazie, vi scongiuro, per amor di Dio, di non mai trascurarvi, badando di non contentarvi soltanto di ricevere.
Ricordatevi che chi molto riceve, molto pure ha da rendere.
5 - È questa una verità che dà vive apprensioni, ed occorre che l'anima si armi di gran coraggio.
Ma se non è Dio che glielo dà, essa va innanzi con timore, perché, dopo aver considerato ciò che Dio le concede, porta il pensiero su se stessa e vede che di fronte al molto a cui è obbligata, lo serve troppo poco, e anche in quel poco con mancanze, imperfezioni e tiepidezze senza numero.
Se fa qualche opera buona, preferisce e si studia di dimenticarla immediatamente, per non ricordare i difetti con cui l'ha compiuta.
Non fa che pensare ai suoi peccati, e siccome non ha con che riparare, si rimette alla misericordia di Dio, supplicandolo per quella bontà e clemenza che Egli ebbe con i peccatori.
6 - Allora Sua Maestà le potrebbe rispondere come a una certa persona, la quale afflitta per questo stesso motivo, considerava innanzi a un crocifisso di non aver mai avuto di che dare, né di che lasciare per Iddio.
Quel crocifisso la consolò, dicendole che Egli le offriva i dolori e i travagli della sua passione, affinché li considerasse come propri e li presentasse a suo Padre.
Ed ella rimase così ricca e così piena di gioia da non dimenticarsene mai più.
Ogni qualvolta avvertiva il peso della sua miseria, bastava che se ne ricordasse per subito rianimarsi ed uscirne consolata.
Di queste cose potrei raccontarne varie altre, perché, avendo trattato con molte persone sante e di orazione, ne conosco parecchie; ma non lo faccio affinché non crediate che si tratti di me.
Il fatto riportato mi è parso assai utile per farvi intendere quanto il Signore si compiaccia che noi ci sforziamo di conoscerci, procurando continuamente di mirare e rimirare la nostra miseria e povertà, persuase di non aver nulla che non ci venga da Lui.
Perciò occorre aver coraggio, sia per questo che per le molte altre cose che si presentano quando Dio tiene l'anima in questo stato.
Anzi, se vi è umiltà, occorre più coraggio in questo stato che non negli altri.
Il Signore ci soccorra per Quegli che è! …
7 - Ritorno a quell'improvvisa elevazione di spirito di cui ho parlato.
Avviene in tal modo da far credere che veramente lo spirito si stia separando dal corpo.
Benché la persona non muoia, ha però dei momenti in cui ella non sa dire se l'anima si trovi o non si trovi nel corpo.
Si crede trasportata per intero in una regione molto diversa dalla nostra, dove in una luce che non ha paragone con la nostra, le vengono mostrate cose così grandi che da sé non potrebbe immaginare, neppure lavorandovi intorno per tutta la vita.
Perciò avviene che in un solo istante le siano spiegati un'infinità di segreti, dei quali ella non giungerebbe a conoscere la millesima parte, neppure se per ordinarli vi si affaticasse molti anni con l'immaginazione e l'intelletto.
Questa è visione immaginaria, non intellettuale.
Con gli occhi dell'anima vi si vede molto meglio che non qui con quelli del corpo, come pure s'intendono varie cose senza l'aiuto delle parole: voglio dire che se si vedono alcuni santi, si riconoscono così bene come se si fossero spesso frequentati.
8 - Alle volte, unitamente alle cose che si vedono con gli occhi dell'anima, se ne presentano altre in visione intellettuale, specialmente angeli in gran numero che accompagnano il loro Dio.
Queste e molte altre meraviglie che non è possibile manifestare si presentano per via di una cognizione ammirabile che io non so dichiarare e nella quale non si vede nulla, né con gli occhi del corpo, né con quelli dell'anima.
Saprà meglio spiegarsi chi avrà maggiore esperienza e abilità, benché mi sembri assai difficile.
Non so se mentre avvengono queste cose l'anima sia o non sia nel corpo.
Non affermerei con giuramento né che l'anima sia nel corpo, né che il corpo sia privo di anima.
9 - Ecco il pensiero che mi è venuto varie volte.
Come il sole ha tanta forza da mandare in un istante i suoi raggi sulla terra senza muoversi dal cielo dove si trova, così l'anima - la quale è un tutt'uno con lo spirito, come il sole con i suoi raggi - può essere che per la forza del calore che le viene dal vero Sole di Giustizia si elevi sopra se stessa mediante una qualche sua parte superiore senza abbandonare il suo posto.
Ma io non so quel che dico.
La verità è che con la prestezza con cui la palla esce dall'archibugio quando gli è dato fuoco, si leva nell'interno una specie di volo - non so che altra parola adoperare - il quale, benché senza rumore, ha tuttavia, un movimento così evidente che l'illusione non è possibile.
Mentre l'anima è fuori di sé, le vengono mostrate grandi cose, e quando ritorna in sé si ritrova con grandissimi vantaggi.
Le cose della terra le appaiono così spregevoli che, di fronte a quelle vedute, le sembrano immondezze.
D'allora in poi non vive quaggiù che con pena, non essendovi nulla che la possa ancora interessare di ciò che prima le soleva essere attraente.
Sembra che il Signore le abbia mostrato qualche cosa di quanto valga il paese che l'attende - come coloro che mostrarono i segni della terra promessa nella quale si erano recati per incarico del popolo d'Israele - acciocché, conoscendo in che luogo deve andare a riposarsi, sopporti più tranquillamente le fatiche di questo aspro cammino.
Vi sembrerà che una grazia così istantanea non debba essere di tanti vantaggi; ma ne lascia nell'anima di così grandi, da non poter essere apprezzati se non da coloro che ne sono favoriti.
10 - Da ciò si vede che non è opera del demonio, e meno ancora dell'immaginazione.
Effetti così sublimi non possono essere del demonio. No.
La pace, il conforto e il profitto di cui l'anima si sente in possesso non possono venire da lui.
E meno ancora queste tre cose che si sentono in grado molto alto:
la prima, il conoscimento e la grandezza di Dio, perché, più son le cose che di Lui si vedono, più Egli ci appare magnifico;
la seconda, l'umiltà e il conoscimento di noi stessi, nel pensare che un essere così vile abbia osato offendere il Creatore di tante meraviglie e osi ancora guardarlo;
la terza, il disprezzo di tutte le cose della terra, eccetto di quelle che siano di aiuto nel servizio di così grande Signore.
11 - Queste le gioie che lo Sposo comincia a regalare alla sposa: gioie di tanto valore che da lei non potranno mai essere sciupate, perché quello che ha veduto le rimane così impresso da esserle impossibile di dimenticarsene fino a quando non ne godrà eternamente.
Lei sventurata se dovesse perderle!
Ma lo Sposo che l'ha così favorita può anche concederle di non perderle mai.
12 - Tornando al coraggio che bisogna avere, vi par forse da nulla accorgersi di perdere l'uso dei sensi senza saperne il motivo, sino a sembrare che l'anima si separi realmente dal corpo?
Ma ci vuole il coraggio che può dar solo Colui che dà tutto il resto.
Però, voi mi farete osservare che quella paura rimane ben ripagata.
È quello che dico anch'io.
Lodi senza fine a Colui che può fare questi doni!
E piaccia a Dio che meritiamo di servirlo! Amen.
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