Regola non bollata ( 1221 )

Capitolo V

Della correzione dei frati nelle loro mancanze

[15] Custodite, perciò, le vostre anime e quelle dei vostri fratelli, perché è terribile cadere nelle mani del Dio vivente ( Eb 10,31 ).

Se poi qualcuno dei ministri comandasse a un frate, qualcosa contro la nostra vita o contro la sua anima, il frate non sia tenuto ad obbedirgli, poiché non è obbedienza quella in cui si commette delitto o peccato.

[16] Tuttavia, tutti i frati che sono sottoposti ai ministri e servi, considerino con ponderazione e diligenza le azioni dei loro ministri e servi.

E se vedranno che qualcuno di essi vive secondo la carne e non secondo lo spirito, quale è richiesto dalla rettitudine della nostra vita, dopo la terza ammonizione, se non si sarà emendato, lo notifichino al ministro e servo di tutta la Fraternità nel Capitolo di Pentecoste, senza che nulla lo impedisca.

[17] Se poi tra i frati, ovunque siano, ci fosse qualche frate che volesse camminare secondo la carne e non secondo lo spirito, i frati, con i quali si trova, lo ammoniscano, lo istruiscano e lo correggano con umiltà e diligenza.

Che se, dopo la terza ammonizione, quegli non avrà voluto emendarsi, lo mandino oppure ne riferiscano al ministro e servo, e il ministro e servo lo tratti come gli sembrerà meglio secondo Iddio.

[18] E si guardino tutti i frati, sia i ministri e servi sia gli altri, dal turbarsi e dall'adirarsi per il peccato o il male di un altro, perché il diavolo per la colpa di uno vuole corrompere molti, ma spiritualmente, come meglio possono, aiutino chi ha peccato, perché non quelli che stanno bene hanno bisogno del medico, ma gli ammalati ( Cfr. Mt 9,12; Mc 2,17 ).

[19] Similmente, tutti i frati non abbiano in questo alcun potere o dominio, soprattutto fra di loro.

Come dice infatti il Signore nel Vangelo: "I principi delle nazioni le signoreggiano, e i grandi esercitano il potere su di esse ( Mt 20,25 ); non cosi sarà tra i frati; e chi tra loro vorrà essere maggiore, sia il loro ministro ( Mt 20,26-27 ) e servo; e chi tra di essi è maggiore, si faccia come il minore" ( Lc 22,26 ).

[20] Nessun frate faccia del male o dica del male a un altro anzi per carità di spirito volentieri si servano e si obbediscano vicendevolmente ( Cfr. Gal 5,13 ).

E questa è la vera e santa obbedienza del Signore nostro Gesù Cristo.

[21] E tutti i frati, ogni volta che si allontaneranno dai comandamenti del Signore ( Cfr. Sal 119,21 ) e andranno vagando fuori dell'obbedienza, come dice il profeta, sappiano che essi sono maledetti fuori dall'obbedienza, fino a quando rimarranno consapevolmente in tale peccato.

Se invece avranno perseverato nei comandamenti del Signore, che hanno promesso di osservare seguendo il santo Vangelo e la loro forma di vita, sappiano che sono nella vera obbedienza, e siano benedetti dal Signore.

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