Vita prima |
[332] 8. Così il beato servo dell'Altissimo, sospinto e preparato dallo Spirito Santo, essendo scoccata l'ora stabilita si abbandona all'impulso della sua anima: calpesta i beni di questo mondo per la conquista di beni migliori.
D'altronde non gli era più permesso differire: una epidemia mortifera si era diffusa ovunque, paralizzando a molti le membra in modo tale che avrebbe tolto loro anche la vita, se il Medico avesse tardato anche solo per poco.
[333] Francesco pertanto balza in piedi, fa il segno della croce, appronta un cavallo, monta in sella e, portando con sé panni di scarlatto, parte veloce per Foligno.
Ivi, secondo la sua abitudine, vende tutta la merce, e, con un colpo di fortuna, perfino il cavallo!
[334] Sul cammino del ritorno, libero da ogni peso, pensa all'opera cui destinare quel denaro.
Convertito a Dio in maniera rapida e meravigliosa, sente tale somma troppo ingombrante, la portasse pure per un'ora sola.
Così, tenendone conto quanto l'arena, si affretta a disfarsene.
Avvicinandosi ad Assisi, si imbatte in una chiesa molto antica, fabbricata sul bordo della strada e dedicata a San Damiano, allora in stato di rovina per vecchiaia.
[335] 9. Il nuovo cavaliere di Cristo si avvicina alla chiesa, e vedendola in quella miseranda condizione, si sente stringere il cuore.
Vi entra con timore riverenziale e, incontrandovi un povero sacerdote, con grande fede gli bacia le mani consacrate, gli offre il denaro che reca con sé e gli manifesta i suoi proponimenti.
Stupito per l'improvvisa conversione, il sacerdote quasi non crede a quanto odono le sue orecchie e ricusa di prendere quei soldi, temendo una burla.
Infatti lo avevano visto, per così dire, il giorno innanzi a far baldoria tra parenti e amici, superando tutti nella stoltezza.
Ma Francesco insiste e lo supplica ripetutamente di credere alle sue parole, e lo prega di accoglierlo con lui a servire il Signore.
E finalmente il sacerdote gli permette di rimanere con lui, pur persistendo nel rifiuto del denaro, per paura dei parenti.
Allora Francesco, vero dispregiatore della ricchezza, lo getta sopra una finestrella, incurante di esso, quanto della polvere.
Bramava, infatti, possedere la sapienza che è migliore dell'oro e ottenere la prudenza che è più preziosa dell'argento ( Pr 16,16 ).
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