Vita prima |
[377] 37. Francesco con i compagni, pieno d'esultanza per il dono di un così grande padre e signore, ringraziò Iddio onnipotente, che innalza gli umili e conforta gli afflitti ( Gb 5,11 ); fece subito visita alla basilica di San Pietro e, finita la sua preghiera, riprese con i fratelli il cammino di ritorno verso la valle di Spoleto.
Cammin facendo, andavano ripensando gli innumerevoli e grandi benefici ricevuti da Dio clementissimo; la cortesia con la quale erano stati accolti dal Vicario di Cristo, Pastore benevolo e universale della Cristianità; ricercavano insieme qual fosse il modo migliore di adempiere i suoi consigli e comandi, come osservare e custodire con sincerità e fedeltà la Regola; come dovevano camminare santamente e religiosamente davanti all'Altissimo; infine come la loro vita e i loro costumi, mediante la crescita nelle sante virtù, avrebbe potuto essere d'esempio agli altri.
[378] I nuovi discepoli di Cristo avevano già conversato a lungo in ispirito di umiltà di questi santi argomenti, e il giorno volgeva al tramonto.
Si trovavano, in quel momento, molto stanchi e affamati, in un luogo deserto, e non potevano trovare nulla da mangiare, poiché quel luogo era molto lontano dall'abitato.
Ma all'improvviso, per divina provvidenza, apparve un uomo recante del pane; lo diede loro e se ne andò.
Nessuno di loro l'aveva mai conosciuto, e perciò, pieni di ammirazione, si esortavano devotamente l'un l'altro a confidare sempre di più nella divina misericordia.
Dopo essersi ristorati con quel cibo, proseguirono fino ad un luogo vicino a Orte, e qui si fermarono per circa quindici giorni.
Alcuni di loro si recavano in città a cercare il vitto necessario e riportavano agli altri quanto erano riusciti a racimolare chiedendo l'elemosina di porta in porta, e lo mangiavano insieme lieti e ringraziando il Signore.
Se avanzava qualcosa, quando non potevano donarla ai poveri, la riponevano in una fossa, che un tempo era servita da sepolcro, per cibarsene il giorno seguente.
Quel luogo era deserto e non vi passava quasi nessuno.
[379] 35. Erano felicissimi di non vedere e di non possedere alcuna cosa vana o dilettevole ai sensi.
Cominciarono così a stringere un patto d'alleanza con la santa povertà, e si proponevano di vivere con essa per sempre e ovunque, come in quel momento, tanta era la consolazione che provavano mentre erano privi di tutto ciò che il mondo ama.
E poiché, liberi da ogni cura terrena, trovavano piacere solo nelle cose celesti, deliberano irrevocabilmente di non sciogliersi mai, per nessuna tribolazione o tentazione, dall'abbraccio della povertà.
[380] Ma, sebbene non ci fosse per loro pericolo di sorta nella amenità della regione, che pure può affievolire il vigore dello spirito, tuttavia, perché una lunga dimora non creasse una parvenza di possesso, lasciarono quel luogo e, seguendo il padre, che era pieno di felicità, entrarono nella valle Spoletana.
[381] Si domandavano ancora e seriamente, da persone che si erano impegnate a vivere sinceramente nella santità, se dovevano svolgere la loro vita tra gli uomini o ritirarsi negli eremi.
E Francesco, che, non fidandosi mai di se stesso, in ogni decisione cercava ispirazione da Dio nella preghiera, scelse di vivere per Colui che morì per tutti, ben consapevole di essere stato inviato da Dio a conquistare le anime che il diavolo tentava di rapire.
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