Colossesi
Lettera ai ...Lettera apostolica del Nuovo Testamento, scritta da s. Paolo agli abitanti di Colossi ( o Colosso ), presso Efeso, in Asia Minore. Tutto quello che si sa sulla fondazione della Chiesa di Colossi è contenuto nella lettera. È certo che non fu Paolo a evangelizzare la città, da lui non ancora visitata nel momento in cui viene scritta la lettera ( Col 2,1 ), ma Epafra, oriundo di Colossi ( Col 1,7; Col 4,12 ) e discepolo di Paolo ( Fm 23 ). I cristiani di Colossi dovevano essere di origine prevalentemente pagana. Dalla lettera emerge l'impressione di una comunità vivace, unita e salda nella fede. Non tutti i critici condividono la tesi che la lettera sia autenticamente di Paolo; molti - a motivo dello stile, del vocabolario e della teologia - pensano che sia opera di un segretario o di un discepolo immediato dell'apostolo, o addirittura che si tratti di uno scritto della generazione postapostolica. Nella comunità di Colossi serpeggiava un'eresia il cui contenuto si riferiva alla venerazione degli elementi di questo mondo ( Col 2,8 e 20 ), al culto degli angeli ( Col 2,18 ), all'osservanza di digiuni e feste ( Col 2,16 ), all'ascesi alimentare ( Col 2,21 ). L'autore qualifica l'insieme di queste prescrizioni religiose in modo alquanto perentorio: cose che sono ombra di quelle future ( Col 2,17 ), pratiche di poco conto frutto di pretese visioni e di vano orgoglio ( Col 2,18 ), cose destinate a scomparire con l'uso essendo prescrizioni e insegnamenti di uomini ( Col 2,23 ), cose che hanno una parvenza di sapienza, ma che in realtà servono solo a soddisfare la carne ( Col 2,23 ). Tutto ciò è estraneo al Vangelo e inutile per un'autentica vita di fede: di fatto, è una messa in discussione della centralità creatrice e redentrice di Cristo. Di qui il richiamo a essere "fondati e fermi nella fede" ( Col 1,23 ), a penetrare nella perfetta conoscenza del mistero di Dio, cioè Cristo ( Col 2,2 ), e a camminare nel Signore Gesù Cristo ( Col 2,6-7 ). Il pericolo, contro il quale l'autore della lettera prende una posizione decisa, era quello di una riduzione del Cristo a primus inter pares ( primo fra uguali ), non superiore alle "potenze" cosmiche, inserito in una lunga schiera di mediatori tra Dio, l'uomo e il cosmo. Due quindi erano i rischi: una svalutazione del primato di Cristo nella creazione e nella redenzione, la ricerca di una via di salvezza fondata sull'ascosi e l'osservanza di determinati culti. La struttura della lettera è la seguente:
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