Dossetti

Giuseppe

Giurista, uomo politico, sacerdote e monaco italiano ( Genova, 1913 - Monteveglio, Bologna 1996 ).

Docente universitario di diritto canonico ed ecclesiastico, durante la seconda guerra mondiale guidò un gruppetto di intellettuali presso l'Università Cattolica di Milano che si preparavano al postfascismo.

Tra 1944 e 1945 fu comandante partigiano nella sua Emilia ( presiedette il CLN di Reggio Emilia ).

Subito dopo la Liberazione divenne vicesegretario della DC, chiedendo una netta rottura della continuità dello Stato, per superare non solo l'eredità fascista, ma anche le cause profonde della grande crisi delle democrazie degli anni '30.

Deputato alla Costituente, fornì uno dei più alti contributi alla stesura della carta costituzionale, definendo nella Commissione dei 75 una piattaforma ideologica pluralista e personalista, in cui i diritti e i doveri della persona si espandevano in uno Stato sociale
interventista e moderno.

La sua successiva militanza politica, con la sua rivista "Cronache sociali" ( 1947-1951 ), fu svolta all'insegna di una coerente proposta alternativa alle modalità moderate della ricostruzione guidata da De Gasperi: egli mirava a connettere una politica economica audacemente riformatrice e una politica estera di autonomia in un quadro europeo.

L'"integralismo" rimproveratogli dai suoi critici era piuttosto vigile esigenza di connettere e distinguere senso della fede e responsabilità storiche.

Lasciata la politica nel 1951, per la convinzione che la sconfitta delle sue posizioni rendesse necessaria la preparazione spirituale e culturale di condizioni ecclesiali e civili rinnovate, fondò a Bologna un istituto di ricerca nel campo delle scienze religiose, e si trovò a collaborare sempre più strettamente con il cardinal Lercaro.

Dopo una breve parentesi di impegno politico-amministrativo al Comune di Bologna ( 1956-58 ), nel 1959 divenne sacerdote.

Seguì Lercaro al concilio Vaticano II ( 1962-65 ), e divenne un ispiratore, discreto ma importante, dei lavori conciliari ( fu anche per un breve periodo segretario del collegio dei quattro cardinali "moderatori" ): vi insistette sui temi della dimensione misterica e comunionale della Chiesa, della collegialità episcopale e della costruzione della pace nel mondo, ma soprattutto cercò di affermare una fondazione coerentemente e globalmente biblica e liturgica della vita cristiana.

Dopo il concilio lavorò come provicario per il rinnovamento della diocesi bolognese, fino alla conclusione dell'esperienza di Lercaro nel 1968.

Da allora sviluppò una vocazione monacale, nel sodalizio della Piccola Famiglia dell'Annunziata, da lui fondata con un piccolo gruppo di amici fin dal 1955, per condurre un'esperienza di vita comune incentrata sul primato della Parola.

Ritirato tra Montisveglio, Gerusalemme e la fondazione monastica in Giordania, si dedicò alla preghiera e agli studi biblici, proponendo rare ma profonde riflessioni sul momento ecclesiale e sui problemi della pace.

Nel 1985 inaugurò un convento a Monte Sole, nei luoghi dell'Appennino bolognese che conservano la memoria delle stragi naziste del 1944.

Tornò momentaneamente al centro della scena pubblica nel 1994 con un alto appello per la difesa attiva e creativa della Costituzione, segnalando inoltre con lucidità i problemi di una crisi spirituale e culturale della cattolicità italiana.