Gioacchino
... da FioreTeologo e mistico ( Colico, Cosenza, ca 1130 - San Giovanni in Fiore 1202 ). Ancora giovanissimo, seguendo la spedizione crociata del 1148-1149, poté soggiornare per un certo tempo a Costantinopoli, nella Siria e in Palestina, attingendovi rimarchevoli lezioni in campo culturale. Si fece monaco cistercense nel 1150, fu abate del monastero di Santa Maria di Corazzo ( Catanzaro ) fino al 1177. Entrato in contrasto con l'ordine, si ritirò in un luogo solitario della Sila, a San Giovanni in Fiore, e qui nel 1190 fondò una nuova congregazione monastica, i florensi, le cui costituzioni furono approvate nel 1196 da papa Celestino III. La sua originale meditazione sulla vita cristiana trovò espressione negli scritti di esegesi biblica, omiletici, ascetici e teologici. Li percorreva una suggestiva tensione escatologica, secondo la quale la storia si divide in tre fasi: l'età del Padre ( quella dell'Antico Testamento ), l'età del Figlio ( vissuta dalla Chiesa dopo la risurrezione di Cristo ) e l'età dello Spirito, che, già iniziata, avrebbe infine visto l'affermarsi della spiritualità del monachesimo delle origini sulle strutture ecclesiastiche tradizionali. La visione escatologica di Gioacchino esercitò un influsso decisivo sui movimenti ascetici del basso Medioevo, come le correnti "spirituali" e apocalittiche, e nello stesso francescanesimo; se ne colgono echi anche nella Commedia di Dante. Le sue dottrine furono condannate dal concilio Lateranense IV ( 1215 ) e i suoi diretti seguaci ( gioachinisti ) subirono la condanna del concilio di Arles ( 1260 ). |