Tommaso
Uno dei dodici apostoli di Gesù, nominato nelle diverse liste ( Mc 3,18; Mt 10,3; Lc 6,15; At 1,13 ). Assume un particolare rilievo nel Vangelo di Giovanni, dove è menzionato con l'equivalente greco del suo nome ( didymos: gemello; Gv 11,16; Gv 20,24; Gv 21,2 ). Nonostante dimostri di avere un temperamento generoso e impetuoso ( Gv 11,16 ), Tommaso dubita ed esige dei segni per poter credere ( Gv 14,5; Gv 20,24-29 ). v. Apostoli |
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... BecketArcivescovo inglese, santo ( Londra 1118 - Canterbury 1170 ); festa: 29 dicembre. Di nobile famiglia normanna, collaboratore dell'arcivescovo di Canterbury Teobaldo, fu nominato nel 1155 cancelliere del re Enrico II ( il vero fondatore della solidità della monarchia inglese ) e ne appoggiò la politica di rafforzamento della monarchia contro i baroni. Fu quindi nominato arcivescovo di Canterbury nel 1162, trovandosi via via a opporsi al re su una linea di difesa dell'indipendenza della Chiesa dalle crescenti ingerenze della corona. Si oppose fermamente alla proclamazione reale delle cosiddette Costituzioni di Clarendon ( 1164 ) che, tra le altre disposizioni centralizzatrici, prevedevano la sottomissione dei chierici alla giurisdizione del tribunale del re. Per questo dovette andare in esilio in Francia; tornato alla sua cattedra vescovile nel 1170, dopo una riconciliazione con il re, fu assassinato nella cattedrale di Canterbury da quattro cortigiani di Enrico II stesso. Dopo solo tre anni venne canonizzato, ed Enrico II si sottopose a una pubblica penitenza. La sua vicenda è tornata rilevante per la sensibilità moderna a seguito del dramma di T.S. Eliot, Assassinio nella cattedrale ( 1935 ). |
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... d'AquinoTeologo e filosofo italiano, santo ( Roccasecca, Aquino, ca 1221 - Fossanova, Latina, 1274 ); festa: 28 gennaio. Studiò filosofia a Napoli, dove entrò nell'ordine domenicano; completò gli studi di teologia a Parigi, alla scuola di Alberto Magno, che seguì poi a Colonia. Maestro di teologia a Parigi e a Napoli, fu reggente dello studio teologico pontificio a Roma; scrisse numerose opere. Di carattere teologico sono la Summa contro Gentiles; la grande Summa theologiae, in tre parti; le raccolte di Quaestiones disputatae ( De veritate; De potentia; De malo; De spiritualibus creaturis ). Di natura filosofica sono invece i Commentavi alle principali opere di Aristotele, Dionigi Areopagita, Severino Boezio, dell'anonimo autore arabo del Libro delle cause, oltre ad alcuni Opuscula ( De ente et essentia; De imitate intellectus contro Averroistas; De substantiis separatis ). Commentò inoltre diversi libri dell'Antico e del Nuovo Testamento, e compose i testi della festa liturgica del Corpus Domini. Rapporti tra filosofia e RivelazioneTommaso ritiene che tra l'indagine svolta dalla ragione e la dottrina rivelata non esista conflitto, poiché si tratta di due modalità di accesso alla verità, la quale è intrinsecamente una. La filosofia possiede un'autonomia di oggetto e di metodo e deve esplorare in modo rigoroso l'universo fisico, la struttura dell'uomo e, al suo vertice metafisico, la totalità dell'essere e delle perfezioni trascendentali. L'oggetto della teologia è costituito dai contenuti specifici della Rivelazione, offerta all'uomo per supportarlo nella conoscenza di verità indispensabili per la sua completa realizzazione, ma irraggiungibili con la sola ragione. Tommaso parla di "preamboli alla fede" a proposito di verità come l'esistenza di Dio, i suoi attributi e l'immortalità dell'anima dell'uomo, perché sono oggetto sia di rivelazione, sia di argomentazione filosofica e attestano perciò la conciliabilità intrinseca di fede e ragione. Esistenza e attributi di DioTommaso propone una dimostrazione dell'esistenza di Dio che parta dall'esperienza sensibile ( a posteriori ). Vi sono cinque modalità ( vie ) diverse di esaminare il dato empirico: nella prima via si parte dal divenire caratteristico di tutte le cose sensibili; la seconda analizza i rapporti di causalità; la terza, il carattere di contingenza del mondo; la quarta, la distribuzione per gradi delle perfezioni più universali possedute dalle cose; la quinta, la regolarità dei comportamenti degli agenti privi di conoscenza, interpretata come tendenza a un fine naturale. Tutte queste vie sottopongono i dati empirici al vaglio dei principi della filosofia, per giungere alla spiegazione delle condizioni ultime della loro possibilità, così da evitare l'assurdo di non trovare una spiegazione razionale e incontrovertibile dell'esperienza. Le cinque vie conducono all'affermazione della necessità per la ragione dell'esistenza di un primo motore immobile, che spiega il divenire, di una prima causa incausata che fonda l'ordine della causalità efficiente, di un essere necessario, anteriore a ogni essere possibile, di un perfettissimo che è causa delle perfezioni parziali dei singoli enti, di un'intelligenza trascendente, che ordina la natura al fine. Il primo essere così dimostrato, totalmente perfetto e sottratto ai limiti del contingente, corrisponde a ciò che filosofi e teologi chiamano Dio. L'attributo divino più importante per Tommaso è quello dell'onnipotenza creatrice: la natura dell'essere infinito possiede una radicale assolutezza dell'intelletto e della volontà, che sono all'origine della creazione dal nulla di tutti gli enti finiti, i quali, in quanto risultato di un libero atto creativo, contraggono un intrinseco orientamento a Dio come al proprio fine ultimo. Etica e politicaTommaso giudica incompleta l'etica di Aristotele, che riconduceva la felicità dell'uomo alla massima attivazione della conoscenza intellettiva. Questa attività intellettiva non può rappresentare il fine ultimo beatificante di tutti gli uomini, perché si tratta di una conoscenza astratta e perciò non totalmente definita nel suo oggetto; essa riguarda poi solo un numero limitato di uomini, quelli che hanno attitudini contemplative; infine, essendo prerogativa dell'uomo composto di anima e corpo, cessa con la morte del corpo. Prerogativa di una vera felicità è quella di attingere il proprio oggetto in modo esaustivo e incessante, senza cioè che possa avere termine, perché il pensiero della fine genera infelicità: la felicità dell'uomo è perciò appannaggio dell'altra vita, della vita eterna, attraverso la visione beatifica di Dio. L'impegno politico deve mirare alla costruzione di una pacifica convivenza tra gli uomini, perché tutti possano vivere secondo le proprie attitudini la destinazione al fine ultimo ultraterreno. Per questo l'autorità politica deve sintonizzarsi con l'autorità religiosa, e la sua autonomia è limitata dalla necessaria subordinazione delle finalità terrene alla vita eterna, intesa cristianamente. Lo statuto della teologiaLa tesi più innovativa in campo teologico è rappresentata dalla difesa del carattere scientifico della teologia. Tommaso usa l'accezione aristotelica di scienza, per cui è scientifico ciò che si caratterizza come conclusione di un sillogismo dimostrativo o apodittico, avente carattere di deduzione necessaria e universale. Per accordare questa epistemologia con il sapere teologico, egli ricorre alla teoria della subalternazione, secondo cui per procedere alla costituzione del proprio campo di indagine una scienza ( per esempio, l'ottica ) accoglie come evidenti da una scienza superiore ( nell'esempio, la geometria ), della quale è subalterna, alcuni princìpi che fungono da premesse. L'evidenza dei princìpi, che consentono al teologo di elaborare delle conclusioni scientifiche, è così garantita dalla scienza di Dio, alla quale la teologia o "subalternata". Il sapere teologico per Tommaso consiste fondamentalmente nello sforzo di dilatare la comprensione del mistero rivelato, in una forma di anticipazione dei contenuti della visione beatifica, quando il credente sarà ammesso all'intuizione diretta di Dio. Fortuna del pensiero di TommasoIl pensiero di Tommaso, che rappresenta uno dei vertici della riflessione teologico-filosofica cristiana, fu oggetto di contrastanti valutazioni da parte dei contemporanei: a lui si opposero i seguaci dell'agostinismo tradizionale ( principalmente i maestri della scuola francescana ) e i sostenitori dell'aristotelismo radicale ( Sigieri di Brabante, Boezio di Dacia ). Il rilancio del pensiero di Tommaso, il tomismo, avvenne a opera dei domenicani e si incrementò con la sua canonizzazione ( 1323 ); a partire dalla seconda metà del sec. XV diversi maestri ( T. de Vio, F. de Silvestris ) avviarono la tradizione di commentare le opere di Tommaso, continuata poi con i seguaci della seconda scolastica dei secc. XVI e XVII. Una vivace ripresa del suo pensiero si ebbe nel sec. XIX con la neoscolastica, al cui interno occupa un posto preminente il neotomismo. |
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... MoroNome italianizzato di Thomas More, statista e umanista inglese, santo ( Londra 1478 - 1535 ); festa: 22 giugno. Amico e corrispondente di Erasmo da Rotterdam, fu uno degli esponenti della Riforma cattolica. Scrisse l'Utopia ( 1516 ), trattato dialogico in cui si satireggiano le condizioni socio-politiche dell'Inghilterra, confrontandole con quelle di uno Stato ideale, organizzato su basi comunitarie e retto da princìpi di ragione e tolleranza. Una brillante carriera politica ( ambasciatore e speaker, presidente della Camera dei Comuni ) indusse re Enrico VIII a nominarlo cancelliere del regno ( 1529 ), primo laico a ricoprire questa carica. Per alcuni anni egli fu tra i maggiori artefici della politica del sovrano; non volle però pronunciarsi a favore del re sulla questione dell'annullamento del matrimonio con Caterina d'Aragona ( che divideva il sovrano dal papa ), e per questo diede le dimissioni nel 1532. Inquisito per false e vacue accuse di tradimento, si rifiutò incidentalmente di giurare l'Atto di supremazia del 1534, che definiva formalmente lo scisma della Chiesa anglicana da Roma. Fu allora imprigionato nella Torre di Londra ( come il cardinale J. Fisher ), condannato a morte per tradimento e decapitato dopo un anno. Fu beatificato da Leone XIII ( 1886 ) e canonizzato nel 1935 da Pio XI. |
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Concilio Ecumenico Vaticano II |
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Maestro degli studi teologici | Optatam totius 16 |
Nelle Università e facoltà cattoliche | Gravissimum educationis 12 |