Alienazione
1) dir. Trasferimento oneroso ad altri della titolarità di un diritto
Sinonimo: cessione, vendita
2) psich. Malattia mentale
Sinonimo: follia, pazzia
3) Asservimento dell'uomo a bisogni indotti dalla società dei consumi e non spontanei, con conseguente abbrutimento spirituale
Dal latino alienus = estraneo.
Estraniazione a se stesso.
Situazione nella quale l'individuo si trova interiormente diviso tra quello che dovrebbe essere o fare e quello che di fatto è o realizza.
Può avvenire in forma cosciente o incosciente.
Esempio di alienazione cosciente: la persona deve fare un lavoro con il quale non è d'accordo;
esempio di alienazione incosciente: quella dell'uomo dominato dalla propaganda.
Nel linguaggio corrente, il verbo « alienare » è largamente simile a « togliere, espropriare ».
Tale significato è alla base di quello più tecnico, introdotto dal pensiero marxista.
L'alienazione è in questo senso l'esproprio che l'operaio subisce da parte del datore di lavoro, un esproprio del prodotto del suo lavoro ma anche della sua stessa dignità di uomo.
È la condizione degli individui o dei gruppi che sono colpiti nella loro identità culturale e nel loro senso di appartenenza.
Questo sentimento di rifiuto è quello che provano le persone sottoposte a situazioni di violenza quali la dominazione militare, la colonizzazione, l'oppressione economica o ideologica.
La parola alienazione deve, tuttavia, essere usata con discernimento, per evitare ogni forma di enfasi che finisce per renderla insignificante.
I filosofi mettono in guardia circa l'ambiguità del concetto di alienazione di cui fanno abuso i discorsi ideologici e la propaganda.
Secondo Paul Ricoeur, è " una parola malata " che soffre di un " sovraccarico semantico ".
La parola alienazione veniva inizialmente usata per indicare un transfert di proprietà o di uno stato mentale.
Giangiacomo Rousseau ed Hegel hanno esteso il senso giuridico e psicologico dell'alienazione alla sfera metafisica della persona che aliena la propria individualità per ritrovarsi un altro
E ciò che si produce nel " contratto sociale " in cui gli individui rinunciano al proprio isolamento per ritrovarsi nella società ( Rousseau ); o si identificano alla volontà di un altro per dare oggettività e sostanza ad un contratto di natura economica, o ancora, si realizzano perdendosi nel Dio, totalmente altro ed assoluto ( Hegel ).
L'alienazione in questo senso comporta un aspetto positivo che è stato giustamente riconosciuto.
Questi riferimenti storici già inducono a non confondere l'alienazione-oppressione con l'alienazione-promozione, cioè la trasformazione delle persone e dei gruppi che accedono ad un livello d'essere superiore per un arricchirsi della loro identità.
E su questa linea di pensiero che Karl Marx ha sviluppato il concetto di alienazione, ma ponendo l'accento sul dramma del proletariato, sfruttato e reso incapace di trasformarsi liberamente in rapporto alla natura e al lavoro.
Per i marxisti, infatti, l'alienazione dell'operaio nasce dall'espropriazione del prodotto del proprio lavoro: egli subisce un'alienazione della propria persona, ridotta a merce di scambio.
L'alienazione economica comporta il dominio culturale sul proletariato, sottoposto alla cultura dei detentori dei mezzi di produzione.
In generale i sociologi affermano che lo sviluppo industriale, basato su di una rigida divisione tra capitale e lavoro, ha provocato l'alienazione dei lavoratori per la parcellizzazione dei compiti e la spersonalizzazione del sistema produttivo.
Erich Fromm, per esempio, ha accuratamente analizzato le forme di alienazione che incidono su tutte le relazioni dell'uomo moderno nei confronti del proprio lavoro, delle cose che consuma, dei suoi simili.
In ultima analisi egli risulta essere alienato verso se stesso.
Questo crea una situazione sociale di schizofrenia nella quale l'alienazione culturale è strettamente legata all'alienazione psico-sociologica.
La razionalizzazione e la burocratizzazione della vita sociale espongono l'individuo alla solitudine, al disorientamento, all'angoscia, all'apatia.
I " rapporti fraterni " sembrano essere banditi dalla maggior parte delle sfere della vita sociale ed economica.
La sindrome dell'alienazione psico-sociale si manifesta con diversi segni:
la sensazione d'essere impotente o l'incapacità di agire sulla condizione stessa della soggezione;
la perdita del senso di sé, o l'incapacità di definire il proprio comportamento per mancanza di punti di riferimento sicuri e significativi;
la sensazione d'isolamento o l'assenza di una comunità di sostegno e d'integrazione.
Melvin Seeman ha rilevato cinque caratteristiche dell'alienazione attraverso gli studi dei sociologi e degli storici: powerlessness; meaninglessness; normalessness; isolation; self-estrangement: 1959.
L'alienazione culturale più radicale è quella di un gruppo umano che perde la propria lingua, le proprie tradizioni, il desiderio di vita collettiva.
L'alienazione può finire per diventare una completa assimilazione ai gruppi dominanti.
Essa genera la " coscienza infelice " di cui parla Hegel, perché è percepita come una condizione oppressiva e degradante.
Non si tratta, tuttavia, di alienazione in senso stretto quando l'assimilazione è accettata volontariamente, come accade per gli immigrati che hanno in anticipo deciso liberamente di adottare la lingua, i costumi e gli usi del paese di accoglienza.
Nella misura in cui il cambiamento è accettato senza costrizioni, si tratta piuttosto di sostituzione di identità che di alienazione subita, anche se gli immigrati non riescono sempre a placare la pena di aver alienato una parte del proprio passato.
Il sentimento di alienazione è fortemente percepito nei paesi in via di sviluppo che vedono il proprio modo di vita minacciato dal processo di modernizzazione, dall'industrializzazione e dall'urbanizzazione; essi vivono, infatti, un'interna divisione tra la fedeltà alla cultura tradizionale e i valori delle nuove culture.
L'alienazione è ancora più penosa, quando la modernizzazione s'instaura, in nome d'interessi economici o di orientamenti ideologici che contraddicono o addirittura disprezzano e attaccano violentemente l'identità culturale delle popolazioni in via di cambiamento.
E in questo contesto che nascono i movimenti di liberazione da cui gli aspetti economici, sociali, politici e culturali sono indissociabili.
Un altro tipo di alienazione, o di contraddizione culturale, è vissuto dai paesi che subiscono la violenza di un regime totalitario.
Questa fu l'esperienza delle nazioni dell'Est europeo: la loro cultura è stata vessata nel suo libero dinamismo, nelle sue tradizioni religiose, nella sua espressione e nella sua creatività.
I media, la scuola e tutto il sistema sociale hanno cercato di espropriare le popolazioni della loro cultura vitale per creare la cultura del sedicente " uomo nuovo ".
Ma i risultati sono lungi dall'aver corrisposto alle intenzioni ufficiali.
Dopo settanta anni, si constata che soltanto la forza ha permesso ai poteri pubblici di mantenere una politica culturale di fatto non accettata.
Per uno straordinario paradosso, queste politiche sono sfociate nella riscoperta e nella riaffermazione delle identità profonde nazionali, religiose e culturali.
L'alienazione culturale si manifesta anche nei rapporti tra generazioni, nei quali i giovani e gli adulti si scoprono sempre più distanti gli uni dagli altri.
I giovani s'identificano più spontaneamente con le nuove culture, veicolate dai media, dalla musica popolare, dagli stili dei divertimenti di moda.
Ciò costituisce una sfida inedita per gli educatori, il cui compito consiste ormai nel preparare i giovani per delle " società in divenire ", cioè a forme di società che giovani e adulti dovranno creare insieme.
Gli uni e gli altri devono inevitabilmente assumere il senso di alienazione provocato dalla spersonalizzazione, dalla burocratizzazione, dall'aggressione visuale e uditiva dei media, dall'accelerazione del cambiamento, non soltanto nella società esterna, ma negli atteggiamenti e nei comportamenti personali.
Questa esperienza alienante esige un approccio fatto di discernimento, di ricerca, di comune padronanza nei confronti dell'avvenire.
Come si vede, l'alienazione può suscitare reazioni molto diverse secondo ch'essa sia il risultato di un'oppressione ingiusta, che occorre combattere, o sia la conseguenza di cambiamenti profondi che richiedono uno sforzo positivo per costruire l'avvenire.
Nella situazione prima descritta, riguardante le nuove culture rappresentate dalle giovani generazioni e dalle nazioni che sono in via di sviluppo, un'analisi attenta s'impone per comprendere quale sia la vera natura dell'alienazione provata dagli attori sociali.
Se, da una parte, occorre combattere le alienazioni degradanti ed ingiuste, bisogna, d'altra parte, riconoscere la necessità del cambiamento e i sacrifici ch'esso impone, per accedere ad una forma superiore di vita individuale o collettiva.
L'analisi del fenomeno dell'alienazione psico-sociale e culturale rivela, nel profondo, uno dei bisogni più intimamente percepiti dalle collettività umane: quello di ridefinire la propria identità culturale in un mondo in cambiamento accelerato.
Secondo alcuni sociologi, il concetto di alienazione sarebbe centrale per comprendere l'espressione umana tipica del nostro tempo.
Possiamo convenirne, a condizione, però, di non dimenticare gli avvertimenti di Paul Ricoeur sull'uso abusivo di questo termine che può facilmente diventare uno " pseudo-concetto ".
Si evita questo rischio quando ci si ricorda che l'alienazione culturale non può essere veramente compresa che in rapporto alla nozione correlativa dell'identità delle persone e dei gruppi in crescita.
Magistero |
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Meditazione Francesco | 26-4-2013 |
La fede non è né una alienazione né una truffa | |
Catechesi Francesco | 5-9-2018 |
L'immagine-modello è quella di una persona di successo che può permettersi ampi e diversi spazi di piacere. Ma questa mentalità fa scivolare verso l'insoddisfazione di un'esistenza anestetizzata dal divertimento che non è riposo, ma alienazione e fuga dalla realtà. |
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Catechismo della Chiesa Cattolica |
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Rifiutando il disegno d'amore di Dio, si è ingannato da sé; è divenuto schiavo del peccato. Questa prima alienazione ne ha generate molte altre. |
1739 |
Codice Diritto Canonico |
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dei beni temporali da parte della Chiesa | 1254 |
quando si richiede la licenza dell'autorità competente | 1291 |
638 § 3 | |
spetta alla Conferenza Episcopale stabilire la somma massima e minima per l'… | 1292 |
validità della licenza | 1292 § 3 |
requisiti per l'… che supera la somma minima stabilita | 1293 |
stima per l'… | 1294 |
impiego del denaro ricavato | 1294 § 2 |
in mancanza delle dovute formalità canoniche, ma civilmente valida | 1296 |
v. Azioni da parte degli amministratori ai propri parenti | 1298 |
v. Amministratori; Locazione | |
Compendio della dottrina sociale |
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Uomo alienato e trascendenza | 47 |
Alienazione e peccato | 116 |
Alienazione e lavoro | 280 |
Mercato come istituzione alienante | 348 |
Libertà economica, alienazione e persona | 350 |
Paesi ricchi e alienazione | 374 |
Primato del fare e dell'avere e alienazione | 462 |