Anabattisti
1) Movimento del XVI secolo ( diffuso specialmente in Germania, Olanda e Svizzera ).
Riteneva invalido il battesimo dei bambini e sosteneva perciò la necessità di " ribattezzare " gli adulti.
Era composto di parecchi gruppi, il più famoso dei quali aveva come capo Thomas Münzer ( circa 1490-1525 ) che guidò la " Rivolta dei contadini " ( 1522-1525 ).
Un'altro gruppo di Anabattisti cercò di instaurare una forma di governo teocratico a Münster ( 1533-1535 ) con Jan Mattys e Giovanni di Leyden.
Eredi degli Anabattisti sono i Mennoniti, discepoli di Menno Simons ( 1496-1561 ), diffusi soprattutto nel Nord America.
Dal greco, " ana-baptizo " = battezzo di nuovo.
L'anabattismo fu un vasto e articolato fenomeno di evangelismo popolare a base biblica sorto nel XVI sec. in concomitanza con la Riforma protestante, di cui costituì l'ala radicale.
Il termine fu creato dagli avversari come un'accusa.
Considerando nullo il battesimo dei bambini, gli anabattisti non ri-battezzavano, ma amministravano a persone adulte, solo apparentemente battezzate ( da bambini ), l'unico battesimo cristianamente legittimo, quello dei credenti, per immersione, in seguito a una loro personale confessione di fede.
Negando valore al battesimo dei bambini, gli anabattisti misero in questione il cristianesimo di massa e il suo quadro istituzionale costituito dal corpus christianum medievale.
Essi predicavano e praticavano la "separazione" ( Absonderung ) tra comunità cristiana e comunità civile.
Per questo furono considerati eversivi e duramente perseguitati.
L'anabattismo si manifestò dapprima in Svizzera, nei dintorni di Zurigo, nella scia della riforma zwingliana, negli anni 1523-25, e si diffuse rapidamente in altre regioni d'Europa.
Gli esponenti principali del movimento furono Konrad Greber, Felix Manz, Michael Sattler, Balthasar Ilubmaier, Hans Hut, Jakob Hutter.
Molti di loro subirono il martirio.
In Italia, specialmente nel Veneto, sorsero numerose comunità anabattiste, che nel 1550 tennero un loro sinodo a Venezia, con una sessantina di deputati.
Furono poi annientate dall'inquisizione.
L'anabattismo europeo subì un colpo mortale nel 1535, con la feroce repressione seguita al tentativo millenaristico, fatalmente abortito, di trasformare la città di Munster ( Westfalia ) nella nuova Gerusalemme dell'Apocalisse.
La comunità anabattista, duramente provata, fu poi rincuorata e riorganizzata da Menno Simons ( 1496-1561 ), dal quale prende nome la comunità dei mennoniti ( v. ), in cui continua a vivere l'ideale anabattista di un cristianesimo evangelico radicale modellato secondo il Sermone sul monte di Gesù ( Mt 5-7 ).
Lett. « ribattezzatori ».
È il nome di un gruppo di cristiani, separatisi nel XVI secolo dai riformatori protestanti per ricercare una « chiesa primitiva » più autentica.
Paragonato ad altri movimenti del protestantesimo "storico" ( luterani, zwingliani, calvinisti ), ma anche ad altri cosiddetti radicali della Riforma quali gli spiritualisti e i millenaristi o chiliasti, il movimento anabattista presenta notevoli differenze:
la totale separazione tra Stato e Chiesa,
il rifiuto del battesimo degli infanti in favore del battesimo dei credenti,
la Chiesa intesa nella sua interezza come comunità locale tra eguali,
l'interpretazione biblica ( intesa come ermeneutica comunitaria ),
lo stretto biblicismo con il ruolo predominante del Nuovo Testamento sull'Antico,
il rifiuto di ogni tipo di violenza,
il rifiuto di assumere cariche politiche,
il rifiuto del giuramento e,
pur accettando il principio luterano della giustificazione per sola fede, la necessità e la possibilità per il credente di vivere conformemente a Cristo, grazie alla potenza dello Spirito.
Strenui sostenitori del principio di sobrietà, furono i pionieri del movimento antialcolista.
La vera Chiesa si fonda sul Cristo della fede e sull'amore fraterno, senz'altra mediazione ed autorità che quella pura, semplice e sola della sua Parola.
Cristo è l'unico capo della Chiesa, che non può avere gerarchia, teologia, liturgia, ma deve essere formata dalla Comunità ( Gemeinde ) dei credenti e dalla loro umile e quotidiana imitazione dell'esempio di Cristo.
La Bibbia, e in particolare il Nuovo Testamento che è anche l'interprete dell'Antico, è tutto ciò di cui un cristiano necessita in quanto a credo.
Dell'applicazione quotidiana dei precetti evangelici si occupa la Comunità illuminata dallo Spirito Santo, cui i credenti devono partecipare con la loro umile ricerca della volontà di Dio.
La salvezza è possibile solo a fronte della consapevole ricerca e imitazione di Cristo: un neonato non può avere tale consapevolezza e il battesimo, su di lui, non solo è un'imposizione ma è nullo.
Il vero e unico battesimo viene dato in età adulta a chi manifesta il chiaro proposito di abbandonare il male del mondo e seguire ogni giorno nella propria vita l'esempio di Cristo, come obbediente discepolo.
La giustificazione avviene per sola fede, come nel Luteranesimo.
Tuttavia il battesimo dello Spirito che il credente riceve quando si converte e accetta il dono della fede non solo lo giustifica ma lo rigenera con la potenza dello Spirito e lo rende capace, superando l'intrinseca corruzione della condizione umana, di camminare in novità di vita al seguito del proprio Maestro Gesù.
A questo battesimo seguirà il battesimo in acqua con il quale il credente testimonierà il proprio cambiamento spirituale impegnandosi solennemente, di fronte a Dio e alla Chiesa ( 1 Pt 3,21 ), a seguire Gesù imitandolo come discepolo, in una santa condotta di vita e nell'amore al prossimo.
Lo Spirito Santo illumina il credente e lo rende capace d'interpretare la Bibbia rendendola efficace Parola di Dio, la sua influenza è fondamentale.
La Chiesa ritorna a essere, come lo è nel Nuovo Testamento, una Chiesa di soli credenti che vive in un rapporto di opposizione con la malvagità del mondo.
Non si può essere fedeli a Dio e appartenere al mondo, come non si può servire Dio e Mammona.
Poiché un credente è di Cristo e non del mondo, non oppone violenza alla violenza.
Non combatte e non presta servizio militare.
Condivide i propri doni o beni materiali e spirituali con chi è nel bisogno.
Non giura e non ricopre cariche pubbliche o politiche che comportino dover esercitare violenza o funzioni giudicanti.
Lo Stato è riconosciuto come un'istituzione che proviene da Dio cui anche il cristiano come cittadino deve scrupolosa ubbidienza, entro i limiti compatibili con l'ubbidienza a Dio e con l'etica cristiana.
Ne consegue la struttura religiosa dinamica di comunità che tendono a distinguersi dal mondo, percepito come corrotto e corruttore.
Nel tempo, a causa delle persecuzioni, l'eredità dei Fratelli si è declinata in comunità e contesti diversi ( Amish, Mennoniti, Hutteriti ), che hanno cercato di armonizzare la necessità di sopravvivenza, la separazione dalla malvagità del mondo, e il rispetto al dettato evangelico di apertura verso il prossimo, di ricerca di chi si sia smarrito e di annuncio rivolto a chi non conosca il messaggio di Cristo.
I dati storici sono limitati e spesso inquinati dalla storiografia di parte, relazionata ai suoi nemici, poiché il Movimento incontrò feroci resistenze e persecuzioni violente in tutta Europa.
Inoltre, essendo un Movimento non strutturato, il tramandarsi delle fonti fu estremamente difficoltoso e solo il grande impegno profuso a partire dalla prima metà del secolo scorso da parte di numerosi studiosi, soprattutto mennoniti, ha permesso il ritrovamento o l'analisi di documenti che hanno gettato nuova luce e comprensione sull'anabattismo.
Per prima cosa è bene precisare che il famoso libro L'origine degli anabattisti ( Der Widdertäufferen Ursprung ) pubblicato nel 1560 da Heinrich Bullinger, successore a Zurigo di Ulrico Zwingli e acerrimo nemico degli anabattisti, cercò di accreditare la falsa notizia dell'origine sassone dell'anabattismo attribuendola ai cosiddetti "Profeti di Zwickau" ( N. Storch, T. Drechsel, M. Stübner ), a Andrea Carlostadio e a Thomas Müntzer, discepolo di Lutero ma in conflitto con lui.
Gli obiettivi di Bullinger erano chiari, da una parte screditare il movimento coinvolgendolo nella rivolta dei contadini guidati da Thomas Müntzer e N. Storch, dall'altra addossare a Lutero, nemico della riforma sacramentista zurighese di Zwingli, la responsabilità per la nascita della « peste anabattista ».
Questa versione tradizionale sulla nascita dell'anabattismo, accolta e perpetuata per secoli dalla vecchia storiografia della Riforma ( ma anche da quella cattolica ), è stata totalmente abbandonata e messa da parte dagli storici moderni.
L'origine dell'anabattismo si deve al gruppo che si formò a Zurigo sotto la guida di Konrad Grebel e del quale facevano parte, tra gli altri, Simon Stumpf, Felix Manz, Wilhelm Reublin e Hans Brötli.
Tutti erano stati discepoli di Ulrico Zwingli, ma ne criticavano la decisione di affidare allo Stato la riforma della Chiesa.
Inoltre le posizioni del gruppo erano per una più rapida e radicale riforma della Chiesa, mentre Zwingli appoggiava una riforma lenta e graduale.
Il gruppo rivendicava una Chiesa totalmente separata dallo stato, priva di clero, formata solo da credenti, strettamente aderente alle Scritture, cristocentrica e con una forte concezione non-violenta.
Di conseguenza Grebel e il suo gruppo volevano riportare il battesimo alla pratica originaria, legandolo a una conversione maturata in età adulta che impegnava la persona a vivere da discepolo di Cristo in una Comunità di credenti.
Il 21 gennaio 1525, durante una riunione di fratelli in casa di Felix Manz, Jörg Cajacob, detto Blaurock, inginocchiandosi chiese a Konrad Grebel di essere battezzato per amor di Dio, Konrad lo battezzò dopo di che gli altri presenti similmente pregarono Jörg di battezzarli.
Era nato il Movimento anabattista.
Di fronte a ciò la reazione delle autorità di Zurigo fu di immediata ostilità.
Il 1º marzo 1525 veniva proibito il battesimo degli adulti ma il gruppo di Grebel ignorò la proibizione e continuò la sua predicazione nella città e nei suoi immediati dintorni.
La risposta di Zwingli fu chiara e durissima: iniziarono le prime persecuzioni di una lunga serie, che non risparmiarono nemmeno le donne, i vecchi e i bambini.
Molti anabattisti furono costretti a lasciare Zurigo iniziando una predicazione che diede ben presto i suoi frutti.
Con estrema rapidità sorsero Comunità anabattiste in tutta la Germania del Sud, Svizzera e Austria grazie alla predicazione di Blaurock, Wilhelm Reublin, Michael Sattler, Bathasar Hubmaier, Johannes Brötli, Hans Denk, Hans Hut e Jacob Hutter.
Il 24 febbraio 1527 Sattler e i rappresentanti di diverse Comunità anabattiste convennero a Schleitheim, nel Cantone svizzero di Sciaffusa, per compilare il famoso Fraterno accordo di alcuni figli di Dio concernente sette articoli ( conosciuto anche come Articoli di Schleitheim ) con il quale furono ribaditi gli originali principi dell'anabattismo contro il verificarsi di alcune devianze.
Nello stesso anno si tenne nella città di Augusta anche il cosiddetto sinodo Anabattista: i leader presenti furono successivamente quasi tutti trucidati, così che fu tributato all'evento il nome di Sinodo dei Martiri.
Di fronte a un Movimento che predicava la netta separazione tra Stato e Chiesa, che rifiutava la Chiesa obbligatoria e multitudinista in favore di una Chiesa di professanti, nella quale si entrava con un battesimo consapevolmente richiesto ( mettendo in soffitta la Chiesa costantiniana ), e che praticava un rigoroso e totale pacifismo tale da rifiutare di prendere le armi anche contro i Turchi, ormai alle porte dell'Impero, le autorità secolari e religiose, cattoliche e protestanti, decisero di mettere la parola fine sia sull'anabattismo che sugli anabattisti.
Il 12 aprile del 1529, l'Imperatore Carlo V promulgava l'Editto di Spira, valido in tutto l'impero, che stabiliva: « Chiunque ribattezza o si fa ribattezzare dopo aver raggiunto l'età della ragione, uomo o donna che sia, deve essere condannato a morte, sia con la spada, sia con il fuoco, sia con ogni altro mezzo, senza alcun processo preliminare ».
Lutero catalogò genericamente gli anabattisti come oppositori non cattolici della riforma protestante, al pari degli zwingliani.
Sul piano politico li condannò perché li considerava troppo estremisti ( il che in sostanza voleva dire troppo democratici );
sul piano ideologico perché predicavano il battesimo per gli adulti.
Le motivazioni per cui Lutero era a favore del pedobattesimo erano le stesse del mondo cattolico: anche se il bambino non può avere alcuna fede, è la chiesa a garantire per lui.
Già dal 1528 egli propugnava la pena di morte contro gli anabattisti.
Ciò che di loro non sopportava era la "pubblica ribellione".
Scrisse contro di loro la Lettera a due parroci sul ribattesimo ( 1528 ) e Contro gli ipocriti e i predicatori di soppiatto ( 1532 ).
Era noto, d'altra parte, che Lutero, soprattutto dopo la propria svolta reazionaria del 1521-23, era soprattutto contrario al reato di sedizione ( p.es. il rifiuto di partecipare alla guerra per motivi di coscienza o di servire come magistrato ).
Tuttavia, nonostante approvasse i metodi violenti usati dai principi per sterminare gli anabattisti, a volte, sul piano delle considerazioni umane, si chiedeva se fosse davvero giusto sterminare tutta quella gente.
Magistero |
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Concilo di Trento | 1945 |
Se qualcuno afferma che i bambini, poiché non hanno la capacità di credere … | |
Sacra Congr. Dottrina della Fede - Istruzione sul Battesimo dei bambini | 20-10-1980 |
era meglio « omettere il loro battesimo ( dei bambini ) piuttosto che battezzarli, siccome non credono con un atto personale | |
Discorso Giovanni Paolo II | 26-6-2004 |
Teologia |
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Confessione Augustiana - I Principali articoli della fede | IX |
che i fanciulli devono essere battezzati perché, offerti a Dio con il battesimo, essi sono accolti nella grazia di Dio |