Gregoriano

Canto …

È il canto monodico liturgico proprio della Chiesa romana, in uso dal sec. VI ca.

Dopo un periodo di coesistenza con altri canti ( mozarabico, gallicano, ambrosiano ), quello romano ebbe il sopravvento provocandone la scomparsa ( a eccezione di quello ambrosiano ), assumendo il nome di gregoriano in base a una tradizione, risalente al sec. IX, che attribuiva a papa Gregorio Magno ( 590-604 ) la sistemazione e l'ordinamento del repertorio delle melodie in un Antiphonarium e la fondazione a Roma di una Schola cantorum.

I maggiori centri di scrittura dei codici contenenti canti gregoriani ( nei secc. IX-XII ) si collocano in un'area comprendente la Francia settentrionale, la Svizzera e la Germania ( Reichenau, Magonza, Fulda, Einsiedein, Treviri, Metz, Chartres, Rouen, Tours, Gorbie, San Gallo, Luxeuil ) e, in Italia, i centri monastici di Nonantola, Montecassino e Bobbio.

La storia della formazione del repertorio può comunque considerarsi conclusa quando iniziò, a partire dal sec. IX, la sua fissazione per iscritto.

Caratteristiche del repertorio

Il repertorio dei canti gregoriani si presenta oggi come un insieme di canti monodici, su testi latini tratti dalla Sacra Scrittura, dall'Ufficio delle Ore e dalla Messa ( solo gli inni, i tropi e le sequenze risalgono a poeti medievali ).

Musicalmente riflette un'originaria influenza di componenti soprattutto orientali ed ebraiche, ma devono essere approfonditi i rapporti di affinità e influenza con i canti gallicano, ambrosiano e mozarabico e con quello della Chiesa bizantina.

Le melodie si possono dividere in melodie composte originariamente per uno specifico testo, melodie tipo ( applicabili a diversi testi ) e melodie frutto di un lavoro di centonizzazione ( costruite cioè accostando formule preesistenti ).

Hanno un carattere sillabico ( una nota per ogni sillaba del testo ), neumatico ( gruppi di più note per ogni sillaba), melismatico ( con molti e lunghi vocalizzi, come nell'Alleluia).