Miti

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Mito religioso

Mito deriva dal greco mythos, termine dal significato complesso, traducibile con "parola originaria", cioè narrazione che comunica il segreto proprio delle origini.

Nella cultura dell'Occidente la forma del pensiero mitico, che è simbolica e non oggettivante, è stata opposta alla forma del pensiero logico e argomentativo e quindi accantonata dall'affermarsi della razionalità, considerata come unica via di accesso alla verità.

La conseguente riduzione del mito a storia fiabesca e leggendaria, imperante in epoca patristica e medievale, portò la Chiesa a negare la presenza di miti nella Bibbia, difendendo la natura storica di tutti i suoi racconti.

A partire soprattutto dalla metà del '900 la riscoperta del valore positivo del mito modificò il precedente quadro di rifiuto e influenzò gli studi biblici.

Il mito nelle Sacre Scritture

Attualmente è unanimemente riconosciuta nell'Antico Testamento la presenza in diversi libri di elementi mitici provenienti dalle culture circostanti ( sumere, accadiche, cananee, ittite ed egiziane ): dalla Genesi ( Gen 1-11 ) a Isaia ( Is 40-55 ) e Ezechiele, da Giobbe ai salmi.

Nella Bibbia gli inserimenti di carattere mitologico vengono però storicizzati e purificati da ogni elemento di politeismo e di grossolano antropomorfismo e assumono una funzione puramente simbolica e analogica.

Essi non sono in alcun caso confondibili con la fiaba o la leggenda, rappresentano un'espressione simbolico-drammatica che intende far luce sui problemi ultimi del reale, evidenziandone il riferimento all'esistenza del singolo.

In questa prospettiva storia e mito non si escludono a vicenda; anzi il mito o uno dei modi con i quali la storia salvifica può essere fatta percepire nell'oggi dell'uditore.

Queste considerazioni valgono anche per il Nuovo Testamento, dove sono impiegati motivi mitici per interpretare l'evento storico della salvezza in Cristo; come nell'Antico Testamento, essi sono concentrati nell'illustrazione dei temi delle origini e della fine dei tempi.

Se si va oltre la posizione di Bultmann, secondo la quale non è possibile parlare del divino in termini umani se non miticamente, si deve affermare che sostanzialmente la natura storica della rivelazione cristiana è estranea al mito.

Le categorie mitiche sono impiegate perché funzionali all'espressione della fede, che riconosce Cristo come l'evento di salvezza per l'umanità.

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