Pentateuco
È la serie dei primi cinque libri della Bibbia ( Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio ), che dagli Ebrei furono chiamati "la Legge" per eccellenza, mentre i cristiani, che riconoscevano un'altra Legge, preferirono denominarli "Pentateuco", cioè opera in cinque teukhe, "attrezzi", "contenitori", "astucci" per i rotoli. Comincia con la creazione del mondo e dell'uomo ( le cosmologie appassionarono sempre gli antichi, anche per l'influsso che esercitavano sulle concezioni teologiche e morali ), prosegue con lo sviluppo storico dell'umanità, espone l'elezione del popolo ebraico e ne narra le vicissitudini. È guidato da una visione religiosa che s'incentra sulla caduta dell'uomo nel male, sul conseguente piano redentivo divino e sulle norme che Egli prescrisse per la sua progressiva attuazione. Forma l'insostituibile piedestallo del Vangelo, per cui si spiegano sia il culto con cui sempre i cristiani lo considerarono, sia il disdegno con cui respinsero le tesi di Marcione che lo rifiutava. Tanto il NT quanto la tradizione patristica e quella successiva cattolica lo attribuirono con risolutezza a Mosè: gli esegeti cattolici moderni ne riconoscono l'autenticità mosaica, senza tuttavia postularne una sua stesura diretta, ne escludere l'intervento di collaboratori che ne abbiano interpretato il pensiero, l'utilizzo di fonti varie ed il sopravvenire di ritocchi successivi e d'aggiunte. Dal concetto di "autore" si tende a passare a quello di "responsabile" e ad ampliare la definizione di "autenticità" dall'ambito strettamente redazionale a quello d'ispirazione sostanziale. Sono testi che offrono affascinanti aperture, le quali, mentre illuminano istruttive esperienze sociali e storiche, introducono in immense prospettive teologiche e spirituali. Costituiscono una delle tappe fondamentali del progresso umano, guidato dalla Provvidenza. |
|
Il nome greco significa « cinque teche o astucci », cioè cinque libri; si indicano così i primi cinque libri della Bibbia ( Gen, Es, Lv, Nm, Dt ), particolarmente venerati dalla tradizione ebraica, che attribuisce la loro scrittura direttamente al grande profeta Mosè. Il Pentateuco è chiamato in ebraico anche Torah, la « Legge »; e nelle sinagoghe viene venerato e posto al centro dell'aula di riunione. L'interpretazione della Torah viene detta Targum, e raccoglie le spiegazioni al testo date dai rabbini lungo i molti secoli del Giudaismo. |
|
Il termine, derivato dal greco, indica i primi cinque libri della Bibbia ( Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio ), designati in ebraico con il nome di Torà ( Insegnamento ). Ancor oggi in ogni sinagoga l'assemblea è rivolta verso un armadio appoggiato a una parete orientata in direzione di Gerusalemme al cui interno è custodito un Sefer Torà, cioè il rotolo del Pentateuco. Questa prima sezione della Bibbia inizia con il racconto della creazione e si chiude con la morte di Mosè, anticamente considerato autore di questi libri. La storia della redazione del Pentateuco è assai complessa. La cosiddetta "teoria documentaria" suppone l'esistenza di diverse opere ( documenti ) precedenti confluite nella redazione finale. L'opera Jahvista ( J ), così chiamata dall'uso del tetragramma JHWH, viene datata al X sec. a.C.; poco più tardi fu scritta l'opera Elohista ( E ), nella quale Dio o chiamato con il nome di 'Elohim; una terza opera, detta Deuteronomista ( D ), fu composta al tempo della riforma religiosa di Giosia ( 622 a.C. ) e durante l'esilio babilonese si ebbe la redazione Sacerdotale ( P, dal tedesco Priestercodex: codice sacerdotale ). Dalla fusione di questi quattro documenti sarebbe derivato nel IV sec. a.C. l'attuale Pentateuco. Tale teoria è attualmente oggetto di revisione; si tende ad affermare l'esistenza di tre documenti ( J redatto nell'epoca immediatamente precedente l'esilio; D composto tra la riforma di Giosia e il tempo dell'esilio, P durante e dopo l'esilio ). |
|
2 Cr 23,18 |