Personalismo
Mentre nel linguaggio corrente ( la politica ) lo si pensa come un sinonimo di « individualismo », il significato più autentico della parola è quello di « filosofia della persona », ossia di una riflessione sull'essere e sul substrato primario della persona umana, nelle sue caratteristiche di coscienza, di volontà, di mistero e di azione. |
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Concezione filosofica che considera la persona come principio e valore fondamentale. Mentre il termine persona è già presente nella filosofia classica e nell'antichità cristiana, il termine personalismo compare solo nel XX sec. per indicare l'affermazione della dignità e della libertà del singolo contro gli esiti totalitari di alcune filosofie e il valore della persona come realtà metafisicamente originaria. E. Mounier ( v. ) fece risalire l'introduzione del termine personalismo al titolo del testo di Ch. Renouvier ( Il personalismo, 1903 ). Di fatto furono il movimento Esprit, animato dallo stesso Mounier, e l'omonima rivista a proporre attorno agli anni '30 il personalismo come "terza via" tra il collettivismo marxista e l'individualismo borghese. Più che di personalismo, si deve parlare di differenti sviluppi della concezione personalista che convergono sulla centralità della persona e su una serie di sue dimensioni, quali la libertà, la trascendenza e l'interiorità. La centralità teoretica della persona permette al personalismo di impegnarsi a elaborare tanto gli atteggiamenti pratici, morali e politici che ne derivano, quanto le prospettive metafisiche o sociologiche. Accanto o in continuità con il personalismo francese ( E. Mounier, J. Maritain, P. Ricoeur ) molti indirizzi di pensiero, direttamente o indirettamente, si rifanno a esso. In Italia, per esempio, va segnalato il contributo di L. Stefanini, che approfondì il concetto di persona in un confronto critico con G. Gentile, come pure quello di L. Pareyson. |