Sette
Dal latino sequor, "seguire", il vocabolo ha indicato un raggruppamento di persone che "seguono" una medesima dottrina fìlosofica, politica o religiosa; il termine emana oggi un senso di chiuso, caso mai di equivoco o magari di fazioso ( "settario" ), dal quale era anticamente immune, tanto da designare anche comunità religiose: tutti ricordano la tenerezza nostalgica con cui Piccarda denomina così l'ordine delle Clarisse ( Par. 111,105 ). Dal 1774 la parola ha assunto l'accezione di società segreta o di movimento politico-religioso in contrasto con il potere civile o con la Chiesa cattolica. Oggi talune di queste sette sono particolarmente aggressive, fino a diventare oppressive: vedi i Testimoni di Geova. |
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Dal latino « secta », a sua volta derivato dal verbo « sequi », « seguire », o dall'altro verbo rafforzativo « sectari », « seguire con assiduità, correr dietro ». La « setta » è una corrente, una scuola, un partito, una parte, una direzione, che si è a poco a poco o improvvisamente differenziata da un organismo iniziale più vasto, formandosi quasi come un « corpo » speciale. Caratteristiche della setta sono la sua rigidità nell'organizzazione interna, sia come dottrina che come strutture, e la sua tendenza a concepirsi come assoluta: mentre invece la Chiesa ha apertura più universale e maggior disponibilità anche al dialogo con chi è diverso dalla maggioranza. |
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… religioseDenominazione generica di movimenti ed esperienze minoritarie, per lo più in contrapposizione alle Chiese cristiane storiche. Si veda, per il fenomeno moderno, la voce nuovi movimenti religiosi. |