Uniati
Nome con cui sono comunemente conosciute le Chiese cattoliche orientali, che si sono riconosciute in unione con la Chiesa di Roma pur conservando il rito e la disciplina canonica ortodossi. A queste Chiese cattoliche orientali viene riconosciuto il diritto di conservare l'eventuale struttura patriarcale, la disciplina canonica, le tradizioni, la liturgia. In generale, i riti di tali Chiese sono uguali o simili a quelli delle Chiese ortodosse che non riconoscono l'autorità di Roma. I fedeli delle Chiese uniate sono, intorno al 1990, circa 10 milioni. Nella situazione attuale, frutto di una lunga e complessa storia, si distinguono 6 riti orientali più importanti. Il rito bizantino è particolarmente diffuso nell'Europa balcanica e orientale. Spiccano le Chiese uniate dell'Ucraina, con circa 4,5 milioni di fedeli, e di Romania con oltre 1,5 milioni. Il rito armeno, legato in modo abbastanza stretto al bizantino; conserva tuttavia usi di origine siriaca e di influenza latina. Il rito sire-orientale è in uso nella Chiesa "caldea" di Siria e, in forma molto latinizzata, nella Chiesa siro-malabarica dell'India del Sud ( Kerala ). Il rito siro-occidentale, o antiocheno, è in uso nelle Chiese siro-ortodossa o giacobita, siro-cattolica, siro-malankarica del Kerala. A questo rito appartiene l'importante comunità dei maroniti ( v. ) del Libano. Il rito alessandrino comprende il rito etiopico e il rito copto, detto anche "liturgia di san Marco", della Chiesa di Alessandria ( ora è celebrata in arabo e in copto ). |