Volontario

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… in causa

Concetto usato in teologia morale, per dire che si è responsabili delle conseguenze delle proprie scelte, pur non avendole scelte direttamente, qualora esse siano prevedibili ed evitabili.

Volontariato

Il complesso delle iniziative e delle organizzazioni che, su basi volontarie e gratuite, perseguono l'obiettivo della solidarietà sociale.

Il volontariato è un fenomeno complesso e fluido, difficilmente riconducibile a unità, al punto che oggi si preferisce parlare di "volontariati" anziché di volontariato.

Vecchio e nuovo volontariato

Il volontariato non è un fenomeno nuovo, ma ha registrato un notevole impulso e ha raccolto una crescente attenzione da parte dell'opinione pubblica e delle forze politiche ed economiche a partire dagli anni '80.

È opportuno pertanto distinguere il volontariato tradizionale ( quello di ispirazione laica: pubbliche assistenze, Croce Rossa ecc.; quello di ispirazione cristiana: le Misericordie, le confraternite, il Volontariato Vincenziano, le Conferenze di S. Vincenzo ecc. ) dal nuovo volontariato che compare agli inizi degli anni '70 ed esplode negli anni '80.

Almeno in alcune delle sue espressioni più significative, esso può essere considerato uno sbocco costruttivo della contestazione di quegli anni: vista l'impossibilità di cambiare il sistema, i giovani più sensibili e più responsabili decisero di impegnarsi in prima persona sul fronte dell'emarginazione.

In Italia, le espressioni più note e più consistenti di volontariato organizzato, fiorite in quel periodo sono: il Gruppo Abele di Torino, la Comunità di Capodarco, la Comunità di Sant'Egidio di Roma, la Comunità Giovanni XXIII di Rimini, la Comunità Agape di Reggio Calabria, il CEIS di don Mario Picchi, Carcere e Comunità di don Greganti, Bartolomeo e C. di Torino.

A esse si sono aggiunte poi le Comunità Incontro di don Gelmini, Villa Maraini della Croce Rossa, la Comunità di S. Patrignano di V. Muccioli e altri.

La distinzione tra volontariato tradizionale e nuovo volontariato ha prevalentemente un significato storico: tra essi, anche grazie ai numerosi convegni nazionali organizzati dai vari coordinamenti e fondazioni, si è attuata una forte osmosi, tanto che oggi si può parlare di una comune piattaforma culturale.

È necessario aggiungere inoltre che, normalmente, si fa riferimento al volontariato di carattere socio-assistenziale e socio-sanitario, ma accanto a essi esistono anche il volontariato di carattere educativo, di difesa dell'ambiente, di tutela dei beni culturali, di protezione civile, di cooperazione internazionale ecc.

E ciascuno di questi ambiti conta numerose associazioni e svariate attività.

Si può dire che il volontariato scaturisca dalle esigenze più profonde della società e si estenda a tutta l'area della vita sociale.

Le dimensioni del volontariato attuale

È assai problematico quantificare il fenomeno del volontariato, giacché accanto al volontariato, e talvolta proprio dal volontariato, sono sorte altre forme di solidarietà organizzata, quali le comunità di accoglienza, le cooperative di solidarietà sociale, istituzioni private no profit, fondazioni.

Già prima o simultaneamente al volontariato si sono sviluppate associazioni di impegno sociale, quali le AGLI, l'ARCI, l'AGESCI.

Tutta questa realtà complessa e in forte evoluzione viene convenzionalmente chiamata "terzo settore" ( per distinguerla dal primo - lo Stato - e dal secondo - il mercato ).

Talvolta viene identificata erroneamente con il volontariato: si tratta in realtà di soggetti diversi, con identità e qualità specifiche, anche se con qualche elemento comune, come l'esercizio della solidarietà, la spontaneità e la continuità nell'impegno sociale.

Anche a causa di questo equivoco sull'identità del volontariato i dati sull'estensione del fenomeno si differenziano talvolta in modo sconcertante.

I dati più attendibili, perché riferiti a una concezione rigorosa di volontariato, sembrano essere quelli forniti dalla FIVoI ( Fondazione Italiana del Volontariato ): su un totale di 8893 associazioni di volontariato censite, stimabile a circa l'85% del complesso di tutte le associazioni italiane, il numero dei volontari organizzati è di poco inferiore al milione di unità.

Dall'indagine risultano alcuni dati che meritano di essere ricordati: oltre metà delle organizzazioni sono al Nord, anche se nel 1985-95 si o avuto un forte incremento nel Sud; nel 1975-95 sono sorte il 67% del totale delle associazioni di volontariato; i settori socio-assistenziale e socio-sanitario coprono oltre il 70% dell'impegno del volontariato; notevole incremento hanno avuto negli anni 1985-95 le organizzazioni di volontariato che si occupano di beni ambientali, patrimonio culturale, protezione civile; in rapporto all'orientamento ideale, le associazioni d'ispirazione religiosa ( cattolica o altro ) costituiscono il 42,5%, quelle aconfessionali il 49,3%; l'8,2% non si è espresso.

Per precisione va aggiunto che i cattolici operano anche in molte associazioni non confessionali e che i numerosissimi gruppi di volontariato cattolico presenti in maniera informale nelle parrocchie non sono stati censiti dall'indagine della FIVol.

Identità del volontariato

Volendo meglio precisare l'identità del volontariato, si può affermare che il servizio volontario è un servizio offerto alla comunità, con particolare attenzione ai soggetti deboli e attuato attraverso un coinvolgimento personale ( assicurando tempo, professionalità, disponibilità, esclusa perciò la semplice offerta di denaro o il garantire un servizio per interposta persona ), spontaneo ( cioè non obbligato, com'è il caso del servizio militare o del servizio civile sostitutivo degli obiettori di coscienza ), gratuito ( è perciò esclusa ogni remunerazione economica o di altro genere ), continuativo ( non è sufficiente offrire una singola prestazione: vanno assicurate nel tempo una serie di prestazioni, anche periodiche, rapportate al bisogno delle persone e della comunità ).

Queste caratteristiche non sono alternative, ma complementari.

Grazie a esse il volontariato costituisce una forza di rinnovamento sociale, nel senso che introduce una serie di valori ( la solidarietà, la gratuità, la condivisione, la responsabilizzazione nei confronti delle persone in difficoltà ) che innalzano la qualità della vita.

Tutto questo è facilitato dall'organizzazione del volontariato.

Esistono infatti anche volontari che operano autonomamente da qualsiasi gruppo o associazione ( per esempio, medici che visitano gratuitamente i pazienti in determinati giorni della settimana; infermieri, imbianchini, idraulici ecc., che segnalano ai servizi sociali del Comune o in parrocchia, la loro disponibilità a favore di persone o famiglie in particolari difficoltà ), ma il volontariato organizzato garantisce la continuità delle prestazioni, la formazione permanente dei volontari e l'incisività nel promuovere un cambiamento sul territorio.

La funzione del volontariato nella società

La funzione complessiva del volontariato all'interno della società non può ridarsi alla semplice produzione di servizi "a costo zero".

Il volontariato ha anche e soprattutto una funzione sociale nel senso di operare dentro la società, per
renderla più solidale, e una funzione politica, nel senso di stimolare lo Stato e le istituzioni pubbliche a rimuovere le cause della povertà e dell'esclusione sociale e di garantire a tutti, a iniziare dai più deboli, la piattaforma dei diritti sociali.

Dalle caratteristiche del volontariato emerge una prima funzione politica che si esprime efficacemente nella pedagogia delle scelte, negli stili di vita solidali, nell'impegno di testimonianza, che mette radici nel servizio e fruttifica nella rappresentanza politica degli interessi esclusi.

La costruzione di una società solidale ha cioè bisogno di anticipazioni e di segni esemplari, che traducano nei comportamenti, nelle scelte, nei rapporti quotidiani l'incontro fra diritti e doveri sociali.

In questo senso il significato culturale e politico del volontariato è da intendere non in senso partitico, ma come immersione nelle situazioni esistenziali della società con una forte carica di rinnovamento e di cambiamento.

Esso perciò rifiuta di limitarsi all'intervento soltanto consolatorio e riparatorio, anche se, quando è necessario lo presta, ma si pone sul fronte dell'emarginazione per combatterla e superarla.

Riconosce a se stesso una funzione primaria di promozione della partecipazione, di stimolazione e di controllo del potere a partire dalla base.

Pur mantenendo la propria autonomia, tende a inserirsi nella società civile in forma organizzata ( con forme di confederazione e di collegamento fra i vari gruppi a livello locale e anche su raggio nazionale ) e tende a stabilire rapporti organici con gli enti locali.

Le funzioni politiche del volontariato si esprimono sinteticamente nella partecipazione alla funzione pubblica di promuovere gli interessi della comunità locale; nella partecipazione organizzata alla vita delle amministrazioni locali; nella collaborazione all'analisi dei bisogni sociali; nella rappresentanza delle istanze delle persone, soprattutto nei casi in cui non trovano adeguata espressione; nella tutela delle persone escluse dalle pari opportunità, perché incapaci di far valere i loro diritti o di organizzare
la rappresentanza dei loro interessi.

Il volontariato e lo Stato

Il ruolo politico del volontariato è particolarmente importante in un'epoca di crisi dello Stato sociale, in cui emerge la tendenza ad affidare la solidarietà verso i soggetti deboli al solo sviluppo economico, che la garantirebbe attraverso i meccanismi concorrenziali del mercato, e alla libera e spontanea solidarietà dei cittadini, in particolare al volontariato organizzato.

In questo contesto culturale e politico, è facile interpretare anche l'interesse crescente del mondo economico, industriale e finanziario per il volontariato.

I rischi che il volontariato più attento avverte sono almeno tre:

1. l'abdicazione dello Stato al suo dovere di tutelare gli inviolabili diritti dell'uomo ( art. 2 della Costituzione ) e l'uguale dignità dei cittadini ( art. 3 ), che non possono certo essere assicurati dal volontariato, se non altro perché esso è una realtà spontanea e discrezionale che può esserci e non esserci;

2. il rischio della strumentalizzazione della presenza attiva del volontariato, quale ammortizzatore sociale delle inevitabili tensioni che scaturiscono da un accentuato liberismo economico, che produce un allargamento delle distanze tra ricchi e poveri;

3. il rischio che, per motivi di risparmio economico, vengano affidati al volontariato servizi che esso non ha ne il tempo ( nella massima parte il volontario offre solo una parte del suo tempo libero ), ne la competenza di gestire: a pagare sarebbero alla fine i poveri, i quali fruirebbero solo di servizi qualitativamente più scadenti.

È importante perciò che il volontariato abbia piena consapevolezza dei propri ruoli e dei propri limiti, ed è necessario che lo Stato in tutte le sue espressioni e articolazioni riconosca ed eserciti le sue funzioni, senza deleghe e senza richiedere indebite supplenze.

In concreto, infatti, il ruolo di garantire i diritti dei cittadini è dello Stato.

Esso deve assicurare alcune funzioni: la programmazione di servizi fondamentali per tutti, il reperimento e la finalizzazione delle risorse pubbliche e private presenti nelle comunità, la vigilanza e il controllo.

Il volontariato ha essenzialmente un ruolo di integrazione dei servizi esistenti, di anticipazione di risposte a bisogni emergenti ( si pensi, per esempio, quante volte questo è avvenuto anche recentemente per i problemi della droga, dell'AIDS, dell'immigrazione ), di stimolo delle istituzioni e delle politiche sociali a tutela dei soggetti deboli, di collaborazione con lo Stato nell'individuazione dei bisogni, nella programmazione e selezione delle priorità nell'utilizzo delle risorse ( patrimoniali, motivazionali, di competenza ), nell'attuazione di programmi di intervento.

È solo in questa chiarezza di ruoli e di competenze, che il volontariato può costituire una risorsa provvidenziale per la realizzazione dello Stato sociale.

Catechismo della Chiesa Cattolica

Libertà e responsabilità 1731ss

Summa Teologica

Volontario e involontario I-II, q. 6
v. Atti umani